Abbiamo scelto 5 appuntamenti da seguire al Festival della Letteratura dove le donne sono significative protagoniste.

Partiamo dalla LA PRINCIPESSA DEL MONDO LETTERARIO  mercoledì 6 alle ore 21,15 a Palazzo Ducale – Piazza Castello  Michela Murgia dialogherà con Chimamanda Ngozi Adichie.

Essere citati da Beyoncé in una canzone è una cosa che pochi possono vantare nel proprio curriculum, eppure Chimamanda Ngozi Adichie (Dovremmo essere tutti femministi, Americanah) è ormai nell’Olimpo della letteratura mondiale, a prescindere dalle hit musicali. Appena diciannovenne, lascia la natia Nigeria per trasferirsi negli Stati Uniti, creando così un ponte tra Africa e Occidente che torna come cifra stilistica dei suoi romanzi, sia che parli di amori, femminismo, lotte di classe, guerra o immigrazione. Icona della lotta al sessismo e al razzismo, ama ridere di se stessa ricordando che persino i suoi famigliari la chiamano “old lady” per l’eleganza e la saggezza che la contraddistinguono, e che dimostra nel modo fermo ma ironico con cui combatte gli stereotipi in tutte le sue opere. Parlando con Michela Murgia, l’autrice del recente Quella cosa attorno al collo tenderà un filo che lega le parole alle origini, per raccontare la sua doppia cittadinanza e la sua visione del mondo.

Il 7 settembre alle ore 16,30 nella Sacrestia della Chiesa di San Barnaba  Choman Hardi  si confronterà con Paola Splendore ed Hevi  Dilara. Il titolo dell’incontro  OLTRE IL CONFINE LA PIOGGIA NON CAMBIA

Paola Splendore ha insegnato Letteratura inglese all’Università Orientale di Napoli e all’Università di Roma Tre, occupandosi in prevalenza di letterature post-coloniali e di letteratura migrante. Tra le sue aree di studio vi è anche la rappresentazione letteraria della violenza nella narrativa scritta da donne. Ha pubblicato saggi sull’opera di scrittori indiani, sudafricani e caraibici, oltre ad aver curato le edizioni italiane di opere di Virginia Woolf, del filosofo Raymond Williams e del premio Nobel J.M. Coetzee. Per Donzelli ha tradotto poesie di Sujata Bhatt (“Il colore della solitudine”, 2005), Ingrid de Kok (“Mappe del corpo”, 2008), Karen Press (“Pietre per le mie tasche”, 2012) e Moniza Alvi (“Un mondo diviso”, 2014); ha inoltre curato con Jane Wilkinson l’antologia di poesia sudafricana “Isole galleggianti” (Le Lettere, 2011) e tradotto una raccolta di poesie di Jo Shapcott (“Della mutabilità”, Del Vecchio, 2015). Nel 2016 ha coordinato il gruppo di traduttrici di un poemetto di Philip Schultz (“Erranti senza ali”); nel 2017 ha curato una silloge poetica di Hardi Choman (“La crudeltà ci colse di sorpresa”, Edizioni dell’asino, 2017)

L’8 settembre alle ore 10,15 sepre nella Sacrestia della Chiesa di San Barnaba, Brian Turner parlerà con la scrittrice Elisabetta Bucciarelli.  Il titolo dell’incontro: LA GUERRA ATTRAVERSO GLI OCCHI DI UN POETA

“È importante che si combatta per difendere i più deboli, ma spero di non dover mai più imbracciare un fucile. Il mio obiettivo adesso è conoscere il mondo attraverso la condivisione di lingue e di libri. Qualcuno mi chiamerà sognatore. Ma meglio essere un matto che vedere tutto nero”. Brian Turner (La mia vita è un paese straniero) ha servito per sette anni nell’esercito statunitense, spostandosi tra la Bosnia, l’Iraq e il Medio Oriente. Nel 2003 ha abbandonato le armi e ha iniziato a dedicarsi alla poesia, dipingendo il conflitto iracheno con il suo carico di dolore, paura, tristezza e solitudine, nella consapevolezza che esorcizzarlo con la scrittura non avrebbe cucito certe ferite, ma che avrebbe comunque portato sollievo. Turner è riuscito con i suoi versi – secondo le parole del New York Times Book Review – a “descrivere un evento più incomprensibile dello sbarco sulla Luna.

