Riprendiamo dall’agenzia Delt@ il seguente articolo sull’operazione condotta dalla Squadra mobile di Napoli e sulla conferenza internazionale sulla tratta degli esseri umani, promossa nel dicembre scorso da Save the children.Si è conclusa l’altro ieri {{l’operazione Viola}} condotta dalla Squadra mobile di Napoli e dai carabinieri del ROS, e coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale e dalla Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, con la collaborazione della Guardia di Finanza.
L’operazione ha portato all’arresto di 66 nigeriani di cui 15 residenti in Olanda. Gli altri arresti sono avvenuti in varie regioni italiane tra cui il Veneto, la Lombardia, il Lazio, il Piemonte e la Campania.

L’operazione ha permesso di {{sgominare un’organizzazione nigeriana}} che operava ad altissimi livelli nel settore della tratta di esseri umani. Le vittime venivano introdotte nei Paesi Bassi con documenti falsi, da li partivano poi per vari paesi europei.

Gli aspetti giudiziari di carattere internazionale sono stati coordinati dal Consigliere Antonio Laudati, direttore generale degli Affari Penali del ministero della Giustizia, mentre le attività operative sono state armonizzate dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale e dalla Direzione Centrale dei Servizi Antidroga.

Decisiva si è rivelata{{ la collaborazione delle forze di polizia nigeriane}} per il filone delle indagini riguardante{{ il sequestro di bambini dagli orfanotrofi nigeriani}} e le adozioni illegali degli stessi. Sembra, questo, uno dei modi più comuni di reclutamento dei minorenni. La polizia italiana è riuscita a ritrovare a Dolo, in provincia di Padova uno dei bambini nigeriani sequestrati che era stato adottato illegalmente da una “madame” e veniva costretto a prostituirsi. Le indagini hanno portato all’arresto di un funzionario di polizia nigeriano e della responsabile dell’orfanotrofio da cui era stato prelevato il bambino.

L’operazione Viola ha avuto origine dal ritrovamento, nel Tamigi, del corpo decapitato e privo di arti di un bambino nigeriano e dalla scomparsa di più di cento donne da un centro di accoglienza a Groningen, in Olanda. Questa vicenda era già stata oggetto, nell’ottobre scorso, di un’altra operazione, {{l’operazione Koolvis (pesce nero)}} che aveva portato all’arresto di 23 nigeriani. Le donne scomparse erano sparite dopo aver ottenuto al loro ingresso nei Paesi Bassi, lo status di rifugiati in quanto vittime di tratta. Erano poi subito state rintracciate dai gruppi crriminali, che dopo aver fornito loro false iidentità, le avevano mandate in vari paesi europei.

Tra i reati contestati dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ai 66 arrestati c’e’ l’associazione per delinquere di tipo mafioso, l’associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, la riduzione in schiavitù, il sequestro di persona, il traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
_ In manette sono finiti anche 150 piccoli corrieri della droga.

{{La tratta}}

Si era svolta proprio in Italia a metà dicembre la {{Conferenza Internazionale sulla tratta di esseri umani }}promossa da Save the Children, nell’ambito del progetto Agis, in collaborazione con il progetto europeo Equal-Osservatorio Tratta coordinato dall’Associazione On the Road.Dalla conferenza era emerso chiaramente come il fenomeno si fosse trasformato in un qualcosa di sempre più complesso e come le bande criminali che lo gestivano si fossero evolute da piccole realtà ad organizzazioni complesse con collegamenti transanazionali.
_ La conferenza aveva sottolineato anche la differenziazione degli scopi cui è finalizzata la tratta: dallo sfruttamento sessuale, al lavoro forzato, alla costrizione a commettere atti criminali come furti o scippi, all’ accattonaggio o al traffico e allo spaccio di droga. Inoltre, era stato segnalato anche un forte aumento dei paesi di provenienza delle vittime.

