Privazione della libertà de facto e fuori dallo schema della legalità; condizioni non idonee della nave al perdurare della permanenza a bordo, condizioni fisiche dei migranti preoccupanti. Sono questi i tre aspetti sottolineati dal Garante delle persone private della libertà Mauro Palma, in una informativa inviata alle Procure di Agrigento e di Catania, che hanno aperto dei fascicoli relativamente alla vicenda Diciotti, per le loro opportune valutazioni. Ieri una delegazione del Garante nazionale composta da Daniela de Robert, membro del Collegio del Garante, e da Fabrizio Leonardi e Elena Adamoli, è salita a bordo per constatare le condizioni delle persone, da otto giorni sulla nave della Guardia costiera. Si tratta di 150 migranti di cui 13 donne: 130 provenienti dall’Eritrea, 10 dalle Isole Comore, sei dal Bangladesh, due dalla Siria, uno dalla Somalia e uno dall’Egitto.

Nessun atto motivato alla privazione libertà. “Il primo aspetto da considerare è la privazione della libertà de facto dei migranti che giovedì 16 agosto 2018 sono stati tratti in salvo dalla Guardia Costiera e accolti in un vascello, cui non è stata data la possibilità di approdo fino al 20 agosto – si legge nell’informativa -., senza tuttavia essere autorizzata allo sbarco delle persone soccorse. Tale incongrua situazione di una nave italiana in acque italiane ha posto sin dall’inizio il problema della legittimità ai sensi dell’articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e dell’articolo 13 della Costituzione italiana”. Alle persone non è consentito scendere dall’imbarcazione – rileva il Garante – malgrado “non vi sia alcun atto motivato di limitazione della libertà personale disposto nei loro confronti da parte della competente Autorità, né alcuna apparente ragione pratica di impedimento”.

Solo due bagni per 150 persone. Nell’informativa si sottolineano anche le condizioni materiali degli ambienti che ospitano i migranti a bordo della nave, “assolutamente inidonee a permanenze prolungate come quella che si sta verificando nel caso specifico – scrive il Garante – I migranti hanno a disposizione solamente due servizi igienici assolutamente insufficienti per le esigenze di 150 persone: si tratta di due bagni chimici riadattati con scarico diretto in mare, privi di lavandini. L’unica possibilità di acqua corrente per la pulizia personale è costituita da una pompa sul ponte utilizzata anche per il lavaggio dei vestiti. Durante la settimana trascorsa a bordo della nave i migranti hanno avuto la possibilità di effettuare solo una “doccia” con acqua corrente non riscaldata grazie a un impianto improvvisato sul ponte dall’equipaggio con un tubo”.

69 casi di presunta scabbia e 5 casi di scabbia avanzata. Il Garante si sofferma poi sulla questione sanitaria: “Dal punto di vista sanitario – e questo è il terzo aspetto che mi preme portare alla sua attenzione -, in base al Medical Report del 20.08.2018 acquisito nel corso della visita risultano esservi numerosi casi di scabbia, precisamente: 69 casi di presunta scabbia e 5 casi di scabbia avanzata. A tutti viene somministrato un antistaminico chiaramente lenitivo della sintomatologia ma non risolutivo, solo i casi in fase avanzata sono trattati con lavaggio con acqua e applicazione di crema antiscabbia. Appare evidente come la forzata condivisione di un unico spazio e le carenti condizioni igienico-sanitarie sia personali che ambientali, come l’impossibilità di una pulizia adeguata degli indumenti e delle coperte in uso non possano che aggravare ulteriormente la situazione. Inoltre, le persone sono apparse fortemente debilitate, in seguito alla grave malnutrizione e disidratazione riscontrata al momento di salire a bordo, tanto da risultare necessaria la somministrazione quotidiana di integratori, secondo quanto riferito dai medici del CISOM, oltre a un’alimentazione completa per sopperire alle gravi carenze nutritive sofferte”.

Situazione incongrua e inaccettabile. La delegazione ha espresso un ringraziamento al Comandante della nave Diciotti Massimo Kothmeir e a tutto l’equipaggio “per il grandissimo impegno profuso per cercare di rendere meno difficile e doloroso il prolungato soggiorno a bordo di un natante attrezzato per il salvataggio in mare e il trasporto veloce a terra e non certamente per ospitare per giorni decine di persone”. Ma ha ribadito che “la situazione rimane irrimediabilmente incongrua e inaccettabile sotto il profilo del rispetto della dignità delle persone”. “Mai le persone possono essere usate come strumento per dirimere conflitti di responsabilità tra Paesi o per fare pressione per risolvere situazioni complesse aggiunge la nota -. Le persone sono sempre un fine e mai un mezzo. D’altra parte occorre che l’Europa si assuma le sue responsabilità nella gestione del fenomeno migratorio e rispetti gli impegni assunti nello spirito del vincolo di solidarietà sancito nei Trattati istitutivi”.