s-fede-per26-11In diversi luoghi della città: beni comuni, librerie, aule, corridoi, sale, saloni, piazze, centri, case, si sono incontrate in tante, e anche con uomini, per prepararsi alla Manifestazione del 26 a Roma: NON UNA DI MENO Tutte insieme contro la violenza maschile sulle donne, per avere scambi, discussioni, confronti e conversazioni, non solo per fare una grande manifestazione ma pure per fare rete tra diverse esperienze e proseguire oltre il 26.

A Santa Fede Liberata, spazio bene comune della nostra città, si sono preparate tante iniziative e si è lavorato tra donne con esperienze politiche diverse creando delle relazioni e confrontandosi su differenti posizioni.

Nel 2014 la dinamica della liberazione degli spazi era già avviata da tempo e il Comitato Centro Storico ritenne giusto contattare molte realtà, che si stavano interessando ai beni comuni, per iniziare un processo di restituzione agli e alle abitanti  di un luogo abbandonato, riappropriarsi di Santa Fede per farne una esperienza di fruizione collettiva. Nei luoghi beni comune, ma anche nei centri sociali e negli spazi occupati, ci sono tante realtà vissute attraverso originali e forti esperienze di partecipazione collettiva e condivisa. Luoghi in cui anche il femminismo ha titolarità di “parola”, nel senso che parte dei movimenti di donne sono  direttamente coinvolti per teoria e pratiche.

Così è stato facile riunirsi in tante, con molteplici esperienze, proprio a  Santa fede liberata , qui da tempo si è generata una relazione politica con le donne di l’Assemblea perlarestituzione  che presidia la Casa delle donne di Napoli a Rampe San Giovanni Maggiore Pignatelli e si sono attivate molte iniziative di donne con autonome storie politiche, anche oltre Santa Fede. Già  si sono fatti tre tavoli organizzativi verso il 26 novembre, uno spazio di confronto e di lotta nato da un’esigenza comune: decidere sui nostri corpi e agire contro la violenza di genere, in tutte le sue forme.

Nell’ambito delle iniziative in preparazione della manifestazione contro la violenza maschile sulle donne, “NON UNA DI MENO”, Ardesia suonerà a Santa Fede Liberata il 19 novembre alle ore 21.30, con Stefania Tarantino (voce-tastiera) e Claudia Scuro (voce-chitarra). Il concerto sarà anche l’occasione per una raccolta fondi per organizzare al meglio la partecipazione da Napoli .

La ricerca musicale di Stefania Tarantino comprende pezzi dei quali è autrice, di parole e musica, e di pezzi che mettono in musica i testi di filosofe, narratrici, poete che sono il patrimonio culturale e politico del femminismo ed in particolare del femminismo della differenza sessuale, {da Hannah Arendt a Carla Lonzi, passando per Lina Mangiacapre, e approdando a Virginia Wolf, Angela Putino, inoltre da Emily Dickinson  e Ingeborg Bachmann, fino alla poesia della propria zia “Nu’ segreto – l’ultima chiave”}. Si potrà ascoltare musica che  esorta a “consumare ostacoli”, a prendere le distanze dal mondo fatto dagli uomini, a espandersi oltre i confini, così  da saper parlare di violenza  sottraendosi  dal patriarcato e attraverso il sapere di donne, che ne sanno della violenza maschile sul loro corpo.

 Malgrado la violenza misogina ci sono donne che si inventano altro

Per testimoniare come delle donne inventano altro si presenterà, sempre a Santa Fede Liberata, il libro:  Il tribunale delle donne, un approccio femminista alla giustizia nella ex Jugoslavia, il 24 novembre alle ore 18,30. Nel libro si riporta come dalle  dirette testimonianze delle donne sulla guerra e sul do­poguerra e dalle loro acute osservazioni  si può evidenziare, criticare e condannare il patriarcato locale, commisto al sistema socio-economico, durante e dopo il conflitto. Con grande lucidità e speranza nella possibilità di ottenere giustizia, si è portata l’attenzione sulle tante violenze subite dalle donne dell’ex Jugoslavia. Dalle donne di refole ‘e viento, del laboratorio teatrale Facimmece storia, saranno letti alcuni frammenti con performance. Alle ore 20 sarà proiettato il film/documentario  Dert  di Mario e Stefano Martone: storia della cooperativa agricola INSIEME che si muove nei luoghi della memoria di un paese segnato dalla guerra, la Bosnia, raccontando  una straordinaria esperienza di vita collettiva oltre ogni nazionalismo. Si narra la storia di una cooperativa agricola nata nel 2003 a Bratunac, nel territorio di Srebrenica, una delle zone dove la guerra in Bosnia del ’92-’95 ha fatto genocidi e ferocità di ogni tipo. Dove delle donne – un tempo profughe o sfollate – sono tornate a vivere e coltivano frutti di bosco. Si tratta di un progetto di riconciliazione a partire da donne che, anche con uomini,  attraverso il lavoro e superando le divisioni etno-nazionali imposte dalla guerra, hanno cominciato a parlarsi, ascoltarsi reciprocamente, ad accogliere il dolore dell’altro/a senza rinchiudersi nel proprio.

Per ulteriori informazioni:

Corpi di donne, per iniziativa del 24 novembre

 

Per le varie iniziative a Napoli:

l’Assemblea delle donne di Napoli perlarestituzione

Non una di meno – Napoli

NON UNA DI MENO