E’ con grande soddisfazione che accogliamo la condanna a sei anni e mezzo di reclusione – più di quelli richiesti dal pubblico ministero –  e di interdizione a vita dai pubblici uffici di Luca Sarti, il carabiniere che il Tribunale di Modena ha giudicato colpevole di violenza sessuale ai danni di una giovane donna compiuta nei bagni di un noto locale in provincia di Modena.

Da questa sentenza dipendeva, al di là delle nobili questioni di diritto e di principio, la possibilità da parte di una giovane donna, nonché di una giovane studentessa, di una giovane lavoratrice e di una giovane cittadina, di riprendere in mano la propria vita, una vita brutalmente interrotta oltre cinque anni fa.

Abbiamo conosciuto il coraggio di questa ragazza perché non è affatto semplice affrontare una denuncia come questa e ancor più nei confronti di un uomo che è un tutore dell’ordine pubblico, di chi, quindi, dovrebbe garantire il rispetto delle regole e la tutela delle persone avuto proprio riguardo alla loro incolumità. Per questo proviamo nei confronti di questa giovane donna una profonda stima e la prendiamo ad esempio, promettendole – per quello che ci sarà possibile – di fare tesoro della sua storia di riscatto affinché possa essere la storia di tante altre.

Si tratta di una sentenza storica per la nostra città perché per la prima volta l’UDI di Modena, con l’avv. Donatella Baraldi, ha potuto costituirsi parte civile in un processo per stupro, dare supporto alla vittima con la presenza fisica in tribunale di molte altre donne, determinate nel ribadire che “per ogni donna offesa, siamo tutte parte lesa” e, infine, dare un segnale inequivocabile alla città: siamo tutte testimoni di violenza!

Con un atto di costituzione di parte civile di oltre quaranta pagine a sostegno delle ragioni che hanno motivato l’UDI a compiere tale scelta e dell’appassionata deposizione fatta direttamente dal banco dei testimoni, l’associazione – che rappresento – ha visto riconoscersi un danno morale e d’immagine quantificato, in via equitativa, in diecimila euro.

Preciso sin da ora che tali risorse, quando saranno conseguite, saranno opportunamente destinate a finanziare le attività dell’UDI, concentrata da oltre settant’anni sulla promozione dell’autodeterminazione femminile di cui la violenza maschile sulle donne sappiamo essere la negazione per antonomasia.

Continueremo a lavorare sulla prevenzione e sul contrasto alla violenza contro le donne al fianco delle istituzioni e delle forze dell’ordine, consapevoli che questo è il tempo di una non più rinviabile assunzione di responsabilità e capacità di risposta da parte di tutte e tutti, a partire dal mondo della scuola, della sanità, dei sindacati, delle organizzazioni imprenditoriali, artigianali, commerciali e delle associazioni del terzo settore.