Sarebbe bene {{seguire in modo sistematico i notiziari televisivi}}, per vedere se le notizie relative ai maschi italici violenti vengano date con la stessa intensità rispetto a quelle che riguardano i maschi stranieri. E’ certo, per, esempio, che i Tg del secondo canale aprono sempre con la sfilza di “nera” e se ci sono fatti che riguardano gli emigranti , vengono dati per primi. Rutelli e Alemanno entrano sorridenti (martedì 21 aprile) a Ballarò prima del secondo turno elettorale per l’elezione del sindaco di Roma.
_ Alemanno dice a Rutelli che la città con Veltroni è diventata insicura soprattutto per le donne; come si deduce dall’ultima violenza di un rumeno contro una giovane africana.
_ Rutelli esibisce una sorta di prototipo di braccialetto collegato con la polizia per le donne in transito da sole per le vie della capitale.
_ Alemanno rincara la dose urlando che gli stranieri in vena di delinquere vengono volentieri a Roma perché, sanno che possono delinquere a piacimento.
_ Rutelli, con ragione, risponde che anche a Milano quanto a microcriminalità non se la passano bene, ma lui non si sogna di accusare la Moratti.
_ Comunque, entrambi sembrano concordare su un maggiore rischio per le donne di fare brutti incontri soprattutto nelle grandi e medie metropoli.
_ Ma nessuno dei due accenna a un’analisi che abbia un minimo di orizzonte interpretativo mutuato da discipline come l’antropologia, la sociologia e la psicologia sociale, in grado di dare spiegazioni o fare ipotesi meno frettolose o superficiali.
_ Come dire che i politici usano esclusivamente il linguaggio consono al mantenimento del potere.

Poco dopo la trasmissione di Ballarò i quotidiani hanno dato una raffica di notizie che meritano, appunto, considerazioni non meramente e strumentalmente politiche in senso tradizionale.
Hanno raccontato che {{a Bologna}}una quindicenne è stata violentata da due compagni nei bagni della scuola. E che quei due compagni, hanno detto i professori, non hanno mai avuto una nota o creato un problema.
_ E poi che {{a Roma}} un passeggero ha tranquillamente molestato un’ iraniana su un autobus di linea e ha cercato di inseguirla a piedi una volta scesi dal mezzo per poi finire in manette.
_ {{A Bari}} l’autista di un bus ha tentato di violentare una straniera , unica passeggera del mezzo che stava andando al capolinea.
_ Infine {{a Milano}} una ragazza romena è stata portata in una baracca di un campo rom, tenuta segregata e violentata per una settimana da due nomadi.

Sarebbe bene {{seguire in modo sistematico i notiziari televisivi}}, per vedere se le notizie relative ai maschi italici violenti vengano date con la stessa intensità rispetto a quelle che riguardano i maschi stranieri. E’ certo, per, esempio, che i Tg del secondo canale aprono sempre con la sfilza di “nera” e se ci sono fatti che riguardano gli emigranti , vengono dati per primi.

Ma i fatti, di questi giorni, sembrano innanzitutto dare ragione a una riflessione di {{Ida Dominijanni}} su Manifesto (20 aprile 2008) : “…gli uomini, cittadini e clandestini, occidentali e africani, ariani e rom, stuprano le donne da sempre, e se si tratta di donne di altre etnie e nazionalità pare che da sempre ci trovino più gusto (vi ricordate gli stupri etnici? {Tutti gli stupri sono etnici}, scrisse all’epoca una sociologa con non poco scandalo), perché violentare una donna ‘altrui’ è una prova raddoppiata di virile potenza. Gli uomini però, i nostri uomini di governo – e anche di lotta- , questo argomento pare non li tocchi mai direttamente: riguarda sempre qualche altro.
_ Quelli di governo urlano ‘sicurezza!’ e chiuso. Quello di lotta replicano che la sicurezza non si può ottenere a scapito dei diritti fondamentali di chi li minaccia, e chiuso anche lì.”

D’altronde, quante volte gli uomini di governo e di lotta hanno speso parole per ammettere che l’aumento spropositato della prostituzione di strada, che vede quasi esclusivamente donne straniere a fare “marchette”, è una violenza mascherata?

E così torniamo al{{ bullismo}} che si è manifestato recentemente a Bologna da parte di due normali giovani bolognesi contro una giovane bolognese in una normale scuola superiore.
_ La molestia dei maschi nei riguardi delle femmine è di vecchia data: persino già alla scuola media inferiore. Forse è aumentata, o supera più frequentemente la soglia dei toccamenti e delle parole.
_ Ma è forse cambiata veramente l’educazione in famiglia e la formazione culturale a scuola?

Tanto per dire: {{i genitori trasmettono nuovi modelli ai figli di entrambi i sessi?}} Non pare alla lettura di un libro come quello scritto da Loredana Lipparini ({Ancora dalla parte delle bambine}, ed. Feltrinelli) con l’intento di verificare se siamo usciti dalla stereotipia sessuale verificata e raccontata da Elena Giannini Belotti nel 1973 nel suo indimenticabile libro intitolato “Dalla parte delle bambine”, sempre per Feltrinelli.

In realtà le giovani mamme (mediamente emancipate) continuano a {{raccogliere i calzini e i pantaloni dei figli maschi}} abbandonati ai piedi del letto o in giro per la stanza e a fare da mangiare per tutti ecc., sia pure brontolando che la conciliazione dei tempi in Italia è difficile da realizzare.
_ Continuano a {{pretendere invece che le bambine il letto se lo facciano}} ordinando la loro roba con puntigliosa precisione.
_ Le nonne nate nel dopoguerra danno imperterrite messaggi ben differenziati ai nipotini e alle nipotine, sottolineando, in vista dell’estate, che una vera ragazzina si veste con una certa pudicizia.
_ Mentre i nonni (ma anche i padri), sorretti dalle coniugi peraltro, fanno notare che i gli uomini hanno “bisogni” sessuali più forti.

Non c’è più il mito della verginità e del tabù dei rapporti pre matrimonial,i e le ragazze sono anche capaci di fare ciò che i maschi hanno sempre fatto: avere rapporti sessuali multipli e molti liberi.
_ Ragazze “disinibite” nell’abbigliamento e nelle gestualità che mettono in difficoltà i giovani uomini coccolati e dipendenti dalle madri , ma pur consci delle differenze sociali a loro favore.

{{
C’è in giro molta paura delle donne apparentemente “forti e sicure”}}: i conseguenti sentimenti inconsci, vedi impotenza e incapacità a sostenere le relazioni, spinge da una parte, a sfogare il “bisogno” di sesso con le prostitute, dall’altra a ritrarsi dalla faticosa relazione, agendo la violenza o la molestia.

Dall’altra parte gli uomini provenienti da nazioni dove la divisione sessuale dei ruoli è ancora fondata sul principio di autorità patriarcale, come scrive Dominijanni, non considerano le donne “proprietà “ di se stesse, bensì della comunità maschile e al loro esclusivo servizio.
_ Prendersi il piacere usando corpi femminili, forse è vissuto come il massimo della rivalsa. Per gli uni e per gli altri è vero il detto leghista : gli stranieri non devono “toccare le nostre donne?”.