Al Villaggio Artigiano di Modena Ovest torna il Festival Periferico –  Il Collettivo Amigdala porta in una storica periferia emiliana i nomi più interessanti della ricerca artistica italiana.

 «Il Festival Periferico si caratterizza per il fatto di realizzarsi in luoghi urbani non-teatrali, in aree degradate della città o in spazi pubblici poco valorizzati»: i membri della Direzione Artistica del Collettivo Amigdala di Modena introducono la manifestazione da loro ideata nel 2008 «I luoghi attraversati in questi anni sono molteplici: l’ex recapito postale della stazione FFSS, l’Archivio Comunale, il condominio popolare R-Nord, la fabbrica all’avanguardia Tecnord, il museo-laboratorio Officina Emilia. Fino al Villaggio Artigianale di Modena Ovest».

La nona edizione del Festival Periferico, dal titolo Alto Fragile Urgente, si svolgerà dal 26 al 28 maggio, per il secondo anno consecutivo tra le officine in disuso e le imprese del Villaggio Artigiano di Modena Ovest.

«Questo luogo è nato nel 1953 da una coraggiosa intuizione politica, a partire dalle tensioni sociali ed economiche del dopoguerra» suggerisce la curatrice Federica Rocchi «È il primo Villaggio Artigiano nel nostro Paese: un territorio tra campagna e città che teneva insieme vita e lavoro, saper fare manuale e impresa, filiera produttiva e appartenenza di comunità».

A proposito di appartenenza: l’edizione 2017 del Festival Periferico inaugura l’avvio di un nuovo polo culturale della città di Modena, curato e diretto da Amigdala e da Archivio Cesare Leonardi, che avrà sede nella ex officina #OvestLab grazie alla collaborazione con il Consorzio Attività Produttive: «Alto Fragile Urgente nasce a partire da questa continuità» aggiunge  l’illustratrice Sara Garagnani «e si fonda sul desiderio di condividere alcune domande con i cittadini.

Come l’arte e gli artisti possono entrare in relazione con questo territorio, con i suoi abitanti, con le officine dismesse e con quelle ancora attive, con gli artigiani, con gli operai e con gli imprenditori? Qual è il posto dell’arte in un quartiere da sempre votato alla produzione artigianale e industriale?».

 Alto Fragile Urgente nasce quindi a partire da questa continuità e si fonda sul desiderio di condividere alcune domande con il pubblico, con i cittadini e con gli artisti.

Come l’arte e gli artisti possono entrare in relazione con questo territorio, con i suoi abitanti, con le officine dismesse e quelle ancora attive, con gli artigiani, con gli operai, con gli imprenditori? Qual’è il posto dell’arte in un quartiere, da sempre votato alla produzione artigianale e industriale?

Le domande sulla funzione dell’arte nel nostro tempo investono profondamente gli artisti, il pubblico, le opere ma rimane come una sfocatura, un’impossibilità a parlare di questo tema senza usare parole come “funzione” “ruolo” “compito”, che noi stessi, nelle nostre analisi, fatichiamo a sostituire.

Può ancora l’arte trovare una strada per de-centrare il potere e il suo linguaggio? E’ ancora questo o forse ancora di più oggi il suo ruolo? Come può l’arte stare allo stesso tempo in un dialogo e in una rottura con il reale?

In questi anni abbiamo cercato una strada per il festival Periferico che fosse profondamente connessa a modi artistici votati alla relazione, alla cura dell’intimità, alla riappropriazione in termini estetici di esperienze affettive e di rapporto con i luoghi.

E’ questa una delle strade percorribili dall’arte per farsi insurrezione, per darsi la possibilità di rioriginare qualcosa?

 «Abbiamo convocato un gruppo di artisti non tanto (o non solo) per portare una replica di un loro lavoro di repertorio» racconta Meike Clarelli, anima musicale del Collettivo «ma soprattutto per interrogarsi assieme a noi. Abbiamo chiesto loro di produrre nuove domande sotto forma di azioni, di performance o di percorsi nel quartiere, esplodendo il più possibile il Festival in spazi diversi: officine dismesse, negozi, strade, ex tracciati ferroviari, prati incolti».Alcune parole più di altre ci hanno guidato in questo percorso:

Il sogno, inteso come capacità dell’arte di lavorare sull’invisibile

L’intimità, come specifica qualità di una pratica artistica volta a ricostruire legami affettivi tra le persone e i luoghi

Il camminare, come pratica di esplorazione del paesaggio che si focalizza sul rapporto tra corpo, paesaggio e visione.

I nomi più interessanti della ricerca artistica e performativa nazionale sono in arrivo a Modena Ovest per tentare, attraverso opere e atti di pensiero, di rispondere a queste domande: la Compagnia Abbondanza/Bertoni, Muta Imago, Claudia Catarzi, Isabella Bordoni, OHT – Office For A Human Theatre, Filippo Tappi, Leonardo Delogu e molti altri proporranno installazioni, performance, spettacoli di teatro e di danza, conversazioni e concerti.

