A MILANO il 19 settembre 2017, ore 18,30  alla Casa delle Donne (via Marsala, 8/10) viene presentato il numero 122 della rivista, ne discutono Stefano Ciccone, Carlotta Cossutta, Barbara Mapelli e Giorgia Serughetti

Pubblicità, stampa, televisione, cinema, fumetti, videogiochi, social media: le immagini veicolate da quella che gli esperti definiscono la “pornosfera” sembra essersi allargata a dismisura, sostenuta e promossa da un business miliardario globale, fino a permeare tutti gli spazi della nostra vita sociale e culturale. E se fino a qualche decennio fa si poteva ancora più o meno ragionevolmente distinguere tra erotismo e pornografia, oggi i contenuti hard sono accessibili anche quando non li si cerca, nelle trasmissioni in chiaro della Tv digitale dopo le 11 di sera, o da qualsiasi pc o smartphone a tutte le ore, a tutte le età, in qualsiasi contesto. Da “genere” ammantato da un alone di trasgressività, praticato dagli uomini e prodotto esclusivamente da e per uno sguardo maschile, la pornografia è stata definitivamente sdoganata come componente ineliminabile della cultura popolare che usa corpi e sesso per il marketing di qualsiasi cosa con una smisurata offerta à la carte per gusti e desideri sempre più specializzati. L’o-sceno è definitivamente in scena.

Argomento sommamente divisivo per il femminismo fin dagli anni Settanta, il dibattito sulla pornografia va aggiornato però tenendo conto dei profondi mutamenti avvenuti, delle soggettività emerse, dell’evoluzione dei linguaggi.