Report di Ismu su dati del Ministero dell’Interno. Domande di asilo raddoppiate rispetto a quattro anni fa; nel 2016 erano state 123.600. In crescita le donne, oltre 21 mila. E tra le 81.527 domande esaminate, il 52,4% sono state respinte. Le domande presentate dai minori non accompagnati aumentate del 73,5%

Sono 130 mila i migranti che hanno presentato domanda d’asilo nel 2017. Il numero più alto mai registrato in Italia. Nell’anno precedente erano stati 123.600 e, rispetto a quattro anni fa, sono raddoppiati. È quanto rivela la Fondazione Ismu su dati del Ministero dell’Interno.

Nonostante l'”effetto Minniti”, che ha ridotto gli sbarchi con gli accordi con la Libia, il numero di coloro che cercano di entrare in Italia con la richiesta d’asilo continua a crescere, anche perché rappresenta in effetti l’unico canale di ingresso legale.

Tra i richiedenti asilo, cresce la presenza femminile: oltre 21 mila nel 2017, il 16,2% del totale (costituivano il 15% del 2016, l’11,6% del 2015 e solo il 7,5% nel 2014).

Dal report di Ismu emerge anche che tra le 81.527 domande esaminate dalle 49 Commissioni territoriali, il 52,4% è stata rigettata (42.700 casi). È tra i 18-34enni che si registra il maggior numero di non riconoscimenti, cioè il 57% dei migranti in tale fascia di età. Gli uomini molto più delle donne hanno visto respingere la domanda di asilo nel 2017 (56% dei casi, 39mila migranti). Esiti positivi invece per il 24,7% delle domande per le quali è stata riconosciuta la Protezione umanitaria, per l’8,4% sfociate nella concessione dello status di rifugiato e per l’altrettanto 8,4% per le quali è stata determinata la Protezione sussidiaria. Le domande nel 2017 sono state presentate soprattutto da nigeriani, bangladesi, pakistani, gambiani e ivoriani.  Per i migranti originari del Bangladesh in particolare si è registrato il più significativo aumento: nell’ultimo anno le domande di asilo sono quasi raddoppiate.

Le domande presentate nel 2017 dai minori non accompagnati sono aumentate del 73,5% rispetto al 2016. I dati della Commissione Nazionale per il diritto di asilo evidenziano un importante aumento di domande di asilo presentate da minori non accompagnati: nel 2017 sono stati 9.782, il numero più elevato del quadriennio preso in esame (erano 2.500 nel 2014). Si tratta soprattutto di maschi (93%) e quasi-adulti: solo 82 domande riguardano minori di 13 anni. Oltre un quinto dei richiedenti asilo minori soli giunge dal Gambia; seguono i nigeriani (12%) e i giovani provenienti dal Bangladesh (11,4%). Nel 2017 sono state esaminate oltre 6.200 domande di asilo presentate da minori non accompagnati: a 4.405 minori è stata concessa la protezione umanitaria (71% dei casi), mentre hanno ricevuto esito negativo il 18,8% delle domande, valore molto inferiore rispetto alla media generale (52,4%). Il 79% dei minori soli aveva 18 anni o più al momento in cui ha ricevuto la decisione dalla Commissione, dunque giovani che hanno ottenuto uno status in età adulta a fronte di una domanda presentata da minorenni.

Spulciando tra i numeri delle richieste d’asilo, emerge anche che per i migranti provenienti dal Bangladesh, a fronte di un notevole aumento di domande presentate, si riscontra un basso tasso di riconoscimento: il 64% delle domande esaminate nel 2017 sono state infatti respinte. Percentuali di non riconoscimento sopra il 60% anche per nigeriani, senegalesi e pakistani.

Infine, uno sguardo ai dati relativi al programma di “relocation” avviato a settembre 2015 dalla Commissione Europea a beneficio dell’Italia e della Grecia, i Paesi europei maggiormente soggetti alla pressione del fenomeno migratorio. Al 31 dicembre 2017 sono stati trasferiti dall’Italia in un altro stato membro 11.464 richiedenti protezione internazionale. Si tratta quasi esclusivamente di cittadini eritrei (95% dei casi) e solo di 521 siriani e 98 di altre provenienze che possono beneficiare del programma. Tra i trasferiti anche minori accompagnati (1.083) e minori soli (99). I richiedenti protezione internazionale sono stati accolti soprattutto dalla Germania, dove è stato ricollocato il 43% dei migranti. Seguono Svezia (10,6%) e Svizzera (7,8%). Quest’ultima, pur non facendo parte dell’Unione Europea, grazie ad accordi bilaterali con l’Italia ha reso disponibili posti per il ricollocamento. (dp)