“Nemesis Oltre/Nemesis Beyond” è l’articolato e complesso evento – che si è svolto dal 18 al 31 maggio 2015 – organizzato dall’Associazione Le Tre Ghinee/Nemesiache con il patrocinio del Comune di Napoli e della Regione Campania,inserito nella programmazione di Marzo Donna e Maggio dei Monumenti 2015.

L’evento è stato ideato per delineare una mappa del pensiero femminile napoletano e per dare visibilità all’asse che si è aperto tra Londra e Napoli, grazie al libro di Giulia Damiani dal titolo “Napoli in the Unmapped Practice of Le Nemesiache”,tradotto in “ Vissuta e tracciata. Napoli delle Nemesiache” dalla stessa autrice. Qui si parla della bellezza, di azioni che appassionano, dell’aura mitica di un collettivo di donne e riscopre la sua storia. Una storia che “ha modificato il paesaggio napoletano fra gli anni settanta e ottanta”.

Giulia delinea i tratti delle Nemesiache seguendo le strade e i luoghi che vennero da esse abitati: i capitoli – dice l’autrice – sono voci di un dizionario geografico. Case, siti naturali, spazi pubblici e edifici in rovina, sono l’occasione per discutere dei diversi aspetti della città e della feconda visione delle Nemesiache. Gli spettacoli, i film, i manifesti politici e gli scritti teorici, sono il ricettacolo per la storia di Napoli in un dato momento. Quel carattere Nemesiaco, ostinato e non usuale, s’impone come necessario, perché “un nuovo perimetro per il pensiero al femminile può essere eretto solo se si straripa dai margini dettati dalla società”.

L’incontro/dibattito del 30 maggio, presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, si è svolto sulla linea di un ulteriore sviluppo e crescita del pensiero filosofico femminista napoletano. Relatrice e coordinatrice Stefania Tarantino. Filosofa e musicista che svolge la sua ricerca sul pensiero delle principali filosofe del XX secolo presso l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale e fa parte del collettivo adateoriafemminista, ha invitato subito a riflettere sulla potenza del pensiero/pratica di Lina Mangiacapre e sulla necessità di mettersi in gioco con lei attraverso un’esposizione massima di sé, per recuperare quello spazio vitale pieno di bellezza e di senso che porta verso una reale trasformazione di noi stesse/i e del mondo.

Si tratta di realizzare quel processo trasformazionale dell’anima e della mente di cui parlava Sergio Piro, in cui è necessario abbandonare definitivamente tutte quelle protezioni che consentono facili codificazioni e sterili sistematizzazioni. Nel suo ultimo libro “Aneu/metròs – Senza madre. L’anima perduta dell’Europa”, Stefania ha scritto dense pagine sulla svalutazione del corpo-materia, causa principale della distruzione di quegli antichi saperi che, inizialmente, riguardavano la connessione originaria di corpo, anima e mondo.
Subito dopo la parola è passata a Giulia Damiani che, dopo aver parlato del suo libro e di come sia nata l’idea di fare una mappatura del percorso politico e artistico delle Nemesiache, ha mostrato l’attualità e la realistica progettualità della loro visione dagli ampi orizzonti, dimensione unica e tuttavia apertissima: sociale, multiculturale, politico/femminista. Giulia ha sottolineato soprattutto l’unicità e l’insolito senso della territorialità a carattere nomadico, perché di volta in volta scelto, voluto ed elaborato in modo creativo.

Rita Felerico ha parlato della necessità del teatro di Nemesi come percorso interiore di liberazione (la psicofavola che fa emergere dal presente il passato, che rivendica la realtà amputata). Rita, giornalista pubblicista, laureata in Filosofia, specializzata in Storia dell’Arte, è stata collaboratrice presso la cattedra di Storia della Filosofia – Università l’Orientale – è docente presso le scuole estive dell’Istituto Italiano degli Studi Filosofici ed è anche promotrice di manifestazioni e iniziative culturali come il Café Philo.

La poliedricità di Lina Mangiacapre è emersa ancora nell’intervento di Esther Basile, filosofa, giornalista, scrittrice e poetessa, nonché collaboratrice dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e Presidente dell’Associazione culturale Eleonora Pimentel. Ha messo in grande evidenza l’universalità della poetica di Lina/Nemesi, leggendo anche con intensità ed emozione alcune sue poesie.
Tristana Dini che insegna all’Università di Salerno e fa parte del collettivo e della rivista online adateoriafemminista (www.adateoriafemminista.it), si occupa di filosofia politica contemporanea con particolare riferimento al concetto di biopolitica e alle teorie femministe, ma anche di filosofia classica tedesca, ha sottolineato l’importanza del corpo nel pensiero filosofico femminista di Nemesi. Ha ricordato quanto Lina fosse anticipatrice e già parlasse di “Civiltà dell’immagine”, titolo di un suo approfondito ed esaustivo articolo comparso sulla rivista culturale Mani-Festa di cui era ideatrice e direttrice responsabile dal 1991. Qui Lina scriveva: “Nella civiltà dell’immagine non c’è più necessità di teorizzazioni di concetti, teste staccate dal corpo. … omissis … La grande civiltà che è nata con l’immagine ha riportato le forze della differenza celata dalla scrittura e ha fatto riaffiorare i continenti sommersi: ha riportato la visibilità e lo scandalo del corpo e ha determinato un diverso modo di costruire concetti e percezione di concetti”.

