Dal Centro Studi e documentazione Pensiero Femminile di Torino l’idea,
condivisa dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione per il libro
(promotrice della Fiera del Libro di Torino), di un Concorso letterario
nazionale, Lingua Madre, che evidenziasse le interazioni che ridisegnano
la mappa culturale del nuovo millennio e recepisse le trasformazioni
sociali attraverso i vissuti e gli sguardi delle straniere in Italia.
I materiali delle due edizioni di Lingua Madre (2006 e 2007), sono editi
da Seb 27, curati da Daniela Finocchi, ideatrice del Concorso Lingua Madre (www.pensierofemminile.org).
Il pubblico della Fiera ha decretato il successo di Lingua Madre, che
s’attesa come viaggio “in paesi lontani, in sentimenti riconoscibili, in
valori condivisi, in sensibilità diverse, in rapporti inusuali tra
fantasia e realtà, ma anche in sapori, in profumi, in colori che a poco a
poco stiamo imparando a conoscere ed apprezzare”, recependo il {{bisogno delle straniere “di raccontarsi}}, di confrontarsi, di definire un’identità vissuta con fatica, con difficoltà, magari con rabbia e che a volte è persino difficile definire.”

Il {{caleidoscopico mondo}} di Lingua Madre, è fatto di “realtà e sogno,
passione e razionalità, povertà e ricchezza, dolore e gioia, ma
soprattutto di quella speciale sensibilità, di quella rapidità
d’intuizione da sempre che da sempre contraddistingue le donne”.

Esemplare, nel testo “{{Carta d’identità}}” ({Lingua Madre duemilasette}), il dialogo d’ingresso in Italia!

{Nome}: {{Marina}}; {Cognome}: {{Pejic}}; {Sesso}: Femminile; {Età}: 39; {Luogo di nascita}:
Leskovac, Jugoslavia.
{ Il suo paese di nascita non esiste più, dunque che
cos’è?:} Jugo-nostalgica;
{
Sia più precisa per favore!:} In base alla legge
sulla cittadinanza che ha stabilito la nazionalità dei cittadini delle
ex-Repubbliche Jugoslave, sarei cittadina di quello Stato nel quale
soggiornavano i miei genitori durante il 1947, dunque sono Serba.

Nelle convulsioni della vita vissuta, nel rovente ricordo dell’origine, le
tante voci di Lingua Madre non cessano di mettersi in gioco, di rischiare
nuove vite, di aprire nuove angolazioni, cosicché la lettura frastorna e
cambia.

Diversamente, non si potrebbero scorrere {{Lettere dall’Italia}}, di {{Sonia
Aimiuwu}}:
“Ho venticinque anni ma mi sembra di avere molto di più. Questa attesa,
questo dolore, questa angoscia mi sta trascinando lentamente e
dolorosamente fino al giorno che mi spegnerò. Non so perchè te ne sto
parlando né perchè mi confido con te. Forse perchè vedo nei tuoi occhi la
luce di felicità e serenità che io avrei voluto. Sei particolare, non mi
poni tante domande come fanno molti altri che sono passati a trovarmi
[…]. Voglio parlarti, voglio chiederti di andare a trovare la mia
famiglia. Voglio che sia tu a portagli la testimonianza dei miei ultimi
pensieri. Ma mi dovrai promettere di recargli il messaggio quando la mia
anima dimorerà nel cielo, magari in forma di un uccello che migra per
esaudire i suoi desideri” ({Lingua Madre duemilasei})

Aa.Vv., {Lingua Madre duemilasei. Racconti di donne straniere in Italia} (a cura di Daniela Finocchi, Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile), pagg. 232, Seb 27, Torino 2006, ISBN 88-86618-54-9

Aa.Vv, {Lingua Madre duemilasette, Racconti di donne straniere in Italia}, (a cura di Daniela Finocchi, Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile), pagg. 284, Seb 27, Torino 2007 ISBN 978-88-86618-60-1