Funambole RadioAttive ha intervistato Marilena Grassadonia sul disegno di legge Zan.

Dopo infinite audizioni e rinvii, Il disegno di legge Zan contro l’ omotransfobia e altri reati d’odio, e’ stato approvato dalla Camera dei Deputati e ora e’ all’esame del Senato. Il disegno di legge mette al centro e punisce atti di discriminazione e violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità e ha suscitato polemiche, sebbene con motivazioni diverse, sia a destra che da sinistra, dividendo al contempo anche l’opinione pubblica cattolica.

Iniziamo esaminando il tema dei vuoti legislativi che il disegno di legge intende riempire e quali siano le aspettative riguardo all’approvazione del Senato.

Affrontiamo poi il nodo delle critiche al disegno di legge mosse da alcuni settori dell’ opinione femminista e, in particolare, sia quelle che affermano che la biologia ha le sue ragioni e, ovviamente, condiziona la vita delle donne e informa le strutture sociali, culturali ed economiche, inclusa la cura, sia quelle riguardanti l’inserimento nel disegno legge del genere femminile (oltre la meta’ della popolazione mondiale) fra le minoranze da tutelare. Chiediamo a Grassadonia se il disegno di legge intenda proteggere le minoranze numericamente intese o coloro che sono colpite dalle discriminazioni di una societa’ e giurisprudenza eteronormate.

Grassadonia risponde, inoltre, a chi da destra agita lo spauracchio della dissoluzione della famiglia tradizionale fondata su coppie eterosessuali. Ed esamina la sostanza delle perplessita’ di una fascia trasversale di opinione pubblica che paventa la compressione della liberta’ di espressione.

Concludiamo discutendo i temi delle fake news omotransfobiche e la necessita’ di prevenzione.