Il 9 settembre alle ore 10,30 al  Teatro Bibiena  Teresa Ciabatti ed Elisabetta Bucciarelli con Federica Velonà parleranno di VERITÀ LETTERARIE

Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quarantaquattro anni e non trovo pace. Voglio scoprire perché sono questo tipo di adulto, deve esserci un’origine, ricordo, collego. Deve essere successo qualcosa. Qualcuno mi ha fatto del male. Ricordo, collego, invento. Cosa ha generato questa donna incompiuta?” Finalista al Premio Strega 2017 con La più amata, Teresa Ciabatti ha scritto un’autofiction schietta e feroce, che prende vita dalla necessità di fare i conti con il proprio passato e con un’infanzia felice ma bruscamente interrotta. E che diventa però la storia di tutti grazie alla letteratura.

Di figlie parla anche il nuovo romanzo di Elisabetta Bucciarelli Chi ha bisogno di te, caratterizzato da uno stile rock e uno sguardo disincantato e poetico insieme sull’amore e l’amicizia. Le due scrittrici si confrontano sul confine tra letteratura e vita sotto la guida di Federica Velonà.

Elisabetta Bucciarelli, narratrice e drammaturga,  ha scritto per il teatro, il cinema e la televisione. Diplomata presso il Laboratorio di Scrittura Drammaturgica del Piccolo Teatro di Milano, esordisce ventenne con il testo “Forte come un toro”. Nel 1990 è co-sceneggiatrice del cortometraggio di Roberta Torre “Tempo da buttare”, premiato al festival di Edimburgo nello stesso anno. Nel 1996 scrive il soggetto e la sceneggiatura del mediometraggio “Amati Matti”, con la regia di Daniele Pignatelli e attore protagonista Giuseppe Battiston: il film partecipa alla 53° Biennale del Cinema di Venezia, ottenendo una menzione speciale della giuria. In seguito è consulente alla sceneggiatura del cortometraggio “Fame chimica” e soggettista e sceneggiatrice del mediometraggio “Liberi tutti”. Dal 2004 è autrice di format televisivi, ha scritto alcuni noir d’arte per “ArtNews” (Rai Educational) e collaborato agli approfondimenti culturali di “Booksweb.tv”. Con il romanzo “Happy Hour”, nel 2005 inaugura la serie di gialli che ha come protagonista l’ispettrice milanese Maria Dolores Vergani, culminata nel 2013 con “Dritto al cuore”. Ha firmato numerosi racconti, distribuiti tra quotidiani (italiani e stranieri) e antologie. Nel 2013 torna al teatro firmando “L’etica del parcheggio abusivo”. Di lì a poco pubblica un saggio sul mestiere del narratore (“Scrivo dunque sono”) e, nel 2015, il romanzo “La resistenza del maschio”. Per l’editore Caracò ha curato nel 2017 l’antologia di racconti “L’uomo nero. Stereotipi maschili raccontati dalle donne”.

Ed infine domenica 10 settembre alle ore 11,30 al Conservatorio di Musica Lucio Campiani – Auditorium- Barbara Lanati , Laura Lepetit e Giulia Niccolai  si confronteranno con LA VITA CUBISTA DI GERTRUDE STEIN  – letture di Anna Nogara

“Si vive su questa terra e non si può andar via e pure c’è uno spazio dove sono le stelle che è illimitato e questa contraddizione è in ogni uomo e in ogni donna”. Gertrude Stein è stata un’intellettuale assolutamente inclassificabile, irruente, volitiva, in ogni senso fuori misura. Emigrata dagli Stati Uniti ed entrata a piedi pari nella Parigi delle avanguardie di inizio Novecento con l’intenzione di diventare una scrittrice, nella sua leggendaria casa di rue des Fleurus ha ospitato Picasso, Picabia, Braque, Dalí, Hemingway, Fitzgerald e tutti gli artisti imprescindibili del proprio tempo. In occasione della nuova edizione della sua Autobiografia di tutti, nella storica traduzione di Fernanda Pivano, Laura Lepetit – prima editrice italiana del libro –, la poetessa Giulia Niccolai e Barbara Lanati, studiosa di letteratura anglo-americana, dedicano un omaggio a tre voci a questa straordinaria autrice, che ha acceso gli entusiasmi di intere generazioni di letterati, pittori e femministe.