All’interno della conferenza era stata presentata la ricerca {{[La tratta di persone in Italia. Evoluzioni del fenomeno e ambiti di sfruttamento->http://www.francoangeli.it/Ricerca/Scheda_Libro.asp?ID=15839&Tipo=Libro&titolo=La+tratta+di+persone+in+Italia.+Vol.+1.+Evoluzione+del+fenomeno+ed+ambiti+di+sfruttamento].}} I dati dello studio parlano di 11.226 vittime nel nostro paese dal 2000 al 2006 di cui 619 minori. Non ci sono dubbi però, come evidenzia lo stesso rapporto, sul fatto che nella realtà l’incidenza del fenomeno sia molto più ampia.

La tratta finalizzata allo sfruttamento sessuale, denuncia sempre il rapporto, dagli anni 90 ad oggi molto è cambiata. L’esercizio della prostituzione si è esteso dalla strada ai locali notturni e agli appartamenti privati.
_ Poi, è cambiato il metodo di reclutamento e soprattutto quello di assoggettamento che prevede forme coercitive meno violente ma più sottili come le minacce alle famiglie d’origine o la spinta ad “investire” sullo sfruttamento di un’altra vittima per pagare prima il debito, che ammonta ad una somma che varia dagli 80.000 ai 100.000 euro.
_ Questo meccanismo, ”ancora piu’ impermeabile, efficace e competitivo, attraverso una partecipazione piu’ diretta e coinvolgente di tutti gli attori illegali, vittime e carnefici, crea un circuito perverso di reciproco coinvolgimento che espande il mercato e limita eventuali defezioni” afferma il “[Rapporto sulla criminalita’ in Italia->http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/14/0900_rapporto_criminalita.pdf]” del Viminale.
_ Le vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale provengono {{per la maggior parte dai paesi dell’est Europeo}} (Romania e Moldavia, ma anche da Bulgaria, Repubblica Ceca, Albania, Serbia e Croazia) e dalla Nigeria. Tutte vengono portate in Europa con la promessa di un impiego onesto e ben retribuito che garantisca loro una vita migliore.
_ Le ragazze dell’Est europeo vengono {{spesso adescate da conoscenti}}, pseudoparenti o fidanzati. Il meccanismo attraverso cui le organizzazioni criminali ottengono la soggiogazione completa delle ragazze e la loro assoluta sottomissione si diversifica a seconda della provenienza.
_ In generale, nei confronti delle nigeriane questa operazione viene compiuta subito anche attraverso il ricorso a pratiche magiche come il voodoo. Per le ragazze dell’Est, il processo è più graduale e comporta una serie di violenze fisiche e psicologiche in grado di distruggere qualunque capacità di reazione. Tutte le ragazze vengono minacciate di ritorsione contro le famiglie d’origine in caso di ribellione.

{{Vittime predilette della tratta a scopo di attività illecite o di accattonaggio sono invece i bambini rom}}. I ragazzini, in genere minori di 14 anni che non sono perseguibili dalla legge, vengono reclutati nei paesi d’origine dietro pagamento ai genitori, agli affidatari o ai responsabili dei centri per minori.
_ Non tocca una sorte migliore ai minorenni provenienti dal Gabon e dal Senegal che vengono costretti con la violenza a trasportare e a spacciare droga.

Non rientra propriamente nel fenomeno della tratta, ma configura comunque un grave sfruttamento di minori, {{l’impiego forzato nel settore agricolo e in quello edilizio.}} [Save the Children->http://www.savethechildren.it] ha documentato che le vittime di questo tipo di sfruttamento sono soprattutto maschi adolescenti o neo maggiorenni provenienti dal Magreb, dall’Africa sub sahariana, dall’Albia, Romania e da altri paesi della ex-Jugoslavia. Il paese di destinazione è nella maggior parte dei casi la Germania.

