Il dibattito sulla legge elettorale è all’ordine del giorno da parecchie settimane. Si parla di vari format da riprendere ed eventualmente adattare alle diverse esigenze di sopravvivenza di varie soggettività politiche rigorosamente monosessuate. Modello spagnolo, tedesco, francese, dei sindaci… Ma , come cambiare radicalmente le cose? Quasi tutti/e sono d’accordo sullo svecchiamento della classe dirigente. Ma questo può garantire veramente il cambiamento? A quando {{una democrazia di genere}} capace di rappresentare diritti e bisogni concreti di chi è stata sempre mal rappresentata?

Finora la presenza femminile nelle istituzioni politiche era garantita solo da {{cooptazioni }} che non erano altro che l’espressione di una volontà maschile più sensibile alla propria auto affermazione che a qualsiasi altra opzione.
Intanto l’associazionismo e i movimenti femministi continuano, con immutata determinazione, a far sentire la loro voce. Ma, poche sono le testate giornalistiche a riprenderla e divulgarla, forse le più sensibili quelle dirette da donne.

Cercando su internet{{ parole di genere sulla riforma elettorale }} mi sono imbattuta solo in quelle di {{Valeria Fedeli}} oggi vicepresidente al Senato e una delle promotrici di Se Non Ora Quando? Parole che non ho trovato certo andando su testate come La Repubblica, La Stampa o Il Corriere o su quelle radio-televisive ma sul sito di Donne Europa.

Il tempo che viviamo -scrive la Sen.{{ Valeria Fedeli}}- ci sfida sul terreno della {{capacità di allargare la partecipazione }} e collaborare per il cambiamento: le donne sono pronte, pronte a dare il loro contributo e a lottare per un’Italia migliore, condividendo con gli uomini sfida e responsabilità.

Tra le riforme da realizzare c’è{{ la legge elettorale}}, che è insieme un’occasione di sperimentare l’equità di genere e di moltiplicare il cambiamento.

L’abbiamo visto in questo scorcio di legislatura, in quella che è la legislatura con maggiore presenza di donne di sempre: dalla ratifica della Convenzione di Istanbul alla proposta di osservatorio sull’impatto di genere delle politiche pubbliche, dal contrasto alla violenza sulle donne alla battaglia per cambiare i linguaggi sessisti, molte sono state le proposte e le sfide, tutte bipartisan,{{ nel segno delle donne e nell’interesse di tutto il paese.}}

È una dimostrazione evidente che quando le donne hanno l’occasione di partecipare a incidere su decisioni strategiche e realizzazione delle scelte politiche arrivano innovazioni e cambiamenti utili a tutte e tutti. Ecco perché, quale che sia la legge elettorale che alla fine prevarrà dal confronto politico e parlamentare, essa deve {{prevedere regole che garantiscano la piena parità di genere}}

Intanto nel silenzio di disattenti e rumorosi organi di una informazione parziale possiamo ricordare che lunedì 20 gennaio donne di varie associazioni danno vita ad un incontro per parlare della riforma elettorale seguito da {{una conferenza stampa alla Camera dei Deputati martedì 21 alle ore 11,30}} promossa dall’On. {{Roberta Agostini}}.