Gli amanti di Magritte

Mercoledì 9 maggio 2018 alle ore  1830  alla Casa delle donne di Milano  in Via Marsala, 8  presentazione del libro Sentire e pensare – L’amore tra distanze e vicinanze, differenze e persistenze di Barbara Mapelli (Edizioni ETS 2017) Ne discutono  con l’autrice  Giovanna Pezzuoli, Maria Claudia Alemani, Mauro Muscio. Interventi e dibattito sono coordinati da  Vittoria Longoni

Questo incontro è il terzo nell’ambito della rassegna progettata dalla Bibliomediateca dal titolo Le pratiche politiche del movimento delle donne: corpi, voci, scritture.

Tema immenso, da ripensare e da aggiornare rispetto alle nuove sensibilità, aperture ed esperienze di questi anni. La “differenza” di genere da declinare al plurale, mille sfaccettature plastiche di generi come soglie su cui sostare e da cui magari sporgersi in avanti, le nuove soggettività, le monogamie seriali, le polifedeltà, le coppie che possono diventare “triple”, le donne eterosessuali che provano a sentirsi in minoranza… Tutte queste novità, sullo sfondo delle domande millenarie di un “discorso amoroso” che continua a interrogarsi su come essere se stesse mentre si desidera fondersi con un altro/a, sulle antinomie tra dipendenza, indipendenza, interdipendenza; tra vicinanze e distanze, permanenti e necessarie. L’amore tra donne e uomini ha sviluppato saperi, linguaggi, sensibilità e pratiche, ma nella storia tutto ciò si è intrecciato con lo squilibrio di potere tra i generi, con oppressioni e dominazioni. Possiamo cercare di ripensare questo immenso patrimonio culturale in un contesto attuale di (ricerca di) libertà e reciprocità? Come si articolano oggi soggettività e relazioni? Barbara Mapelli prosegue una ricerca che abbiamo già conosciuto nei suoi testi precedenti, da “Infiniti amori” a “L’androgino tra noi”. Una ricerca che certo, per lei e per noi, non si fermerà qui.

Barbara Mapelli

Tocca dunque a noi donne reinventare il discorso d’amore? Eppure, nota Barbara Mapelli, nel femminismo è mancata una riflessione ampia e approfondita sul significato dell’amore per le donne e soprattutto sulle contraddizioni che derivano da un’antica cultura femminile ricca di saperi, sensibilità e capacità espressive, legata tuttavia a un vincolo di illibertà e a un passato di subordinazione. Barbara esplora così gli snodi fondamentali del pensiero femminista del Novecento, dalla categoria della differenza – rivoluzionaria in quanto significa dirsi differenti e di egual valore – alla discussione intorno al genere, dove la critica di un potere maschile strettamente legato al paradigma dell’eterosessualità segnala l’insofferenza e l’inadeguatezza della rigida binarietà fra femminile e maschile. Se è importante dunque «riconoscere le vicinanze tra i due sessi e le infinite possibilità di appartenenze che si collocano tra i due poli del maschile e del femminile…», è pur vero che la nostra educazione sentimentale si fonda su una cultura dell’amore eterosessuale, che vive in noi, «ci abita nel profondo».