Abbiamo risposto convinte all’appello per la Manifestazione del 24 novembre contro la violenza sessuata, e saremo in piazza.
Abbiamo compiuto, con lo sforzo che implica la sordità degli interlocutori, tutti i passi necessari per mettere sul tavolo dei governi la questione della centralità del contrasto alla violenza sessuata.Sappiamo che si tratta della profonda e radicale riscrittura del patto politico tra cittadine e istituzioni: noi crediamo che sia venuto il tempo di farlo e di cancellare le ipocrisie che fanno rimandare al domani, al cambiamento culturale affidato alle interminabili false dispute di chi ha interesse a conservare l’arma della violenza per moderare le donne.

Di fronte al femminicidio e alle violenze siamo tutte immigrate. Nessun uomo che tortura, uccide, stupra è veramente straniero.
_ Stiamo assistendo in questi giorni a strumentalizzazioni che già conosciamo: a noi è tolta la parola perché è questa che accusa e indica la responsabilità pubblica e collettiva di ogni violenza nelle case, nelle strade e nei luoghi di lavoro.

{{Gli accordi internazionali}}, il dialogo interculturale, i patti economici sono
gestiti e regolati contro gli interessi delle donne. Avvengono tra capi che
tollerano ogni violenza e la comminano costantemente “in ogni forma di culto e culturale”. Avvengono tra istituzioni dove ci sono anche uomini che hanno mercificato, offeso, molestato, stuprato.

Noi accusiamo e diciamo che la credibilità politica è per noi legata alla capacità di proporre candidati e interlocutori onesti, prima di tutto per il rispetto delle leggi che già delineano i reati subiti dalle donne.
_ L’UDI ha chiamato direttamente in causa i governi e il governo Prodi, per la disapplicazione delle leggi già vigenti, della mancanza di ogni minima salvaguardia e azione di contrasto nella strage di donne e bambini. Abbiamo chiamato in causa i governi locali e il parlamento. Abbiamo visto crescere orientamenti che penalizzano le donne quando si separano, che tolgono a tutte autorevolezza e dignità, che
nominano la famiglia tutrice di ogni “diritto” femminile.

Abbiamo detto che {{la strutturalità della violenza sessuata è articolata in modo da intrecciare tutte le istituzioni}} . Per dire basta abbiamo indicato strade e modifiche alle leggi. Si tratta di un corollario di norme, cresciuto sotto l’ombrello di una incerta democrazia monosessuata, che ha creato le condizioni per l’impunità dei comminatori di molestie e stupri e indebolito la possibilità economica delle donne a difendersi.

{{Le leggi devono cambiare}}, ma la lunghezza dei tempi necessari non può essere il pretesto per assistere inerti e inermi alla strage continua, alla condanna a morte o alla disperazione, noi vogliamo che la responsabilità pubblica sia subito visibile e lontana dalla farsa di questi giorni.
_ {{Per questo saremo a Roma il 24 novembre}}.