Luisa Morgantini, Vice Presidente al Parlamento Europeo, ha espresso solidarietà e il mio appoggio a Malalai Joya, deputata afgana, uno degli esempi della resistenza delle donne al regime dei Talebani, che è stata sospesa, il 21 maggio 2007, a larga maggioranza dal Parlamento di Kabul.Malalai Joya, 29 anni, eletta nella provincia di Farah, aveva
pronunciato un duro atto di accusa contro i “signori della guerra” già
nel dicembre del 2003, un intervento che le è costato minacce di morte
e di stupro, intimidazioni ma anche vere e proprie aggressioni.
_ Ora però dalle minacce dei singoli si è passati ad una decisione
politica: in seguito ad un’intervista in cui Malalai accusava il
Parlamento Afgano di essere “peggio di una stalla o uno zoo, i cui
membri sono criminali e nemici del popolo afgano”, l’Assemblea di
Kabul ha deciso di sospenderla dall’attività di deputata, ledendo in
modo grave il diritto alla libertà di espressione.
_ Il Parlamento di Kabul ha anche ordinato alla Corte Suprema di aprire
un’ inchiesta nei suoi confronti e chiesto al Ministro degli Interni
di limitare gli spostamenti di Malalai Joya, impedendole di fatto di
viaggiare fuori dall’Afghanistan.

Conosco Malalai da anni e, insieme ad altre donne italiane, ho
imparato ad apprezzarne il lavoro e l’impegno.
_ Anche se le opinioni da lei espresse possono essere non condivisibili
e non tutto il Parlamento sia composto da criminali, è pur vero, come
denunciano numerose organizzazioni per la tutela dei diritti umani tra
cui Human Rights Watch, che 24 membri di gang criminali, 17
trafficanti di droga, 19 uomini accusati di violazioni dei diritti
umani, siedono attualmente nel Parlamento di Kabul.

L’espulsione di Malalai dal Parlamento e i limiti posti alla libertà
di movimento sono, come ribadiscono i legali della donna, illegali.
_ Per questo, come Vice Presidente al Parlamento Europeo ho già
presentato una lettera di {{protesta formale indirizzata al Parlamento e
all’Ambasciata afgani}}, nonché allo stesso Parlamento Europeo affinché
questa decisione venga sospesa al più presto e Malalai abbia la
possibilità di ritornare al suo lavoro di deputata e di attivista per
la lotta per la democrazia in Afghanistan.
_ Circa duecento persone, per lo più donne, sono scese in piazza a
Jalalabad (Afghanistan orientale) per sostenere Malalai: queste
manifestazioni sono indispensabili per una vera democratizzazione
dell’Afghanistan e necessitano di tutto l’appoggio della Comunità
Internazionale”

-{ Per info Luisa Morgantini 0039 348 39 21 465 o Francesca Cutarelli
0039 340 56 49 335}