Signor Presidente,
In occasione del Suo viaggio di tre giorni in Israele, Lei ha giustamente messo in evidenza che la crescita degli insediamenti sono un serio ostacolo alla pace, così come l’occupazione delle Alture del Golan.
Proprio per questo desideriamo richiamare la Sua attenzione sui seguenti fatti:- Israele è uno Stato che da oltre 40 anni occupa militarmente e illegalmente i Territori palestinesi (Risoluzone Onu 242), distruggendone l’economia e negando diritti e libertà ai suoi abitanti, in violazione della Quarta Convenzione di Ginevra sui doveri di una potenza occupante;

– L’estensione delle colonie, altrettanto illegali, è continua e il numero dei coloni ha ormai superato quota 400.000 persone. Alcuni Paesi europei tra cui la Gran Bretagna Inghilterra hanno cominciato ad effettuare controlli più rigorosi sulle merci importate a marchio israeliano per accertare se provenienti dagli insediamenti illegali. L’accordo di associazione Israele-Unione Europea, che considera illegali le colonie, non prevede che le merci di loro produzione possano usufruire della facilitazioni doganali e condiziona la sua applicazione al rispetto dei diritti umani;

– Nel 2004 la Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato l’illegalità del Muro di Separazione, riaffermando la necessità che tutti gli Stati membri si astengano dal dare sostegno a tale costruzione che si snoda in gran parte sul versante palestinese della linea verde, impedendo il libero movimento della popolazione palestinese e sancendo di fatto una separazione tra palestinesi e israeliani che ricorda il regime d’apartheid;

– La striscia di Gaza, lasciata nel 2005 dai coloni, è sottoposta a un rigido controllo militare del mare, della terra e dello spazio aereo, nonché a un assedio brutale che priva della libertà di movimento circa un milione e mezzo di persone, oltre che di beni fondamentali per loro sopravvivenza. La Convenzione di Ginevra sul diritto umanitario internazionale viene in tal modo calpestata, insieme ai diritti di donne, uomini, bambini, anziani e malati;

– Alla fine del 2008, l’esercito israeliano ha lanciato su Gaza un attacco militare che ha fatto oltre 1400 vittime, gran parte dei quali civili, e che ha causato la distruzione di infrastrutture, industria, agricoltura. Occupazione e PIL della striscia sono crollati, senza contare l’inquinamento chimico degli armamenti su suolo e acqua, come testimoniano i rapporti stilati da osservatori internazionali e agenzie dell’Onu;

– Le Nazioni Unite, attraverso il rapporto di missione redatto dal giudice Goldstone, affermano che con l’operazione ‘Piombo Fuso’, l’esercito israeliano ha commesso crimini di guerra e la Gran Bretagna, in base alla giuridizione universale, ha ventilato la possibilità di incriminare l’allora ministro della Difesa Tzipi Livni, che ha annullato il suo viaggio in quel Paese.

In conseguenza a tali fatti e in occasione dei Suoi incontri Le chiediamo:

– di non rinnovare l’accordo di cooperazione militare con Israele, finché il suo governo non rispetti gli obblighi sanciti dal diritto internazionale e dalla garanzia del rispetto dei diritti umani;

– che venga rispettato l’accordo di associazione Ue-Israele e non si permetta quindi il passaggio di merci provenienti dalle colonie con le facilitazione doganali, dando istruzione alle dogane affinché
vigilino sulle etichette di provenienza e blocchino quelle che non sono conformi all’accordo;

– che non venga stipulato nessun nuovo accordo commerciale con Israele senza una precisa e vincolante clausola che lo subordini al rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani. Tale clausola dovrebbe prevedere criteri e modi di verifica dell’adempimento e sottoporre alla stessa condizione gli accordi già in essere.

Siamo cittadine e cittadini italiane/i da anni impegnati/e a sostenere l’iniziativa nonviolenta della società civile palestinese e delle organizzazioni pacifiste e anticolonialiste israeliane per la fine
dell’occupazione, della discriminazione, dell’ingiustizia, per costruire una convivenza pacifica tra i due popoli, la sicurezza per entrambi, una giusta pace duratura per il Medio Oriente, di cui quei due popoli sono attori sociali e politici fondamentali. Sappiamo che questo è di importanza vitale anche per il nostro Paese, l’Europa e il mondo intero.

Ci rifiutiamo di accettare che il nostro Paese, le sue istituzioni, le sue cittadine e cittadini possano essere complici di quelle gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Ci auguriamo che le nostre richieste siano da Lei ascoltate e che anche l’Italia, come altri Paesi europei hanno già cominciato a fare, giochi un ruolo efficace nei confronti del governo israeliano affinché corrisponda ai suoi obblighi verso la popolazione palestinese e verso tutta la comunità internazionale.

Si associano:
Amisnet,
Assopace,
Cgil,
Fiom-Cgil,
Ebrei contro l’occupazione,
Rete Radié Resch,
Un Ponte per…

Action for Peace
c/o Associazione per la Pace,
Via India 1 – 00196 Roma
Tel. +39 0695558458
Fax:+39 0623327800

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