Mondi da ri-fare: determinata a mantenere il suo primato mondiale all’interno di orizzonti di sempre più ampia competitività, la Mostra Internazionale di Venezia prosegue nell’edizione 2009 il suo disegno di riqualificazione..

E’ un progetto articolato e vasto che presuppone l’esistenza di organismi con vita continuativa, più adeguati alle connessioni con la vita della città e del territorio, ma che implicano, in questo ancoraggio, cambiamenti profondi nelle strutture e nelle dotazioni. Tale riuscito percorso testimonia della vivace collaborazione raggiunta tra la Biennale (Presidenza di Paolo Baratta e direzione di Daniel Birbaum ) e le istituzioni locali, dopo l’avvio dei rapporti con le amministrazioni statali in occasione dell’ampliamento dell’Arsenale. E’ per l’appunto con il Comune di Venezia e la Regione del Veneto che intercorrono, da quest’anno, nuove e più consistenti interazioni, in un caso rispetto a iniziative di concessione di spazi deputati e nell’altro riguardo al settore Danza Musica Teatro: ma si vanno già allargando alla Provincia i rapporti diretti al coinvolgimento delle scuole locali.

{{Ai Giardini}}

Dalla ristrutturazione del vecchio Padiglione Italiano, che il Comune di Venezia concede da ora in forma stabile alla Biennale con parte dei Giardini, nasce {{il nuovo Palazzo delle Esposizioni}}. Vi troveranno collocazione definitiva e permanente le attività della Mostra, rivolte a tutti i suoi campi, a fianco dei festival e delle grandi mostre. Sarà, inoltre, in questa sede che, dopo dieci anni, potrà essere riaperta al pubblico la Biblioteca dell’ ASAC (Archivio Storico delle Arti Contemporanee), con il suo archivio documentale e le vaste collezioni di libri, cataloghi e periodici, per consentirne la consultazione tutto l’anno da parte di visitatori e studenti. Una fruizione adeguata degli spazi del Palazzo viene favorita dall’inserimento nel progetto di un nuovo più grande bookshoop, un bar-ristorante e spazi per le attività educational. L’arredo sarà invece il risultato di un intervento creativo ad opera di artisti della mostra, che il Direttore Daniel Birbaum ha indicato in Massimo Bartolini, Tobias Rehnberger, Rirkrit Tiravanija.

{{All’Arsenale}}

Ottenuto in concessione l’Arsenale Monumentale e realizzato il relativo restauro di ben14000 mq dedicati negli anni passati all’espansione degli spazi espositivi, attualmente è il cosiddetto Padiglione Italiano ad essere oggetto di cambiamento. La struttura assume infatti la denominazione di Padiglione Italia , configurandosi (ingrandito da 800 a 1800 mq) come ambito riservato alla Partecipazione nazionale, organizzata dalla PARC, Ministero Beni e Attività culturali, a cura di Beatrice Buscaroli e Luca Beatrice (responsabili della recente, riuscita, Quadriennale romana) . Come è noto, l’edificio si affaccia da un lato sul Giardino delle Vergini e dall’altro sulle Gaggiandre e il Giardino alle Tese: ma un nuovo ponte, aperto verso il Sestriere di Castello, ne consentirà un miglior accesso, conferendo unitarietà ai finora separati spazi dei Giardini e dell’Arsenale.

{{Ca’ Giustinian}}

La sede istituzionale della Biennale torna invece alla sua storica collocazione in nella restaurata Ca’ Giustinian a San Marco, dove posizione, struttura e qualità la rendono naturale {{luogo di relazione con la città e il territorio}}, ben oltre le modalità di semplice luogo di uffici. Altro evento del 2009 derivato da un accordo con il Comune di Venezia, a favore di una crescita di incontri aperti alla cittadinanza. Da giugno a novembre vi si terrà la mostra {“Macchina di visione: futuristi in Biennale”,} curata dal Laboratorio Internazionale di Semiotica di Venezia (IUAV), frutto di una ricerca svolta presso il rinnovato ASAC, di cui si diceva dianzi.

{{La città}}

E se la “tradizionale ricchezza culturale” della Biennale è riferibile alle Partecipazioni nazionali (77 quest’anno, comprese le auspicate {{contemporanee partecipazioni di Palestina e Israele}} ), sempre più si va configurando, oltre ai Giardini e all’Arsenale, una terza sede della Biennale nella città di Venezia, che quest’anno arriva a proporre 38 eventi collaterali, su richiesta di istituzioni internazionali, tra le quali in particolare Casa Guggenheim e Palazzo Grassi con la nuova apertura di Punta della Dogana. Ma va ricordato che sono in corso di ultimazione i lavori per il restauro dell’Accademia con il cortile del Palladio, i lavori per il Museo Vedova e quelli per il completamento delle sale espositive del Museo Cini.

{{“Fare Mondi”}}

{Making Worlds// Bantin Duniyan//Weltenmachen//Costruire des Mondes//Fazer Mundos}…E’ questo il titolo scelto dal giovane neo direttore Daniel Birbaum per la {{53°Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia}}, che riunisce più di 90 artisti da tutto il mondo , con nuove opere di tutti i linguaggi (installazioni, video e film, scultura, performance, pittura e disegno, poesia e anche una parata).

Organizzata dalla Biennale veneziana presieduta da Paolo Baratta, sarà aperta al pubblico {{da domenica 27 giugno a domenica 22 novembre 2009}} e la vernice si terrà nei giorni 4,5 e 6 giugno 2009. {{Il 6 giugno}} avrà luogo ai Giardini la cerimonia di consegna dei premi ufficiali assegnati dalla prestigiosa giuria internazionale composta da Angela Vettese, Jack Bankowsky, Homi K. Bhabha, Sarat Maharaj, Julia Voss. I due Leoni d’oro saranno consegnati a Yoko Ono e John Baldessari.

Il titolo (che intende visibilmente sottolineare l’importanza del processo creativo e annunciare un panorama delle strategie artistiche contemporanee) aderisce ad {{una mostra in cui si allineano più generazioni e più forme di esplorazione dello spazio}}: dunque non solo pittorico, ma anche architettonico e urbanistico e in un senso che potrà essere scoperto come psicologico o visionario, ma sempre diretto verso nuove suggestioni. La scoperta di nuove realtà che superino le tradizionali discipline sta particolarmente a cuore a Birbaum il quale (Rettore di un’Accademia Internazionale a Francoforte e direttore del relativo spazio espositivo) ama conciliare {{” l’insegnamento con la sperimentazione e la ricerca creativa”}} . Anche uno sguardo al passato contiene una domanda sul senso di quella ri-petizione: ma coerentemente, si direbbe, poiché il momento della regressione è tradizionalmente il presupposto energetico necessario allo scarto per il cambiamento.{{ “Sarà vero?”}} E’ la bella domanda che la mostra arditamente si pone.