{{Quali sono gli strumenti per affrontare questa grave emergenza?}} In Italia, documenta la seconda ricerca realizzate nell’ambito del progetto Equal-Osservatorio Tratta coordinato dall’Associazione On the Road, ”{La tratta di persone in Italia. Le norme di tutela delle vittime e di contrasto alla criminalita’}”, la {{normativa viene applicata in modo disomogeneo}}.
_ La ricerca ha documentato che su 65 questure esaminate (su un totale di 103) subordina il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari alla collaborazione al procedimento penale, con un’evidente sottovalutazione del requisiti della ”violenza e grave sfruttamento” e del ”pericolo grave, attuale e concreto” Anche quando viene riconosciuto il permesso, i tempi per il suo rilascio sono esageratamente lunghi. Per quanto riguarda i minori il problema principale è la loro identificazione come vittime di tratta. Troppo spesso, infatti, vemgono considerati alla stregua di normali criminali.

Per questo motivo Save the Children ha coordinato la redazione del primo {{[Protocollo di identificazione e supporto dei minori vittime di tratta e di sfruttamento->http://www.savethechildren.it/2003/download/Pubblicazioni/Save-Protocollo-AGIS.pdf]’}} a disposizione di forze dell’ordine, magistrati, operatori, che individua i profili dei gruppi più a rischio e fornisce, schematicamente, gli strumenti di tutela e protezione dei minori vittima di tratta, esistenti in Italia.

In effetti, come sottolinea {{Carlotta Sami}}, Direttore dei Programmi di [Save the Children Italia->http://www.savethechildren.it], le vittime di tratta, soprattutto se minori, vivono in un tale stao di segregazione e violenza diventare invisibile e difficilmente raggiungibile e identificabile anche da parte di chi, polizia, autorita’ giudiziarie, operatori sociali, e’ chiamato ad aiutarlo”.
_ È quindi necessario promuovere la massima collaborazione fra tutti gli attori coinvolti in questo delicatissimo compito e che siano stabiliti degli standard condivisi per la identificazione e il supporto delle vittime di tratta.”{{ Isabella Orfano}}, componente di [Osservatorio Tratta->http://www.osservatoriotratta.it/], ha invece sottolineato la necessità di uno studio più approfondito del fenomeno che è in larga parte sommerso e sfugge alle statistiche ufficiali.

{{I clan nigeriani}}

L’operazione Viola ha gettato nuova luce sulla criminalità nigeriana che si è evoluta fino a diventare un’organizzazione fortissima con importanti canali di collegamento transnazionali, perfettamente integrata con le altre realtà criminali come la mafia italiana o i gruppi sudamericani o asiatici.
_ Per la prostituzione ad esempio è stata accertanza l’{{esistenza di una collaborazione tra la mafia italiana e i clan nigeriani}}. Questi ultimi pagano una percentuale sui proventi derivanti dallo sfruttamento sessuale ed hanno a disposizione in cambio la possibilità di utilizzare luoghi quali piccole strutture alberghiere intestate a prestanome che le “madame” possono utilizzare per lo svolgimento delle proprie attività. I proventi dello sfruttamento della prostituzione vengono poi fatti lievitare attraverso il reimpiego nel traffico di droga.

{{Sono i clan nigeriani a gestire lo spaccio di cocaina}} nelle principali regioni della penisola. Per farlo si servono dei corrieri della droga, uomini e donne costretti ad ingerire degil ovuli contenenti le sostanze stupefacenti. L’utilizzo di molti corrieri permette di minimizzare i rischi di perdita in caso di controlli e arresti. Stando a quanto riferisce la polizia questi stessi clan hanno messo in piedi un servizio di “stomaci in affitto” a disposizione delle altre organizzazioni criminali.
I proventi di queste attività illegali vengono poi riciclati attraverso attività “pulite” quali soprattutto Phone center e negozi alimentari di prodotti tipici.

{(Delt@ Anno VI°, N. 10 del 17 Gennaio 2008)}