Nadia Pizzuti, giornalista, scrittrice e regista, laureata in scienze politiche, ha conseguito il diploma dell’ESEC (Ecole supérieure des Etudes cinématographiques) a Parigi.
Negli anni Novanta ha diretto la sede dell’agenzia ANSA a Teheran, ed è stata la prima corrispondente donna della stampa internazionale ad essere accreditata nell’Iran post-rivoluzionario. Dopo aver lasciato l’ANSA è tornata a dedicarsi al cinema, organizzando tra l’altro una rassegna intitolata “Cinepioniere, da Alice Guy a Dorothy Arzner”, presso il Caffè letterario della Casa internazionale delle donne di Roma. Nel 2012 ha realizzato il documentario “Amica nostra Angela “di cui ha curato soggetto, ideazione e regia.E’ un ritratto a più voci della filosofa napoletana Angela Putino (1946-2007) figura libera e innovativa del femminismo italiano. Nadia ha presentato il promo del suo film/documentario “Lina Mangiacapre, artista del femminismo” che è in fase di ultimazione, in cui sottolinea l’importanza dell’aspetto giocoso ed ironico nella poetica di Lina/Nemesi.
L’aspetto fortemente drammatico è invece stato magistralmente espresso da Angela Caterina, attrice di grande temperamento, che ha letto passi scelti dalla “Pentesilea” e dal “Faust/Fausta” di Lina Mangiacapre.
La giornalista Titta Fiore ha evidenziato l’operato di Nemesi rispetto al cinema sia nella creazione sia nell’organizzazione, ricordando in particolare la Rassegna del Cinema Femminista “L’Altro Sguardo”, che si svolgeva all’interno degli Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento. Ha altresì evidenziato l’importanza dell’immagine come mezzo di comunicazione, rispetto alla quale Lina Mangiacapre fu, come sempre, di grande e acuta lungimiranza.

Sono intervenute nel dibattito anche Cristina Capasso, che ha parlato della grande capacità di Lina e delle Nemesiache di esprimere libertà di essere e di riuscire a liberare nelle altre il desiderio di libertà, Nadia Nappo, che lavora alla Biblioteca Nazionale di Napoli dove con altre ha creato il Fondo Soggettività femminile e che fa parte del collettivo Adateoriafemminista, ha ripercorso le tappe vissute negli anni in cui si avvicinò al gruppo delle Nemesiache, nelle quali vedeva come il loro irrompere nelle situazioni servisse a rompere ogni schema, ogni spazio circoscritto, ogni coercizione sia fisicamente che mentalmente, alfine di generare la conquista dello spazio vitale, la sua reale e autentica appropriazione.

Le Nemesiache Teresa Mangiacapra/Niobe, Silvana Campese/Medea e Conni Capobianco/Nausicaa, sono intervenute a loro volta. Le prime due alternandosi nel proporre un excursus dell’operato nemesiaco a dimostrazione della verità che, come ha scritto Giulia Damiani, nessun libro può riuscire a trascrivere e tradurre nella sua completezza una realtà così viva e dirompente.
Conni Capobianco ha portato in pochi attimi il dibattito a un livello profondamente politico/poetico nel ricordo del suo primo incontro con Nemesi e le Nemesiache. “Il modo di porsi delle Nemesiache nel sociale – dice – mi fece intravedere un’alternativa politica dalla parte delle donne… omissis… del sé che non veniva più sacrificato e messo da parte per i bisogni di una moltitudine anonima. ..omissis… l’esperienza del film “ Follia come Poesia” all’ospedale psichiatrico del Frullone per tutte noi unica, ci segnò profondamente… omissis… la loro gioia era la nostra gioia il loro dolore era il nostro dolore la loro follia era la nostra follia“. E poi il DESIDERIO! Conni si domanda come mai il gruppo delle Nemesiache a distanza di tanti anni e, a differenza di tanti altri, non è scomparso, non si è modificato, non ha cambiato nome, non è confluito in qualche altro tipo di Associazione… E risponde: negli anni di grande movimento e fermento politico, motivo di divergenze e scontri con gli altri gruppi era che di norma si lottava per soddisfare i bisogni primari, le nemesiache, dalla conoscenza di sé e dell’altra percorrevano la via del desiderio, lottavano per realizzare il desiderio di arte, di bellezza, di cultura,di vita.
Le Nemesiache si differenziano nel non volere il potere, ma nel desiderare che ciascuna donna scopra e riesca a esprimere tutta la potenza della sua interiorità, che ne liberi finalmente la forza e la bellezza. Inoltre il gruppo non si può quantificare: “Le Nemesiache sono una mitica ragnatela che si estende all’infinito”…

Ogni donna che ha condiviso il percorso delle Nemesiache, quelle che se ne sono allontanate, quelle che non le hanno mai incontrate ma che, come ha detto Rita Felerico, hanno tutte nel cuore una parte da scoprire che è Lina/Nemesi, forse in un futuro lontano diventeranno leggenda, mito, ma ci sarà sempre una donna che riscoprirà il Mito.

L’evento si è concluso il 31 maggio alle ore 18.00 presso Fiorillo Arte, Riviera di Chiaia n. 23, con un incontro/festa che ha visto proiezioni video, performance di Angela Caterina su testo di Lina Mangiacapre/Nemesi, interventi di Giulia Damiani e Teresa Mangiacapra, la replica, a gran richiesta, della performance del Teatro Dissolto su due testi intrecciati delle psicofavole di Nemesi “Cenerella” e “Biancaneve” e, infine, la proiezione del video della performance delle artiste inglesi (non più presenti a Napoli).

Teresa Mangiacapra/Niobe e Silvana Campese/Medea