In vista della Giornata internazionale per la tolleranza zero nei
confronti delle mutilazioni dei genitali femminili, che si celebra il 6
febbraio, Amnesty International e l’European Women’s Lobby hanno chiesto
all’Unione europea di adottare una visione coerente e l’impegno per porre
fine a queste e ad altre forme di violenza contro le donne. Dal 2010, quando la Commissione europea aveva promesso di adottare una
strategia sulla violenza contro le donne, comprese le mutilazioni dei
genitali femminili, non vi e’ stato alcun tentativo coerente e strutturato
di affrontare questa violazione dei diritti umani.

Il parlamento europeo stima che 500.000 donne e bambine residenti in
Europa portino su di se’ le conseguenze permanenti delle mutilazioni dei
genitali femminili e che altre 180.000 siano a rischio ogni anno. Molto
spesso, le bambine vengono portate all’estero durante le vacanze estive e
costrette a subire la mutilazione dei genitali, garanzia del loro status
sociale e della loro idoneita’ ad andare in spose. Pur se alcuni stati
membri dell’Unione europea si sono dotati di leggi e politiche in materia,
c’e’ ampia disparita’ tra stato e stato.

In Francia, Regno Unito, Svezia e altri paesi dove e’ stata riconosciuta
reato da oltre un decennio, la pratica delle mutilazioni dei genitali
femminili prosegue.
_ ‘E’ la prova che la legge non e’ la chiave che chiude
tutte le porte a questa violazione dei diritti umani. L’Unione europea
dovrebbe adottare un approccio complessivo che coinvolga le comunita’
interessate, per garantire che le bambine siano protette e le loro
famiglie non siano colpite dallo stigma’ – ha dichiarato Christine Loudes,
direttrice della Campagna europea END FGM, per porre fine alle mutilazioni
dei genitali femminili, promossa da Amnesty International.

La violenza contro le donne, di cui le mutilazioni dei genitali femminili
sono uno dei piu’ gravi esempi, e’ un fenomeno sistematico e molto
diffuso. Quasi ogni donna nell’Unione europea subira’ qualche forma di
violenza durante la sua vita, una su cinque sara’ vittima di violenza
domestica, una su 10 verra’ stuprata o costretta a compiere atti sessuali.

Amnesty International e l’European Women’s Lobby ritengono che un passo
che ciascuno stato membro dell’Unione europea potrebbe gia’ intraprendere
per proteggere le donne e le bambine dalle mutilazioni dei genitali
femminili e da altre forme di violenza contro le donne, sia quello di
firmare e ratificare la Convenzione del Consiglio d’Europa per prevenire e
combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica.

L’Italia non ha finora firmato la Convenzione. L’auspicio e’ che il
governo italiano si impegni a firmarla e ratificarla quanto prima in
quanto si tratterebbe del primo strumento internazionale giuridicamente
vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne
contro qualsiasi forma di violenza.

‘Porre fine a tutte le forme di violenza contro le donne, comprese le
mutilazioni dei genitali femminili, dev’essere una priorita’, specialmente
in tempi di crisi. Sappiamo che l’Unione europea ha gli strumenti per far
cessare la violenza contro le donne e sviluppare una strategia che
garantisca a tutte le donne il diritto di vivere libere dalla violenza.
Allora, cosa stiamo aspettando?’ – ha chiesto Cecile Greboval, direttrice
dell’European Women’s Lobby.

In occasione della Giornata internazionale per la tolleranza zero nei
confronti delle mutilazioni dei genitali femminili, Amnesty International
ha lanciato un .

– {{Ulteriori informazioni}}

Nel settembre 2010, la Commissione europea ha presentato una [strategia
d’azione per combattere la violenza contro le donne->http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=89&newsId=890&furtherNews=yes] nell’ambito della sua
strategia per promuovere l’uguaglianza di genere. La Commissione europea
ha promesso di ‘adottare una strategia a livello europeo per combattere la
violenza contro le donne, compresa la pratica della mutilazioni dei
genitali femminili’.

La [Convenzione del Consiglio d’Europa per prevenire e combattere la
violenza contro le donne e la violenza domestica->http://conventions.coe.int/Treaty/Commun/ChercheSig.asp?NT=210&CM=1&DF=&CL=ENG] e’ stata firmata da 18
stati ma finora non ha avuto alcuna ratifica. L’Italia non è tra gli stati firmatari

Le mutilazioni dei genitali femminili sono una violazione dei diritti
umani che colpisce ogni giorno nel mondo 8000 donne. L’Istituto europeo
per l’uguaglianza di genere ha lanciato uno studio per raccogliere dati
sulla pratica delle mutilazioni dei genitali femminili nell’Unione
europea, i cui risultati sono attesi nel 2013.

Nel 2010, la Campagna europea END FGM, per porre fine alle mutilazioni dei
genitali femminili, promossa da Amnesty International, ha lanciato una
strategia in cui pone alle istituzioni e agli stati membri dell’Unione
europea [una serie di richieste per porre fine alle mutilazioni dei
genitali femminili->http://www.endfgm.eu/en/news-and-events/news/press-releases/amnesty-international-campaign-launches-strategy-for-europe-to-end-fgm-0022/].

Il 25 novembre 2011, l’[European Women’s Lobby->http://www.womenlobby.org/spip.php?article64&lang=en ] ha emesso un comunicato
stampa sull’impatto della crisi sulla violenza contro le donne e ha
rinnovato la sua richiesta all’Unione europea affinche’ agisca per porre
fine alla violenza contro le donne.