Secondo la Libera Associazione Italiana Ginecologi per l’applicazione della Legge 194 (Laiga) le nuove linee guida per l’interruzione di gravidanza annunciate dal ministro per la Salute Speranza sono una

Svolta epocale per l’accesso all’aborto farmacologico!

L’ 8 agosto 2020, il Ministro ha annunciato attraverso un post su Facebook la definizione di nuove linee guida per l’interruzione volontaria di gravidanza. È un giorno importante per le donne e per il diritto all’aborto.

Le nuove linee guida prevedono l’estensione del periodo consentito per la procedura dell’aborto farmacologico da 7 a 9 settimane e la possibilità di somministrare i due farmaci per l’interruzione farmacologica in regime di day hospital. Ci avviciniamo sempre di più al resto dei paesi europei e ci allontiamo definitivamente dalla regione Umbria, che recentemente ha posto l’obbligo di ricovero per l’IVG farmacologica. Finalmente le direttive ufficiali confermano le posizioni scientifiche nazionali e internazionali riguardo la sicurezza della procedura e l’importanza di garantire un aborto in totale sicurezza e tutela della salute sessuale e riproduttiva.

Crediamo che queste decisioni politiche siano un passo avanti verso un sempre maggiore riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne. Tutto questo è frutto di un lavoro che dura da anni e che Laiga ha portato avanti con tenacia insieme ad altre realtà associative, come la CGIL, la rete Pro-Choice e Differenza Donna.

Ora aspettiamo di leggere il testo completo delle linee guida e sottolineiamo anche l’importanza della chiara e netta posizione del Consiglio Superiore di Sanità, che ha promosso questo importante passo verso una maggiore tutela dei diritti sessuali e riproduttivi dichiarando che: “non esistono evidenze scientifiche che sconsiglino la somministrazione (dei farmaci preposti all’interruzione) alla nona settimana”.

La presidente di Laiga, Silvana Agatone ha commentato così la buona notizia:

“Queste nuove linee guida permetteranno finalmente alle donne di usufruire dell’aborto farmacologico, perché finora dovevano superare molti ostacoli e spesso non riuscivano ad averne accesso in tempo (meno del 20% delle IVG avviene con il metodo farmacologico, che è il meno invasivo per la salute riproduttiva delle donne – ndr). Il fatto che siano stati eliminati i tre giorni di ricovero, per le strutture pubbliche significa che ci sarà più spazio per patologie più gravi e che lo Stato affronterà meno costi inutili. Non dover più stare tre giorni ricoverate per prendere dei farmaci che non hanno pressoché alcuna complicanza, è un sollievo per le tasche di tutti i cittadini italiani. Ricordiamoci inoltre che le strutture ospedaliere che forniscono il servizio sono poco più della metà, e dare il tempo alle donne per poter usufruire della legge 194 è senz’altro un vantaggio, anche in momenti di emergenza come quello che abbiamo appena vissuto. Finalmente ci allineiamo con tutti gli altri paesi europei, e tamponiamo il grande problema dell’obiezione di coscienza.”