Conclude e rilancia Gabriele Dalla Barba, drammaturgo e scrittore: «Tre parole-chiave ci guidano in questo percorso: sogno, inteso come capacità dell’arte di lavorare sull’invisibile; intimità, come specifica qualità di una pratica artistica volta a ricostruire legami affettivi tra le persone e i luoghi; camminare, come pratica di esplorazione del paesaggio che si focalizza sul rapporto tra corpo, paesaggio e visione».

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Venerdì 26 

dalle 17 alle 22,30 FILIPPO TAPPI, Con tendenza a perdere – installazione, negozietto via Emilia Po  –

dalle 17 alle 21 AMIGDALA, La disobbedienza dell’acqua | ex officina Cavallini Radiatori  performance sonora per uno spettatore alla volta, partenze da OvestLab ogni 10 minuti

ore 18,00 FILIPPO ANDREATTA (Office for a Human Theatre), conversazione | cortili del quartiere, partenza da OvestLab

ore 19,30 ISABELLA BORDONI, Nottetempo | per le strade del quartiere | partenza da OvestLab – performance itinerante

ore 21,30 ABBONDANZA BERTONI – Le fumatrici di pecore | Ovestlab – spettacolo

ore 22,30  Ceci n’est pas un dj set | OvestLab

Sabato 27

ore 10,30 Inaugurazione progetto “Un Community Hub al Villaggio Artigiano” (a cura di Amigdala e Associazione Archivio Architetto Cesare Leonardi) con la partecipazione di ISABELLA BORDONI

dalle 10 alle 23 FILIPPO TAPPI, Con tendenza a perdere | OvestLab – installazione

dalle 16 alle 20 RADHARANI PERNARCIC, Skin-deep prayer | Ovestlab – performance

ore 16,00 LEONARDO DELOGU, conversazione | cortili del quartiere, partenza da OvestLab

dalle 17 alle 21 AMIGDALA, La disobbedienza dell’acqua | ex officina Cavallini Radiatori performance sonora per uno spettatore alla volta, partenze da OvestLab ogni 10 min

ore 17,30 ORME | visite guidate nelle imprese e case del Villaggio Artigiano | partenza da OvestLab

ore 19,30 ANDREA SARTINI e GIOVANNI ROTIROTI, Arte e sogno, Conversazione | via Cesare Della Chiesa 87

ore 21,30 OFFICE FOR A HUMAN THEATRE, JA | Ex officina, via Cesare Della Chiesa | partenza da Ovestlab

ore 22,30 MUTA IMAGO, Bartleby | OvestLab | videoracconto

ore 2300  Ceci n’est pas un dj set | OvestLab

Domenica 28

ore 10,30 Visite Laboriose a cura di ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione nell’ambito del progetto “Un bel dì saremo”. Narra BEPPE MANNI legge SIMONE FRANCIA | Ovestlab

ore 12,00 Trekking Urbano condotto da ANTONIO CANOVI (geostorico) fino al Laboratorio Tric e Trac e pranzo conviviale (a cura di Associazione TRame 2.0) | partenza da Ovestlab

dalle 16 alle 20 RADHARANI PERNARCIC, Skin-deep prayer | Ovestlab – performance

dalle 17 alle 21 – AMIGDALA, La disobbedienza dell’acqua | ex officina Cavallini Radiatori  performance sonora per uno spettatore alla volta, partenze da OvestLab ogni 10 min

ore 15,00 CLAUDIA SORACE (Muta Imago), conversazione | cortili del quartiere, partenza da OvestLab

ore 16,30 CLAUDIA CATARZI, 40.000 cmq | Ex officina, via Cesare Della Chiesa | partenza da Ovestlab – spettacolo

ore 18,00 ENRICO GABRIELLI, Conversazione | OvestLab

ore 19,45 ILARIA GRAZIANO E FRANCESCO FORNI, Concerto | partenza da Ovestlab

ore 21,30 MUTA IMAGO, The river | OvestLab | videoracconto

ore 22,30 Ceci n’est pas un dj set | OvestLab

Venerdì 26, sabato 27, domenica 28

INSTALLAZIONI PERMANENTI

  • LJUD, Streetwalker | Installazione per le strade del quartiere
  • FILIPPO TAPPI, Non un manifesto | Installazione per le strade del quartiere e della città
  • CESARE LEONARDI, Pittura (a cura di Archivio Architetto Cesare Leonardi) | Ovestlab
  • FEDERICO LOMBARDO, Digital painting | installazione, Tel.Co, via De’ Gavasseti 31 (solo venerdì 26 dalle 9 alle 18)

Le foto sono di Chiara Ferrin, Fabio Fiandrini, Roberto Brancolini

Festival Periferico. State in ascolto. Info: http://www.perifericofestival.it/.