“La materia sapiente del relativo plurale”  questo mio libro   verrà presentato da Ilaria Boldini e Luisa Vicinelli il 24 gennaio 2018 alle ore 18,30 in via Spallanzani 16 Milano.

La cosa più difficile è superare la contaminazione del contesto, anche nella critica e nello smascheramento, perché il sistema che l’ha prodotto ha un solfeggio che propaga un simbolico a favore di chi ha scelto e diretto le sue messe in note/atti di potere: insieme formano un suono che le orecchie sentono solo dentro quello spartito, anche se provano a udirle in suoni e corpi e strumenti altri dove le stesse note potrebbero “suonare” diverse nelle messe in atto. Ma come i suoni delle parole non prescindono dalle lingue che parlano, così i pensieri non prescindono da chi li pensa. Non è un caso, dunque, che siano le donne a provare a “intendere” e a poter parlare d’“altro”.

Con queste pagine ho voluto condividere con  chi mi legge il percorso reale della materia dei miei pensieri, per tener conto dei fatti e dei misfatti che li hanno generati. Mi piace prevede per il futuro una nuova organizzazione sociale. Di questa nuova elaborazione il movimento delle donne si deve far carico e diventare punto di riferimento non per femminilizzare, ma per depatriarcalizzare la politica e le vite di tutta la specie.

 

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Daniela Pellegrini

Daniela Pellegrini, femminista radicale e ideatrice del primo gruppo politico italiano di donne (Dacapo, 1964, divenuto poi Demau), perora da sempre il “separatismo” come azione fondante e creativa della politica delle donne nonché come vera autonomia dal patriarcato. Nel 1981 fonda a Milano, insieme a Nadia Riva, Cicip & Ciciap, primo circolo culturale e politico femminista, l’unico a mantenersi strettamente separatista nel tempo. Sempre con Nadia Riva crea la rivista Fluttuaria, segni di autonomia nell’esperienza delle donne, attiva dal 1987 al 1994, su cui appaiono molti suoi scritti. Ha pubblicato Una donna di troppo. Storia di una vita politica “singolare” (2012) e il pamphlet Liberiamoci della bestia. Ovvero di una cultura del cazzo (2016).Da alcuni anni ha (ri)dato vita, presso la Casa delle donne di Milano, alla pratica separatista dell’Autocoscienza.