Doppia inaugurazione il 20 aprile 2017 per Amalia Del Ponte. Si parte dal Museo del Novecento dalle  ore 18,00 alle ore 19,30 per poi passare allo Studio Museo Francesco Messina, dalle ore 19,30 alle ore 21,00  con performance alle 20.00

Onde lunghe e brevissime è il titolo della mostra personale di Amalia Del Ponte in due sedi, al Museo del Novecento a cura di  Iolanda Ratti e allo  Studio Museo Francesco Messina a cura di Eleonora Fiorani. Con questo progetto espositivo Milano rende omaggio agli oltre cinquant’anni di attività dell’artista, con un’importante collaborazione tra due istituzioni civiche,  che ne sottolinea la vocazione diversa ma complementare; mentre al Museo del Novecento si traccia un percorso storico-critico a partire dalla presenza in collezione di uno dei più importanti lavori dell’artista, il Museo Messina propone un’inedita installazione site specifiche verrà attivata da una performance live.

Due focus che hanno il comune obiettivo di tracciare un collegamento tra due fasi differenti e sinergiche del ricco e articolato percorso di Amalia Del Ponte: gli anni ‘60 e ‘70 e gli anni ‘80 e ‘90, evidenziando il carattere visionario e, anticipatore della sua ricerca sulla luce e sul suono.    Proprio a questa fa riferimento il titolo:    onde lunghe e brevissime per disegnare il suono e la    luce. “Le onde sonore condividono la natura ondulatoria della luce – dice l’artista – ma mentre le onde sonore udibili variano da 17 mm a 17 metri, le onde luminose visibili variano da 400 a  700 miliardesimi di metro e il nostro cervello le interpreta come colori”.     

L’esposizione al Museo del Novecento, a cura di Iolanda Ratti, introduce il tema della luce    attraverso la ricostruzione del percorso legato alle ricerche sul plexiglas. Dal 1964, anno in cui l’artista    realizza le prime sculture trasparenti, si passa alla serie dei Tropi    (così battezzati da Vittorio Fagone nel 1967), e si chiude con la realizzazione, nel 1973, dell’   Area Percettiva    per la XII Biennale    Internazionale d’Arte di San Paolo, dove Amalia Del Ponte – invitata da Bruno Munari e Umbro Apollonio – vinse il Premio Internazionale per la Scultura.    In quest’occasione venne esposta l’opera monumentale    How do you feel?    del 1971, donata al Museo del Novecento nel 2014 e oggi    presentata al pubblico per la prima volta. In mostra circa dieci sculture, i disegni di studio sugli    indici di rifrazione e riflessione della luce, oltre a una selezione di documenti storici e fotografie dell’epoca, scattate tra gli altri da Ugo Mulas, Mario Carreri e Arno Hammacher.

La mostra allo   Studio Museo Francesco Messina, a cura di Eleonora Fiorani, sarà invece focalizzata sulla ricerca sul suono e sulle pietre sonore, condotta tra 1985 e il 1995 attraverso la realizzazione dei    Litofoni, sottili lastre di pietra intonate al fine di essere suonate a percussione.    I litofoni    rappresentano delle “forme-suono che come ha scritto Eleonora Fiorani  rimandano oltre il visibile: ricreano le invisibili corrispondenze tra le forme geometriche, le scale musicali e quelle dei colori”.

Al centro dell’allestimento spicca l’opera Aria della freccia, del 1994, composta da tre litofoni, che rappresenta una riflessione dell’artista sulle corrispondenze tra la    finitezza della forma visibile e la risonante armonia della vibrazione sonora. Durante la serata inaugurale,  Aria della Freccia sarà protagonista di una  performance    inedita e appositamente composta dal percussionista Elio Marchesini. Saranno inoltre presentate altre sculture sonore,  una selezione di disegni e studi confluiti nel libro.

La forma del suono (ed. Semar, Roma 1993) e una rassegna di fotografie e video delle performance, eseguite tra gli altri da Davide Mosconi,    Gabin Dabiré, Gianluca Ruggeri e David Ryder.

La mostra    Onde lunghe e brevissime    sarà accompagnata da un catalogo edito da Editrice Quinlan.  

In occasione della mostra il  18 maggio alle ore 18    si terrà presso il Museo del Novecento una    tavola rotonda nella quale si presenterà il lavoro di Amalia Del ponte dagli esordi fino ad oggi.    Parteciperanno, oltre alle curatrici e all’artista,  Francesco Tedeschi   , docente di storia dell’arte    contemporanea presso l’Università Cattolica e i critici  Tommaso Trini  e Lea Vergine.

 

Biografia   Amalia Del Ponte    Nasce a  Milano nel  1936, si diploma in scultura con Marino Marini  all’Accademia di Brera tra il 1956 e il 1961. Sin dall’inizio rivolge la sua ricerca alle geometrie, ai materiali e alle infinite    possibilità che essi mettono in campo scegliendo il plexiglas per le sue prime sculture, chiamate “Tropi” da    Vittorio Fagone in occasione della personale alla Galleria Vismara nel 1967.

Lavora intanto anche come interior designer, realizzando, tra gli altri, gli interni del primo negozio di  Elio Fiorucci a Milano del 1967.

Nel 1973 riceve il primo riconoscimento    internazionale, quando vince il Primo Premio Internazionale per la Scultura alla Biennale di San Paolo,  cui partecipa su invito di Umbro Apollonio e Bruno Munari, per l’opera Area Percettiva, un “ambiente” che permette di sperimentare un’esperienza di vuoto percettivo.

Nel 1977 partecipa alla mostra Expò Arte. Ipotesi ’80, curata da Lea Vergine, alla Fiera del Levante di Bari, insieme ad altre artiste impegnate sul fronte del femminismo e, tra il 1978 e il 1980, espone per tre volte al C-Space di New York.

Seguiranno due partecipazioni alla Biennale di Venezia, nel 1986 invitata da Arturo Schwarz   e nel 1995 da Gillo Dorfles, quando le viene dedicata una sala personale nel Padiglione Italia in cui presenta i Litofoni, pietre sonore che dal 1985 espone accompagnate da performance eseguite da importanti musicisti e compositori.

Nel 2005 espone alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano per la mostra La Scultura Italiana del XX secolo, a cura di Marco Meneguzzo e Flaminio Gualdoni  e, nel 2009, partecipa a La città salvata. Omaggio a Simone Weil    ai Magazzini del Sale, evento collaterale alla Biennale  di Venezia.

Nel 2010 realizza per l’Isola della Certosa nella Laguna di Venezia, a cura di    Eleonora Fiorani, l’istallazione site-specific Regno dei possibili, invisibili. Del 2015 è la personale La porta senza porta alla Galleria Milano. (www.amaliadelponte.org)

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