“L’ironia è necessaria per convivere con le grandi emozioni”: lo afferma Cristina Zanetti nella pagina di ringraziamenti premessa al suo romanzo “Stop movie ”.In questa affermazione non c’è soltanto un riconoscimento di intenti nella modalità di scrittura ma anche, almeno io l’ho vissuto così, un invito a leggere attraverso questa chiave un romanzo “liberamente ispirato ad una storia vera” (“l’ingrato compito di vivere al passato” recita il sottotitolo).

In copertina, l’autoritratto di Cristina Zanetti con lo sfondo dell’isola di Stromboli – il vulcano ed il suo mare piatto iridescente – ci rimanda il volto di una donna che con occhi lucidi può guardare al passato riuscendo infine a “concentrarsi sul presente”.

Il romanzo è scritto {{in prima persona}}: la protagonista non ha nome, perché ciò non è importante, quello che conta è il viaggio che “Lei” – chiamiamola così – compie per uscire dalla “palude” dei suoi rapporti familiari, attraversare la “foce”, il lungo e ricco spazio di ricerca di una identità lesbica femminista radicale, fino a raggiungere “l’onda”, a prendere in mano il presente (le tre parti in cui è diviso il libro).

Punto di partenza è {{la morte della madre}}, che pone fine ad un incubo, quello di un perenne giudizio alimentato, anche attraverso le nebbie della demenza senile, da “oscurantismo medievale”, da una “apocalittica visione del bene e del male”: “ero ai suoi occhi un mollusco in balia di chiunque non avesse altro da fare che prendersi gioco di me, plagiarmi dalla testa ai piedi e condurmi alla perdizione eterna. Come aveva fatto lei”. L’elaborazione della fine di questo rapporto fatto di continui conflitti non è indolore; è complessa ma la lucidità ironica con cui viene portata avanti rende queste pagine non retoriche, ma avvincenti.

Alla dimensione del rapporto familiare si intreccia quella della vita sentimentale, segnata dalla presenza di {{una compagna che scompiglia la vita}} di Lei “con la forza di un toro”, che tende ad imporle le sue priorità, riproponendo in un certo senso le modalità del rapporto materno. Quando il rapporto finisce Lei dovrà rielaborare un nuovo lutto, compreso l’abbandono del progetto di vivere insieme nella mitica Stromboli (quella dell’immagine in copertina), ma anche ritrovare la {{capacità di costruire un nuovo rapporto sentimentale.}}

“Questo è un romanzo che è liberamente ispirato ad una storia vera”, dice Cristina Zanetti; io aggiungo: a tante storie vere, come d’altra parte testimoniato dai tanti ringraziamenti ad altre donne che hanno in qualche modo accompagnato la stesura del testo. La storia principale si intreccia infatti a quella di {{una comunità lesbica impegnata nella realizzazione del Festival di cinema lesbico Immaginaria}}, coinvolta con i suoi distinguo nella partecipazione al Gay pride 2000.

Attraverso le problematiche della protagonista molte ritroveranno {{le problematiche di una militanza e di una vita quotidiana femminista}} che l’ironia della scrittrice ci rimanda con piacevolissime pagine (vi raccomando quelle sulla vita con cani e gatti!). Non è di poco conto, credo, che Cristina Zanetti giunga all’esperienza della scrittura dopo aver praticato altre forme di creatività artistica (disegno, pittura, fotografia, musica) oltre che essersi impegnata nella scelta dei film per immaginaria: un lungo allenamento a raffinare lo sguardo.

{{Cristina Zanetti,}} {Stop Movie. L’ingrato compito di vivere al passato}, ed. Cicero, Venezia 2009, euro 16.