Al Presidente Mattarella,

Le scriviamo a nome degli Stati Generali delle Donne per esprimere l’estrema preoccupazione rispetto al “Contratto del governo per il cambiamento” in base al quale il M5S e la Lega si apprestano a chiedere a Lei il mandato per formare il Governo.

Ci appelliamo a Lei e alla sua sensibilità istituzionale affinché il percorso di progressiva affermazione della libertà e di emancipazione delle donne non venga messo in pericolo.

Le brevi annotazioni dedicate al tema della parità di genere rappresentano un salto nel passato che cancellano anni, studi ed impegno civile per i diritti delle donne in un contesto europeo ed internazionale.

Le donne sono collocate nel Contratto solo come “mamme”, come “anziane” e che vivono nelle periferie.

Nessuna posizione viene presa sulla preoccupante situazione della disoccupazione femminile, sugli strumenti necessari per il superamento degli ostacoli nell’accesso alle carriere da parte delle donne, sulla disparità di retribuzioni tra uomini e donne a parità di incarico, sul ruolo delle imprese femminili come motore di sviluppo economico.

I femminicidi sono emergenza nazionale ma nel Contratto le misure elencate riguardano solo i corsi di formazione per le Forze dell’ordine, attività fondamentale, ma non sufficiente e a singole iniziative dei Centri Antiviolenza, si legittima la teoria dell’alienazione parentale, si ignora la necessità prioritaria di fare prevenzione, mancano misure relative all’inserimento di programmi di educazione di genere nelle scuole, luoghi fondamentali del rinnovamento edell’affermazione della cultura di genere.

Le misure proposte nel Contratto sono in aperto contrasto con quanto stabilito dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, ratificata con legge n. 77/2013. La Convenzione di Istanbul infatti vieta la mediazione nei casi di separazione a seguito delle violenze subite da una donna, al contrario di quanto ad esempio proposto nel Contratto. Mancano le misure che abbiamo da tempo identificato e che permettono alle donne che hanno subito violenza e ai loro figli e figlie, che a tale violenza hanno assistito, di superare il trauma e riconquistare una vita in autonomia finalmente libere/i dalla violenza.

Con la speranza che il contenuto del documento possa essere rivisto, ci mettiamo sin da ora a disposizione per un incontro per confrontarci con i Ministri e le Ministre che avranno il compito di attuare le politiche sui temi di nostro specifico interesse, auspicando la necessità di una nomina di una Ministra per le pari opportunità che abbia un vissuto personale e competenze vicine ai movimenti delle donne.

Roma, 21 maggio 2018

Isa Maggi

Stati generali delle Donne

www.statigeneralidonne.com