Nel corpo femminile – scrive Rita
Sagato,studiosa della problematica del femminicidio in America Latina –
violato e giustiziato, che nelle guerre contemporanee si riduce e
nemico, lo (Stato) si discredita e lo si demoralizzaCassandra Bouvier, Houria Mounmi due giovani
studiose francesi dell’Istituto di Studi Superiori dell’Americana Latina
della Nouvelle Sorbonne – Paris III, che a quanto pare indagavano la
deviazione dei fondi della Cooperazione per gli aiuti alle indigene del
Chaco, che subiscono quotidianamente la violenza e la violazione dei
loro diritti collettivi, per mano di chi vuole appropriarsi delle loro
terre per la produzione intensiva di soia, furono uccise a San Lorenzo
nel mese di luglio, a colpi di pistola,picchiate, ed una di esse
violentata, secondo quanto riportato dalla stampa.

Marcela
Yarce Vivero y Rocío González Trápaga ,giornaliste, la prima
responsabile delle relazioni pubbliche della rivista Contralinea, la
seconda giornalista indipendente, “voce pubblica invisa al sistema”
come dice Francesca Gargallo(1) sono state trovate uccise a Iztapalapa,
Méssico,strangolate e colpite come le due francesi a Salta.

Queste
quattro donne uccise,le prime in Argentina e le altre in Messico,
ingrossano le statistiche dei femminicidi che per tutta la nostra
America continuano a riempire le pagine dei giornali, soprattutto quelle
della cronaca di polizia.

Migliaia di giovani donne
vengono uccise annualmente per mano dei loro partners ed ex partners, ma
anche da sconosciuti, crimini individuali o di gruppo, per motivi
diversi, che vanno dal tentativo di controllarne la sessualità, di
appropriarsi dei loro corpi e della loro vita di moglie o amante,
crimini che hanno – come nel caso delle giornaliste e delle studiose
universitarie menzionate – l’obiettivo di mettere a tacere le loro voci e
inviare un messaggio alla società su ciò che può accadere alle donne
che osano sovvertire l’ordine di genere costituito, addentrandosi nei
mondi dove gerarchie e potere non devono essere messi in discussione.

Si
tratta di uno dei più crudeli componenti di questa serie di dispositivi
di disciplina che hanno i poteri: chi non si terrorizza di fronte alla
possibilità di essere assassinata in modo così brutale? Chi non rimane
paralizzata e si comporta come socialmente previsto sia in casa che in
strada?

I femminicidi ci dicono che la messa in
discussione della gerarchia costituita si paga con il sangue, che le
donne che osano rompere gli schemi uscire da ciò che è già stabilito per
il suo genere, come indagare sui crimini contro le donne o la
violazione dei diritti umani,lasciare il partner violento o non volere
ri-tornare con un ex che non si ama più,amare un’altra persona, fa
correre il richio di ricevere come punizione la pena di morte.

Il
femminicidio dice la sociologa guatemalteca Ana Leticia Aguilar ” ha la
funzione finale di controllare, disciplinare e punire dal momento in
cui avviene l’esecuzione di una donna al trattamento successivo da parte
dei mass-media e degli organismi incaricati di fare giustizia” (2).

E’
– come nei casi segnalati – un tentativo di posizionamento e di critica
nei confronti dello Stato, che vuole evidenziarne l’incapacità a
garantire la sicurezza delle donne e l’esercizio dei loro diritti negli
spazi territoriali.

” Nel corpo femminile – annota Rita
Sagato,studiosa della problematica del femminicidio in America Latina –
violato e giustiziato che nelle guerre contemporanee si riduce e
nemico, lo (Stato) si discredita e lo si demoralizza. Questo
antagonista è colui che ha la responsabilità o dovrebbe avere il ruolo
di tutore, guardiano o protettore della vittima, ruolo che- come
l’aggressione prova – non riesce ad assolvere, cadendo pertanto
disonorato nel suo ruolo di autorità virile” (3).

E’ a
Marcela Lagarde che dobbiamo lo sviluppo del concetto di femminicidio.

Lo propose per differenziarlo dal termine femmicidio usato da Diana
Russell ed Hill Radford nel loro libro “{Femicide: The Politics of Woman
Killing}, come traduzione letterale dall’inglese e considerare la
necessità di un termine che approfondisse i significati che hanno gli
omicidi delle donne nelle società dove la esclusione, l’iniquità e la
disuguaglianza per motivi di genere rappresentano la norma.

” In
castigliano, femicidio è una voce omologa all’omicidio ed ha solo il
significato di omicidio di donne. Quindi per differenziare, ho preferito
la parola femminicidio per denominare così tutte le violazioni dei
diritti umani delle donne che hanno i crimini e le sparizioni delle
donne e questi fossero identificati come crimini contro l’umanità” (4).

(…)

Anche
se è un passo importante tipificizzare il crimine contro le donne come
femminicidio ed aumentare le pene, se tali misure non vengono
accompagnate da cambiamenti sostanziali nelle diverse istituzioni dello
Stato non possono avere un forte impatto.

Mentre le donne
continuano ad essere viste oggetti di proprietà e non come soggetti di
diritti; mentre i nostri corpi vengono considerati come campi di
battaglia per combattere il nemico; mentre l’immagine che si trasmette
nei mass-media è soprattutto quella di oggetti sessuali o di strega come
succede quando una donna è coinvolta in una questione pubblica; mentre
lo Stato non garantisce la sicurezza e i diritti, le pari opportunità
per uomini e donne; mentre continuiamo ad essere invisibili come
protagoniste e mentre non cambia il concetto che hanno molti funzionari e
funzionarie che la violenza contro le donne ce la andiamo a cercare;
mentre persiste l’idea che le donne sono usa e getta; mentre non si
sensibilizzano le società sull’impatto della violenza di genere,mentre
le donne stesse non vediamo che il dolore di una donna in qualsiasi
parte del mondo è anche il nostro dolore. Potranno aumentare le pene,
però le donne continueremo ad essere vittime della violenza femminicida
che come uno spettro si aggira in America, nel nostro paese.

E – aggiungo io – per tutto il mondo.

{traduzione di AnitaLia Di Peri Silviano}

{L’articolo originale, in spagnolo, si trova sul sito [la ciudad de la diosas->http://laciudaddelasdiosas.blogspot.com/2011/09/siguen-matando-mujeres.html] }