In occasione di un Convegno tenutosi ad Orvieto il primo giugno presso la Sala Fondazione CRO sulla legge 54/2006, la Prof ssa Anna Oliviero Ferraris, ordinario di Psicologia dello sviluppo presso la Sapienza di Roma, ha accettato di anticipare per il nostro giornale alcuni argomenti poi dibattuti duranti i lavori. {Circa l’applicazione della legge 54/2006 l’esperienza che ci appartiene come giornale femminista, organo di informazione collocato all’interno della Casa internazionale delle donne di Roma, riguarda soprattutto le donne che troppo spesso o devono affrontare da sole prima il disagio di una gravidanza non accettata dal compagno, poi di allevare, mantenere, educare i figli, o devono lottare per non separarsene. Punto di vista parziale? Sicuramente anche molti padri alla separazione della coppia soffrono per l’allontanamento dai figli. Questa legge in vigore da sei anni ha consentito agli interessati soluzioni equilibrate?}

Alla momento della separazione i padri spesso soffrono della perdita del ruolo genitoriale: diventano i genitori della domenica, compagni di gioco. La legge 54/2006 è nata per superare questo problema ma è risultata più buona nelle intenzioni che nella applicazione. Spesso le madri sono privilegiate. Bisogna ristabilire parità di ruolo. Da notare che si sta registrando un notevole aumento di denunce per maltrattamenti, freddezza e abusi sessuali da parte delle madri affidatarie contro gli uomini(80%), denunce che poi nel 60/80% dei casi risultano false. Spesso i padri denunciano per abusi i nuovi compagi delle donne. Sappiamo che per la maggior parte queste sono strategie suggerite dagli avvocati per ottenere l’affido totale al loro cliente. I figli ne soffrono, vengono allontanati dal luogo di residenza, iniziano perizie, interrogatori. I tempi della giustizia sono troppo lunghi.

{Quali elementi della legge 54 si possono modificar e per eliminare questa conflittualità?}

C’è molto lavoro da fare. Bisognerebbe creare il cosiddetto diritto collaborativo, già sperimentato negli USA con notevole dispendio economico, per avere cioè una equipe con due avvocati, due commercialisti…. e sensibilizzare gli avvocati per far maturare i coniugi. Bisogna mettere al centro i figli che hanno bisogno delle due figure genitoriali. Demolirne una li danneggia a scapito di tutti.

{Nella situazione attuale esistono possibilità di intervento da parte di persone al di fuori della coppia per alleviare il disagio di tutti e in particolare dei figli?}

Le figure genitoriali sono molto forti per l’equilibrio dei figli. Potrebbero intervenire parenti e amici ma la famiglia odierna è spesso mononucleare e i nonni, se ci sono, spesso si alleano o con l’uno o con l’altro dei coniugi. Se i genitori, rispettandosi, rimangono genitori i figli anche in poco tempo superano il problema che, altrimenti, può permanere a lungo.

Durante i lavori pomeridiani i relatori nei loro interventi hanno poi ripreso questi argomenti soffermandosi soprattutto sugli aspetti giuridici del problema ed hanno confermato che la legge in pochi anni di applicazione ha dimostrato di non funzionare.
_ Il Prof re Marino Maglietta, presidente dell’associazione Crescere insieme, nel sintetizzare lo stato dell’arte della legge ha sottolineato che è proprio la sua controversa applicazione che determina numerosissimi convegni e dibattiti accesi. Spesso è stata tradita. Questa infatti prevede il passaggio ad un regime in cui al centro c’è il figlio, in cui si parla di cura non di mantenimento, quindi prospetta una diversa quotidianità. In questo caso i fine settimana alternati diventano un modo ambiguo per continuare a fare come prima. La legge è da riscrivere.

Ha rincarato la dose il Presidente del Tribunale di Orvieto Dott re Edoardo Cofano. Secondo lui la legge non spiega bene cosa sia l’Affido Condiviso. Questa disciplina è una disciplina grigia che rinvia alla discrezionalità del giudice tempi e modalità di applicazione. Ciò può dar luogo a decisioni improprie senza tradire la legge. Una modifica è auspicabile.

Il dibattito finale ha poi fatto emergere con evidenza il disagio degli avvocati presenti in gran numero: si sono sentiti attaccati ingiustamente, hanno rivendicato un faticoso lavoro in una quotidianità complessa, fatta di relazioni con coppie in crisi, alle prese con una legge la cui applicazione non facilita il loro compito.

E’ una legge vecchia che fa riferimento alla vecchia famiglia oggi inesistente. I clienti spesso sono poveri, i padri spessissimo irresponsabili, i genitori si separano avendo duo o tre figli e spesso dopo pochi mesi ne hanno altri…
Deve cambiare la cultura.

In alcuni casi i padri stanno cambiando ma la legge 54/2006 li punisce, non li prevede perché è stata fatta per arginare i cattivi genitori.