Presso lo spazio Calisti (via C. Battisti 19), situato nel cuore di Perugia, a pochi metri dall’Università per gli Stranieri , le Hysterical Women propongono dal 20 al 31 marzo, la mostra “Matrilineare”.
{{[Hysterical Women->http://www.hystericalwomen.com]}} è un collettivo di giovani artiste che lavorano ed operano alla Old Police Station di Londra, nuovo centro dell’arte contemporanea e della cultura della capitale del Regno Unito. Il nome del gruppo richiama la {{“falsa malattia”}} legata alla sessualità femminile , che da Ippocrate e nei secoli a seguire servì come base pseudoscentifica per legittimare il dominio maschile sulle donne. L’intento del gruppo è quello di disvelare un orizzonte simbolico e culturale segnato da antichi e nuovi pregiudizi che insistono sulle vite e sui corpi della donne nella contemporaneità.

Matrilineare è la discendenza trasmessa da madre in figlia/o: “un filo conduttore che svela la realtà femminile offuscata, modificata da una storia scritta dagli uomini” come sottolinea in una nota {{Sara Pergola}}, curatrice dell’evento.

Nei sotterranei del suggestivo spazio espositivo, le mura etrusche raccolgono le opere delle artiste: {{Anna Lewenhaupt}} esplora attraverso i suoi lavori -autoritratti, collage e istallazioni- il regno dell’inconscio per dare spazio a quegli elementi irrazionali presenti nel quotidiano che ci legano la passato; {{Marcella Iriarte}} con la tecnica del collage prende in esame l’uso del velo ei personaggi femminili nei film arabi, interrogandosi sulle ragioni, oltre quelle religiose, per le quali si tramanda questo costume; {{Maria Carmela Milano}} esplora il rapporto che le donne hanno con il proprio corpo dal “dentro” attraverso le emozioni e usa l’uncinetto per riprodurre Cuore, Utero, Polmoni che sono identificati dall’artista come i luoghi in cui le emozioni hanno origine e si alimentano fino a provocare, in casi estremi, malattie psicosomatiche. Per questo il suo intento è quello di tirarli fuori dal corpo per renderli visibili; {{Maya Berthou}} usa il clown, un carattere esplorato dall’artista in più occasioni, per collocarlo nel posto più intimo della casa: il bagno. Attraverso la tecnica del cucito su tela il clown mostra, lavandosi la faccia, il suo volto di donna.

{{Alexandra Unger}} è la fondatrice del gruppo, nelle sue opere corporeità e femminilità sono al centro dell’indagine. In questi ultimi anni è stata affascinata dal mito “Leda e il cigno” in cui Zeus invaghitosi di Leda si unì a lei sotto forma di cigno, la donna partorirà due uova giganti da cui uscirono due coppie di gemelli. L’artista trova il filo conduttore tra questo mito e l’unione Vergine Maria-Spirito Santo, nell’astrattezza dell’entità maschile e nel materialismo corporeo della donna. Con Leda’s reproductive system l’artista indaga anche la possibilità di una riproduzione e una continuità della specie solo al femminile.

La mostra “Matrilineare” , come spiega Alexandra Unger, è un percorso artistico che vuole rimettere {{al centro l’impulso genealogico}} stabilendo linee di continuità e rottura con le nostre storie passate, per pensare e agire la contemporaneità.