L’Assemblea della magnolia, un evento particolarmente interessante anche per il ripetersi insistente, quasi come un mantra delle parole femminismo, femminista, ma anche il risuonare del termine rivoluzione: cambiamento radicale e permanente di punti di riferimento – Sapremo mettere fiori nei nostri…..cannoni? – ricordate? Ritengo che le donne, noi donne siamo in grado di realizzare una rivoluzione che definirei “gentile” che sostituisca il noi all’io e che riveda e superi le politiche neoliberiste basate sul profitto, che ha creato danni ingenti, sofferenze irreversibili anche all’ambiente.

Un sistema economico penalizzante innanzitutto per le donne, afferma fra l’altro Maura Cossutta – presidente della Casa Internazionale delle Donne – nel suo intervento di apertura, molto articolato e coinvolgente.

Questa ipotesi e speranza di cambiamento si è percepita anche emergere dagli interventi appassionati di tante giovani donne, in un confronto dialettico ricco di idee, di esperienza vissute e di progetti. Il loro sano ed entusiasta protagonismo, difficile da raccontare in poche righe ci ha fatto rivivere, durante le tre ore e mezzo di incontro, le loro molteplici iniziative che ruotavano intorno alle problematiche lavorative e scolastiche emerse prepotentemente soprattutto con la sospensione delle lezioni in presenza sostituite parzialmente con quelle da remoto. Ma in particolare si sono evidenziate le difficoltà nelle relazioni familiari anche fra generazioni per la presa in cura di anziani e bambini, per la distribuzione degli impegni all’interno delle mura domestiche e non solo. Si è preso atto della povertà galoppante fra le meno abbienti, le immigrate, bambine/i, delle realtà degradate delle periferie in particolare romane, del gap salariale, della difficoltà per le donne di raggiungere posizioni apicali, ma anche una grande voglia di impegnarsi attivamente, di essere le protagoniste riconosciute dell’oggi e del domani.

Tante le intervenute di differenti età, percorsi politici e lavorativi. Tante le associazioni attive in diversi settori, dalla sanità alla scuola. Due dei pilastri di una democrazia che dovrebbe essere matura e compiuta, dove è massiccia la presenza di lavoratrici donne.

Un ventaglio variopinto, un caleidoscopio: sprizzava lampi di luce, di energia!

Non sono certo mancate le politiche, rappresentanti di compagini governative, di Istituzioni pubbliche: Cecilia D’Elia, Marta Bonafoni e Livia Turco, attiva e propositiva, ha seguito il lavori dall’inizio alla fine. Nel suo intervento ha affermato e chiesto fra l’altro “Nei prossimi mesi si decideranno questioni che riguarderanno i prossimi 50 anni: vogliamo esserci o no?” Bisognerà individuare e definire come esserci. Occorre trovare dei punti di unione e condivisione. Anche la parola unione è circolata molto. Per questo Livia Turco ha lanciato un appello confluito in un movimento chiamato “Dalla stessa parte” di cui è fondatrice anche la scrittrice femminista Alessandra Bocchetti che durante l’assemblea chiede di “costruire una forza di donne che provochi stupore e sorpresa”

Erano presenti anche Giorgia Serughetti, ricercatrice dell’Università di Milano Bicocca, che si è posta il problema di come risponderà il governo alla disoccupazione creata dalla pandemia.

Mila Spicola, consulente della Ong Room to read che si occupa di valorizzare il ruolo delle donne attraverso l’istruzione, ha sottolineato la necessità di “una battaglia femminista forte per la costruzione di uno stato sociale vero”.

Inoltre Irene Giacobbe, femminista attiva conosciuta e riconosciuta – Affi e Power&Gender, Donatella Cortese – Archivia, Serena Omodeo (Milano) – Rete delle reti femminili, con interventi qualificati di ampio respiro.

L’evento può costituire una pietra miliare nel panorama dell’associazionismo femminile e femminista soprattutto perché potrebbe incidere in modo determinate a modificare l’agenda di governo sempre e quando noi donne saremo forti, unite e determinate.

I contributi molteplici e diversificati, anche di valenza internazionale – 28 in diretta e 6 da zoom – hanno mostrato la creatività, operatività, intelligenza, lungimiranza, spessore culturale, capacità di collaborare in gruppo, di progettare, di essere in grado perfino di dettare l’agenda del governo del nostro Paese, anche in merito alla spesa pubblica, ma influire pure e “contare” in Europa. Un sogno?

Desidero ringraziare, anche a nome delle associazioni che rappresentavo: Il paese delle donne, Rete per la Parità, FILDIS, sia la Casa Internazionale delle Donne per il rinnovato impegno per e con le donne; sia le associazioni che in forma diversa collaborano con la Casa: punto di riferimento imprescindibile per accogliere, potenziare e possibilmente coordinare la pluralità di voci dell’associazionismo femminile e femminista, verso una rinascita del movimento stesso ed il raggiungimento dei suoi obiettivi. Ringrazio anche tutte le amiche e le partecipanti all’incontro, in loco e da remoto.

Chi è interessato a seguire l’evento completo con tutti gli interventi può consultare la mia pagina fb, dove c’è la ripresa sulla piattaforma Zoom. Ma anche la pagina della Casa Internazionale.