Dal Camerun giunge l’invito dell’avvocata Alice N’kom ad unirsi all’appello al Presidente di quello Stato perché intervenga per fermare la violenta repressione delle persone omosessuali e liberare quelle che sono in prigione solo perché sono gay.Mi chiamo Alice N’Kom, e qui in Camerun sono uno dei pochi avvocati che prendono le difese di quei cittadini condannati solo perché sono gay.

Nelle ultime settimane, la violenza e la repressione nei confronti delle persone gay sono esplose e la situazione ha raggiunto un punto critico. Il presidente del cameroun può mettere fine a questa repressione e noi abbiamo deciso di interpellarlo.

Io assisto, impotente, ad una vera caccia agli omosessuali orchestrata dalla polizia – più di dieci persone sono state arrestate per il delitto di “omosessualità”. Uno di loro, Jean-Claude, è stato condannato a 3 anni di prigione soltanto perché ha inviato un Sms per dichiarare il suo amore ad un altro giovane. Ed io ricevo numerose testimonianze di violenze omofobiche da tutte le parti del paese.
Ho 66 anni, e da dieci anni difendo i diritti delle persone lesbiche, gay, bi e trans in Camerun: non ho mai visto una situazione così grave.

Chi può mettere un termine a tutto ciò è il presidente Paul Bita. Egli è il solo che può fernare il cerchio infernale di arresti e violenze omofobiche, richiedere la liberazione immediata delle persone ancora in prigione e metter fine alle leggi che fanno dell’omosessualità un crimine in Cameroun.

Il tempo stringe. Io mi appresto ad andare, con i miei colleghi, nella capitale del paese Taoundé per consegnare un appello internazionale direttamente alla sede del presidente.

Aggiungete fin da ora la vostra firma al nostro appello:
www.allout.org/fr/cameroon

Egli non potrà ignorare un appello che viene dai quattro angoli del mondo. conto su di voi.

Maître {{Alice N’Kom}}, per {Adefho, Association pour la défense des droits des homosexuel in Cameroun}, e
{Alternatives-Cameroun}

immagine da gaywawe.it