Tratto dal romanzo di Durian Sukegawa, Le ricette della Signora Toku è un film di Naomi Kawase sulla bellezza della vita, quella che si manifesta nel senso profondo degli incontri e nel divenire delle cose che, naturalmente, include la morte finendo e ricominciando proprio da lì.
Sentaro, Toku e Wakana sono i personaggi principali del film. La regista ne racconta l’intreccio delle solitudini con poche pennellate poetiche: Sentaro sopravvive vendendo dolci dorayaki in un anonimo chiosco ombreggiato da alberi di ciliegio; Toku, che si propone come aiutante per preparare la marmellata an dei dorayaki, è una vecchina dalle mani nodose e il viso aperto al mondo; Wakana, frequentatrice del chiosco, è un’adolescente triste che vive con la madre e sogna di iscriversi al liceo dove vanno le sue amiche più fortunate.
Ciascuno di loro ha una ferita ed è simbolico che il loro incontro avvenga quando i ciliegi sono nel pieno della fioritura. “Non conosco nessun altro albero i cui fiori sboccino in modo così spettacolare e che con altrettanta rapidità perdano all’improvviso tutti i petali.” dice Naomi Kawase nelle note di regia. “È questa la ragione per cui i ciliegi in fiore ci affascinano tanto? È per questo che ci sentiamo obbligati a vedere in essi un riflesso della nostra vita?”.
Nonostante le diversità, i tre personaggi amalgamano le loro vite come Toku fa con gli ingredienti dell’an. Ogni cosa ha una storia da raccontare, spiega allo sbrigativo Sentaro mentre prepara il composto “alchemico” con antica sapienza: i fagioli azuki vanno accolti come ospiti e trattati con riguardo perché le due metà dei dorayaki – come una vera coppia- hanno bisogno di un composto fatto con amore e paziente lavorazione per “riempire la mente” di chi li gusta “di meraviglia e felicità”.
Nel giro di poco tempo la piccola attività del chiosco di dorayachi prospera fino al momento in cui i sogni di Sentaro, Toku e Wakana s’infrangono contro la realtà e ogni cosa sembra “sfiorire” insieme al riaprirsi di vecchie ferite. La separazione diventa ineluttabile, come la morte. Ma è di nuovo la voce della Signora Toku – dopo che il film svela il segreto della sua vita- insieme al dono degli strumenti del suo antico sapere a fare germogliare la speranza nei cuori dei suoi amici.
“…nessuno può vivere da solo”dice Naomi Kawase. “Sono convinta che questo valga per tutti noi esseri umani. Inoltre, ciascuno di noi vive qualche esperienza di fallimento nella vita. A volte questi fallimenti possono imprimere una svolta drammatica alla nostra esistenza, ma anche in questo caso ognuno di noi possiede sempre la forza per continuare a vivere in qualunque condizione. È una forza innata nella natura umana”.
Con l’armoniosa essenzialità che ricorda il cinema di Yasujiro Ozu, la regista Naomi Kawase racconta “ciò che non è visibile nella vita” ma che alimenta il flusso dell’esistenza.
Il film Le ricette della Signora Toku ha aperto la sezione Un Certain Regard del Festival del cinema di Cannes (2015) ed ha avuto molti riconoscimenti grazie anche all’interpretazione dei tre attori: Masatoshi Nagase (Sentaro), Kyara Uchida (Wakana) e Kirin Kiki, la meravigliosa Signora Toku protagonista anche di Little sister un altro intenso film sui legami di Hirokazu Kore-eda, sugli schermi a gennaio.