Stefania Cantatore UDI di Napoli in rappresentanza delle Associazioni: UDI, ARCIDONNA, SALUTE DONNA, COMITATO194, LA CASA DELLE DONNE DI NAPOLI
Avv. Elena Coccia, Consigliera Comunale e Metropolitana nonché membro dei Giuristi Democratici ha sottoscritto la lettera qui riportata
Il Presidente della Regione Capania Vincenzo De Luca

Al presidente della Regione Campania

                                                               On. Vincenzo De Luca
OGGETTO: Delibera del direttore generale dell’ASL Napoli 1
Con delibera del 14 Agosto 2018 n. 1713 La ASL Napoli 1  ha stipulato una convenzione con la Parrocchia per la vita, contestualmente costituitasi in associazione come si evince dalla delibera stessa, per svolgere non meglio precisate azioni di sostegno alle donne che intendono interrompere la gravidanza, nei termini previsti dalla sanità pubblica sia presso i consultori sia presso i reparti ospedalieri dove si effettua l’inervento dell’IVG, intervento ultimo del percorso decisionale della donna di interrompere la gravidanza.
Detta convenzione è una forzata interpretazione dell’art.2 della legge 194, che recita espressamente che i consultori “possano avvalersi della collaborazione di associazioni che operano a sostegno dell’autonomia materna durante e dopo nascita”. Tutta l’articolazione della legge non fa altra menzione di collaborazioni o interventi diretti di associazioni di qualsivoglia natura nei reparti ospedalieri preposti alla prenotazione e le prestazioni mediche relative all’IVG. È chiaro che il legislatore ha voluto escludere in modo conclusivo azioni lesive per la dignità e l’autodeterminazione delle donne, nonché naturalmente azioni in violazione della privacy delle pazienti, la cui riservatezza è espressamente indicata in tutto il percorso socio-sanitario.
La delibera, che autorizza la presenza della Parrocchia per la vita nei reparti IVG del S. Paolo e del Loreto Nuovo, è quindi in evidente contrasto con la legge e diritti esigibili delle cittadine e chiaramente ispirata da principi propugnati da una coalizione di forze che da tempo intendono cancellare una legge dello Stato.
Le conclusioni cui sono giunte numerose istituzioni pubbliche italiane ritenendo illegittima tanto la presenza quanto l’interferenza di associazioni di diversa natura, tanto più se dichiaratamente antiabortiste e quindi contrarie a una legge dello stato. Nella ben nota vertenza “Zola Predosa” fu addirittura il Prefetto di Bologna a ordinare l’allontanamento di un’associazione appartenente al movimento “pro vita” (già nel 2015). Sono ben note a lei le sentenze del TAR del Lazio per ricorsi presentati dalla “pro vita” stessa e che l’hanno vista soccombente in questioni afferenti alla 194. Altre sentenze del TAR sono intervenute a sostenere le ragioni di ricorrenti a favore di una completa attuazione della legge in presenza di protocolli (protocollo Formigoni nel 2008) che inducevano apertamente la “moralizzazione cattolica” dei reparti IVG.
Riteniamo che la formulazione stessa della delibera n. 1713 sia frutto di disinformazione sulla legislazione vigente e che sia portatrice di un’istanza, quand’anche fosse quella dichiarata, che appare superflua (per quanto riguarda i consultori di competenza dell’ASL, già avvertiti della possibilità di avvalersi di collaborazioni esterne) e quindi subdolamente strumentale a violare i diritti delle donne nei reparti dove, ribadiamo, è prescritta la privacy delle utenti e la loro libertà di scelta.
Riteniamo per tanto, essendo rappresentanti di cittadine ed associazioni allarmate per questa pericolosa deriva politica indotta dal direttore Forlenza, che la delibera debba essere immediatamente revocata dal Commissario Regionale per la Sanità.
Pertanto, ci aspettiamo comunicazioni dalla Presidenza della Regione in attesa di sporgere esposto alla competente Procura della Repubblica di Napoli. (Napoli, 07/09/18)