Una  delle  porte  per  entrare  in  Europa,  dal  Marocco e  dai  paesi  subsahariani è il confine  con la Spagna, presso l ’ enclave  di Ceuta.  Su questo confine lunedì 28 agosto sono morte due donne, altre  quattro  ferite gravemente . Altre cinque erano state ferite in aprile, una  ragazza  morta  in  marzo:  sono  le  donne-mulo. Sono morte calpestate dalla ressa ingovernabile che si crea al passaggio,  travolte e uccise.

Ma  chi  sono  queste  donne  che  si  ammassano  ogni  giorno  su  questo  “confine” ?  Sono portatrici  di  merci, “muli ”,  animali  da  soma che  per  conto  di  contrabbandieri  con  base  nel  grande  centro  di  smistamento  di  Ceuta  (oltre  270  ‘ aziende ’ ) cercano  di  far  passare  dalla  frontiera  tra  Ceuta  e  il  Marocco  carichi  inauditi  di  merce  di  contrabbando  (piccoli  elettrodomestici,  abbigliamento,  alimentari,  tappeti ) . Ogni  carico  è  di  almeno  80  chili  e  la  remunerazione  è  di  5 euro.  Stanno sotto il sole, senza acqua potabile, senza servizi igienici,  sottoposte a continui soprusi anche  sessuali.  Le  autorità  di  frontiera  consentono  il  passaggio  di  4.000  persone  al  giorno,  ogni  giorno  si  presentano  oltre  20.000  persone,  e  tra  queste le donne-mulo con i loro carichi. Le resse, la confusione, le prepotenze sono  la regola quotidiana.  Anche  in occasione della tragedia di lunedì,  le autorità di frontiera hanno  aperto l ’ ennesima  “ inchiesta ” … .

Articolo uscito il 29 agosto 2017  a cura  carlapecis@tiscali.it – Mediterranea