Una donna è stata stuprata, ancora, in metropolitana. Sarebbe potuto accadere dovunque, nelle nostre città, dove il rischio legato alla mobilità delle donne d’ogni età è l’unico parametro totalmente assente dalla cultura politica e sociale di chi progetta, e perfino di chi promette.Sotto accusa in sistema “dell’assenza connivente” delle istituzioni.
_ Molti spot, molta retorica, qualche volta un po’ di propaganda: la politica del contrasto alle violenze sessuate, nel nostro paese, può essere riassunta così.

Il caso della {{giovane madre stuprata ed intimidita da un vigilante nel mese di Luglio}} nella stazione del Metrò, è illuminante su come “il patto sociale” non sia mai stato stipulato in ordine alla salvaguardia e alle libertà femminili.

Non c’è luogo né condizione per cui la violenza sessuata possa godere, da parte della politica, della stessa attenzione destinata ad altri reati.
La codificazione della lunga esperienza femminista sulla radice e l’espressione della violenza esercitata dagli uomini sulle donne, è la base che ha finalmente nel 2005 aperto, proprio dalla città più disimpegnata su questo terreno, un confronto politico sulla salvaguardia e la responsabilità pubblica.
_ Da questo confronto {{escono sconfitti, sul terreno della laicità e della filosofia di governo, tutti i poteri}}: nel legiferare, nel destinare risorse, nel fare informazione.

Dopo fiumi di parole e propaganda, non ci meravigliamo del fatto che {{solo a distanza di mesi si sappia del danno subito da una donna}}, ed abbiamo l’amara consapevolezza che il sapere subito avrebbe avuto il solito effetto del molto rumore per nulla.
_ Conosciamo i nostri interlocutori, generalmente uomini, e sappiamo che, ancora una volta, dovremo porci il problema di sostituire i responsabili, svelando l’ignavia connivente di chi dice di voler proteggere i figli, mentre disonora le madri.

Le condizioni di migrante, disoccupata, single, separata, precaria non costituiscono motivo d’attenzione per le istituzioni, ma sono piuttosto il terreno dove la vittima è “meno” e il colpevole solo raramente è riconosciuto tale.

Il nostro obiettivo, ora, è di{{ mettere una bacheca rosa dove le donne devono poter esercitare il loro diritto alla mobilità}}, migranti o native, ed essere informate e aiutate per vivere intere senza quell’obbligo di tutori, che, come in questo caso, non di rado si sentono liberi di tormentare, ricattare, abusare forse fino ad uccidere. Dopo i commissariati e i consultori, una bacheca rosa in ogni stazione della Metropolitana.
La campagna di autofinanziamento inizierà sabato 5 Aprile, in occasione della Piazza Scarlatta.