Presentata a Roma l’indagine “Liquidi & mutanti. Industrie dei contenuti culturali & consumatori digitali”, commissionata dall’Osservatorio permanente contenuti digitali per avere una fotografia della fruizione dei contenuti culturali attraverso le tecnologie disponibili sul mercato italiano.Le nuove tecnologie stanno modificando il modo di fruire della cultura e dell’intrattenimento: è questo il dato da cui sono partite le principali associazioni che rappresentano le industrie produttrici di contenuti culturali per dar vita nel 2007 all’[Osservatorio permanente sui contenuti digitali->http://www.osservatoriocontenutidigitali.it/] e a commissionare un’indagine [[Le associazioni committenti sono: Aie (Associazione italiana editori, che già da alcuni anni aveva messo in piedi un osservatorio sull’editoria italiana digitale); Aidro (Associazione italiana per i diritti di riproduzione delle opere dell’ingegno); Cinecittà holding (braccio operativo del Ministero per i beni e le attività culturali); Fimi (Federazione industria musicale italiana); Univideo (Unione italiana editoria audiovisiva).]] sulla fruizione delle varie tecnologie e sulle sue possibili evoluzioni in Italia ad una azienda (ACNelsen) che opera nelle informazioni di marketing.

L’indagine, presentata a Roma il 5 giugno, ha preso in esame le modalità di lettura, consultazione, accesso, ascolto e utilizzo di tutti i diversi contenuti digitali (testi, musica, video e cinema) attraverso i vari canali oggi disponibili (dalle librerie ai negozi di dischi e Dvd, televisione, cinema di sala, Internet, telefonia cellulare, tv digitale, web radio …) lavorando su un campione di 8.500 individue/i maggiori di 14 anni per la sezione quantitativa e su specifici gruppi (dai 13 ai 50 anni) per la sezione qualitativa. Si è voluto infatti non soltanto dare una fotografia all’oggi ma anche cercare di individuare dinamiche di sviluppo nel rapporto cultura/tecnologie (cosa che ovviamente non può non riguardare le aziende produttrici di contenuti culturali in un mondo tecnologico così mutevole),

Il primo dato che viene sottolineato dall’indagine come “sorpresa” (ma è veramente sorpresa?) è che {{le nuove tecnologie raggiungono solo il 50% della popolazione italiana}}. Più della metà dell’intera popolazione non utilizza Internet da casa, il 23% si connette tutti i giorni o quasi (heavy user Internet) e il 25% con frequenza inferiore.

Fra chi è “heavy user Internet”, i dati suddivisi fra uomini e donne e per classi d’età, mostrano che {{il gap di genere si annulla nelle giovani generazioni (14-24 anni)}}, confermando – a mio parere – quanto andava constatando chi è a contatto con le nuove generazioni nella scuola. In particolare, nell’{{uso settimanale di forum e blog}}, possibili luoghi di confronto e condivisione, si ha un’incidenza {{maggiore delle giovani donne rispetto ai coetanei maschi}}. Un’incidenza più elevata delle donne rispetto agli uomini nella {{fruizione di contenuti culturali}} viene d’altra parte segnalata in attività tradizionali quali lettura, mostre e teatro.

Restando alla fotografia dell’oggi, dove peraltro non si hanno altri dati suddivisi per genere, risultano di grande interesse i dati relativi alla {{relazione fra utilizzo della tecnologia e fruizione di contenuti culturali}} perché fanno emergere la necessità di un impegno maggiore nella formazione e nelle politiche culturali.

Nella mappa della popolazione italiana, il 31% è il “{{TV people}}”, un’area a massiccio consumo televisivo e bassa fruizione culturale, uno “zoccolo duro inerziale” con bassa propensione sia alla cultura sia alla tecnologia (vive prevalentemente al sud). Un basso utilizzo della tecnologia caratterizza anche l’area dei “{{Tradizionalisti}}” (il 24% della popolazione), con “media predisposizione ai contenuti culturali” (vivono prevalentemente al centro). Il 13 % della popolazione (i “{{Sofisticati}}”che vivono prevalentemente al nord) è caratterizzato da elevata fruizione di contenuti culturali e media predisposizione alla tecnologia. Le avanguardie tecnologiche vengono suddivise fra “{{Technofan}}” (17% dell’intera popolazione, distribuito su tutto il territorio), cioè i “patiti delle tecnologie in sé o come strumento di comunicazione e scambio” senza propensione ad una fruizione di contenuti culturali, e gli “{{Eclettici}}” (14%) che utilizzano tutte le nuove possibilità tecnologiche presenti sul mercato e che hanno una elevata propensione a fruire di contenuti culturali e che vivono prevalentemente nei grandi centri urbani.

{{La propensione o meno alla fruizione di contenuti culturali diventa la vera discriminante}}; Tv people e Technofan, quelli che usano senza propensioni culturali lo strumento tecnologico qualunque esso sia, rappresentano circa la metà della popolazione. Viene sottolineato dall’indagine con preoccupazione che sono proprio le giovani generazioni quelle più a rischio nell’uso fine a se stesso delle nuove tecnologie, per la difficoltà dei genitori (in tutte le fasce sociali) a guidare nell’utilizzo dei nuovi strumenti in funzione d’accesso alla cultura e nell’insufficienza della formazione scolastica in quest’ambito. Ed è proprio in quest’ambito che andrebbe sviluppato l’impegno delle Istituzioni.

Questa indicazione emerge da quella sorta di fotografia in movimento che nell’indagine è data dai {{flussi generazionali, cioè le migrazioni interne tra genitori e figli}} rispetto alle aree prima definite.
_ A qualunque delle cinque aree appartengano i genitori, i figli vanno in gran parte ad alimentare l’area Technofan. Avere genitori “eclettici” (il meglio culturalmente parlando) non è una garanzia per un uso autonomo delle tecnologie da parte dei figli: il flusso verso i Technofan è del 45%.

L’indagine riguarda altri dati che possono riguardare sia politiche di marketing per le industrie produttrici nel campo culturale sia politiche culturali più generali (ad esempio per i diritti d’autore). In ogni caso, nella presentazione dell’indagine si è voluto ricordare che l’osservatorio è “permanente” e che questa indagine vuole costituire solo un punto di partenza. Sarà opportuno seguirne gli ulteriori passi.

Una [sintesi dell’indagine->http://www.osservatoriocontenutidigitali.it/leftmenu/Lindagine/tabid/596/Default.aspx] accompagnata da grafici è disponibile on lne.