“Abbiamo fatto molte manifestazioni e sit-in in questi anni: siamo stati in piazza ogni martedì per tre mesi”. Così Kurosh Danesh, dell’Ufficio immigrazione della Cgil nazionale.
Ma la PAURA dei numeri e dell’opinione pubblica fa arretrare le forze di governo. Una miopia che non tiene conto del pericolo di favorire nuove adesioni ad un terrorismo casareccio ma non meno pericoloso

Un nuovo “no”, o meglio un nuovo rinvio per la legge di riforma della cittadinanza. Ieri pomeriggio la conferenza dei capigruppo al Senato ha confermato che per settembre non è in calendario. Non ci sarebbero i numeri, dicono gli esponenti del Partito democratico, per approvare la legge. Secondo alcuni, la vera causa sarebbe un calo nei sondaggi: il clima di tensione nel paese legato agli ultimi fatti di cronaca (stupro di Rimini, in particolare) farebbe perdere consensi al partito deomocratico. Di fatto, dunque, per i ragazzi e le ragazze nat* o cresciut* in Italia si tratterà nella migliore delle ipotesi di aspettare ancora due mesi. Ma lo spettro del voto, e un conseguente affossamento della legge, preoccupano tutti coloro che in questi ultimi anni si sono battuti perché il testo arrivasse in Parlamento.

“Delle spiegazioni non ce ne facciamo nulla, si metta la fiducia”. In particolare sono in tant* a chiedere che il governo metta la faccia sul provvedimento chiedendo la fiducia. “I sondaggi dicono che si tratta di un provvedimento oramai impopolare. Ed è noto che i partiti, e in particolare il Pd, parafrasando un titolo di un noto libro ‘va dove lo porta il sondaggio’. Delle spiegazioni non ce ne facciamo nulla e non ci sembra utile dare la colpa alle opposizioni che fanno il loro mestiere, senza preoccuparsi della coerenza – sottolinea Filippo Miraglia, vicepresidente di Arci nazionale e tra i portavoce della Campagna l’Italia sono anch’io -. Il Pd e la maggioranza, quando hanno voluto, in molte altre occasioni in questa legislatura, hanno posto la questione di fiducia, forzando la mano a dissidenti interni e agli alleati di governo. Se questa volta non lo fanno e perché hanno paura di perdere consensi e perché evidentemente l’argomento non conta abbastanza sul piano politico. Si tratta, come purtroppo abbiamo già avuto modo di dire, di vigliaccheria e puro e cinico calcolo elettorale. La stessa vigliaccheria dei predicatori d’odio alla Salvini, ai quali purtroppo la stampa ha dato e continua a dare un peso e un spazio sproporzionato, favorendoli politicamente e elettoralmente”. Miraglia chiede al Pd, al capo gruppo Zanda e al Governo di votare già oggi la calendarizzazione subito in aula della riforma che introduce lo ius soli. “Riaprono le scuole e speravamo che quest’anno potesse essere l’ultimo con più di 800 mila bambini e bambine, ragazzi e ragazze, italiani di fatto e non di diritto nelle nostre aule, a fianco dei nostri figli. Se non sarà così la responsabilità principale è di Renzi e del suo partito, non di Alfano o dell’opposizione populista e di destra” conclude Miraglia.

Italian* senza cittadinanza erano in piazza ieri dalle 14: “Basta rinvii”. In attesa di sapere cosa succederà nella conferenza dei capigruppo, il movimento Italiani senza cittadinanza ieri ha organizzato un presidio, a partire dalle 14, in piazza Montecitorio, insieme all’Italia sono anch’io. “Nonostante le dichiarazioni di esponenti del governo e della maggioranza che dicono di voler approvare la legge che riforma la cittadinanza in questa legislatura, non si sa ancora quando si terrà la discussione in Aula al Senato. Ricordiamo che lo stesso presidente del Consiglio Gentiloni aveva definito la riforma “una conquista di civiltà”. Ci aspettiamo che sia dunque conseguente con le sue affermazioni, ricorrendo anche alla fiducia se necessario per velocizzare i tempi di approvazione – scrivono gli organizzatori -.  Martedì 12 la riunione dei capigruppo deve decidere la calendarizzazione dei lavori. Noi chiediamo che il primo provvedimento all’ordine del giorno sia questo. Da troppo tempo aspettiamo che le promesse fatte si traducano in atti concreti e intanto un milione di giovani di origine straniera, nati o vissuti per anni nel nostro paese, non sono ancora cittadini italiani per legge, anche se lo sono di fatto”. Il movimento ha chiesto ai senatori, compreso il capogruppo del Pd Zanda, di raggiungere le persone in piazza per le proposte di calendarizzazione dei lavori. “Noi chiediamo che ci venga assicurato che entro settembre lo ius soli venga approvato. Non possiamo accettare che per calcoli politici i diritti di una parte così consistente di giovani vengano ignorati” concludono. (ec)