E’ vero, non la potrò più abbracciare e chiederle: come stai? O, salutarla da lontano quando entravo in una sala e lei seduta alla presidenza si accingeva a parlare.

Era sempre molto chiara, mai dogmatica. Le sue posizioni sia che analizzasse la situazione politica , sia che entrasse in merito al dibattito interno al movimento femminista non permettevano equivoci.Ed è proprio per la ricchezza delle cose da lei intraprese che non si può pensare che non ci sia più. Il suo lavoro – cioè lei – continuerà -come lievito madre- a rigenerare nuove coscienze.

Abbiamo incrociato non solo la nostra vita professionale e politica ma anche quella legata al quotidiano. Ricordo i corsi pre-parto della Montessori. Lei aspettava Maddalena, io Paola. Erano i primi mesi del 1978. Andavamo fiere della nostra gravidanza quasi a dimostrare che le lotte per una legge che garantisse alle donne una scelta consapevole della maternità era una lotta più che giusta che voleva strappare le donne dalla violenza degli aborti clandestini. Anche nella chiacchiera più minuta, quella sulle piccole cose, non era mai banale.

Ricordo una conversazione sul senso di tingersi o no i capelli. Cominciavamo ad avere i primi ciuffi bianchi. Lei aveva cominciato a nasconderli. Un problema estetico? forse, ma non solo. Importante era capire chi si era anche quando di sfuggita ci si guardava ad uno specchio. Colorare il bianco poteva dilatare virtualmente il tempo, quel tempo in cui stavamo vivendo al massimo. I capelli che ingrigivano ci avrebbero costrette a pericolose accelerate. Dunque, perché non tingerli!? Mentre il vederli imbiancare poco a poco ci avrebbe fatto accettare la vecchiaia in modo indolore, non traumatico.. Insomma, un modo per avvicinarla con dosi omeopatiche. Entrambe le scelte ci sembravano ragionevoli.

Eravamo due persone diverse unite però da una infinità di cose. Dopo aver partorito ci siamo ritrovate con le rispettive figlie al San Gregorio al Celio Il primo Asilo Nido autogestito poi passato al Comune di Roma. Una lotta che ha continuato a dare i suoi frutti. Dopo più di 36 anni è rimasta ancora un area dove asilo nido e scuole materne continuano ad accogliere bambine e bambini di tutti i colori.

Ultimamente ci siamo incontrate alle assemblee di Se Non Ora Quando. Un rimpianto però ce l’ho ed è quello di non essere stata presente quando Mariella e Maddalena hanno presentato il loro libro Tra me e te alla Casa Internazionale delle Donne. Un testo molto importante proprio per capire le differenze tra due generazioni di donne che hanno fatto del proprio lavoro professionale e politico l’epicentro della propria identità. A questo proposito mi sembra interessante riportare alcuni brani, scritti a quattro mani, delle ultime pagine del libro.

…. I gruppi e le esperienze passano, le donne restano. Restano soprattutto le giovani, con la loro forza, il gusto di guardare al futuro, perché è a loro, e alle loro figlie, che appartiene…
…S’impone un ricambio. Il maternage è finito. Il femminismo italiano compie quarant’anni; le sue figure mitiche viaggiano verso la settantina. Resta una generazione dalla memoria pensosa e intensa….
….ha la missione di passare il testimone e di battersi perché lo spazio pubblico si apra intorno a quelle che ambiscono a frequentarlo. È necessario che siano le più giovani a raccogliere la sollecitudine verso la vita e verso la “cosa pubblica”. Libere.

Un fotogramma del rapido passaggio di testimone: due mani si sfiorano… poi si allontanano entrambe libere.