Martedì 4 dicembre alle ore 18,15 al Centro Donna di Via Faenza, 29  alla presentazione di “RAGAZZE NEL ’68” saranno presenti Rossana di Fazio e Margherita Marcheselli. Il dibattito sarà coordinato da Vittoria Longoni. E’ prevista la presenza di  Rita Barbieri, assessora al Welfare, coesione sociale, diritti e politiche di genere del Municipio 6

Il volume, a cura della Fondazione Badaracco che conserva il cuore dell’archivio del femminismo milanese, sceglie un punto di partenza e di arrivo determinante: l’esperienza quotidiana – di sé, della famiglia, delle relazioni, del mondo sociale – e le sue trasformazioni, anche radicali, che la partecipazione al movimento degli studenti italiano genera nella coorte di ragazze che alla fine dei Sessanta ha tra i 18 e i 22 anni. Un’età cruciale per la socializzazione politica, tanto più cruciale per la generazioni di giovani donne che si presenta sulla scena sociale di quegli anni.

L’Italia in cui crescono è infatti ancora l’Italia autoritaria e provinciale ereditata dagli anni Cinquanta, sebbene attraversata dalle ondate elettrizzanti della controcultura beat, e dall’aria fresca delle “esperienze di liberazione” – contro la guerra del Vietnam, contro razzismo e sessismo, per l’espressione libera della sessualità e per i diritti civili – importate soprattutto dagli Stati Uniti.

La lotta contro l’autoritarismo familiare e, in quanto ragazze, contro l’identificazione del proprio futuro con il “destino sociale delle donne” di quegli anni, vale a dire un futuro fondamentalmente familiare, passa in modo determinante attraverso l’esperienza universitaria, e ciò che quell’esperienza porta con sé. Ma anche, e soprattutto, emerge dal volume la contraddizione di un movimento in cui tante ragazze si trovarono a scegliere, successivamente alla rottura del ’68, fra una rivoluzione di cui si confondevano i contorni e la scoperta di sé, una rivolta femminista sotto il segno della liberazione. Nel testo anche tre inserti di una generazione successiva: quelle delle figlie, o sorelle minori, che a quella generazione hanno guardato e imparato.

Da Server donna di Bologna