Davis e i fratelli Mik e Aston non hanno alcun paradiso a cui aspirare se non una squallida stanza in un caseggiato fatiscente di un quartiere suburbano della più estesa metropoli dell’Europa. Un luogo dove gli oggetti, le suppellettili che adornano e rendono accogliente e calda la vita familiare borghese, sono ammassati alla rinfusa. “E’ il dramma degli esclusi, dei reietti, – sottolinea il regista – quelli ai margini, che non hanno alcuna speranza di redenzione, che non sembrano nemmeno cercarla, volerla, forse conoscerla. E’ il dramma della negazione del sé e dell’altro, della solitudine di esseri che non si comprendono”.

Aston sta meglio nascosto tra le cose, Mik non ha altri da sottomettere, da intimidire, da sopraffare, Davis è troppo fragile per scappare, uno schiavo predestinato. E‘ tutto fermo e così rimarrà, immutevole.

La nostra messa in scena de IL CUSTODE, – spiega il regista Riccardo Magherini – vuole cercare di essere il più fedele possibile all’originale inglese, anche con l’aiuto della traduzione di Alessandra Serra che, proprio per questa edizione, si è spesa in un aggiornamento della stessa, rendendo il testo ancora più asciutto e incalzante. Nella nostra versione si vuole dare più enfasi a quella sensazione che Pinter lascia scorrere tra le righe, quell’idea di trovarci davanti a una partita crudele, un gioco senza vincitori, che i due fratelli sembrano allestire a ripetizione, una commedia nera, caratterizzata da una comicità cruda e disincantata, da un umorismo sferzante e impietoso”.

Il luogo fisico della stanza viene incastonato in un “non luogo” che lo circonda, in cui si possono intravvedere i partecipanti di questa partita attendere il proprio turno di gioco, da cui si sentono arrivare i suoni del mondo trasformati in note dal lavoro di composizione, ironico e sognante, di Maurizio Pisati.

Foto di Harold Pinter che morì il giorno di Natale del 2008 all’età di  78 anni.
La foto risale ad un anno prima della sua morte. E’ seduto alla scrivania del  suo studio in West London

Harold Pinter, drammaturgo inglese (Londra 1930 – 2008). Scrittore tra i più complessi e originali della sua generazione, si formò come attore per poi esordire come autore teatrale. Le sue opere sono basate su situazioni psicologiche che hanno come temi la coesistenza nella medesima persona di violenza e sensibilità, la natura fallibile della memoria, il mistero dell’animo femminile; temi che ritornano con insistenza in molte delle sue opere, in cui l’intreccio è talvolta quasi assente e lo svolgimento è affidato al dialogo, con cui egli sa creare intense atmosfere. Nel 2005 gli è stato assegnato il premio Nobel per la letteratura. Esordì come autore con l’atto unico The room (1957), e fu consacrato con The caretaker (Il custode, 1960) come il più complesso e originale tra gli autori teatrali inglesi della sua generazione. Autore di radiodrammi e copioni televisivi, ha lavorato molto anche come sceneggiatore cinematografico.