Lunedì 8 novembre, a Roma, è stata organizzata dall’Osservatorio Choisir la cause des femmes in Italia, dalla Casa internazionale delle donne , da Archivia e dall’Università La Sapienza un’importante giornata di studio con Gisele Halimi e le deputate/i elette/i nel Parlamento nazionale ed europeo. {{Gisèle Halimi}}, nata a Tunisi da famiglia ebraica nel 1927, laureata in diritto e filosofia a Parigi, avvocata di indipendentisti tunisini, di membri del FLN algerino, almeno da molte delle donne della mia generazione è considerata indimenticabile per il ruolo fondamentale che ebbe, a partire dagli anni Settanta, quando con {{Simone de Beauvoir}}, {{Jean Rostand}} e{{ Jacques Monod}}, fondò l’associazione{ Choisir la cause des femmes}.
Intervenne poi nel ’72 al processo Bobigny in difesa della sedicenne {{Marie Claire Chevalier}}, incriminata per aborto, dopo uno stupro, insieme alla madre complice. La risonanza del processo determinò sia il rilascio delle donne, sia la presa di coscienza dei legislatori e dell’opinione pubblica e aprì quindi l’iter della legge per l’aborto del 1975.

Sarebbe qui troppo lungo ricordare tutte le questioni riguardanti le donne in cui è intervenuta, tutti gli incarichi pubblici che ha ottenuto a livello nazionale e internazionale, tutti i libri scritti.
E’ sufficiente parlare di questo suo recente viaggio in Italia e della iniziativa che ora sostiene per rendersi conto di quanto sia ancora attenta all’empowerment delle donne.

I lavori della giornata di studio a Roma si sono svolti per la prima parte presso l’Università della Sapienza, si sono poi conclusi presso la Casa internazionale delle donne.
Al centro dei lavori l’idea che {{per realizzare l’effettiva cittadinanza delle donne in Europa si può partire da quanto già esiste}}: ogni cittadina potrebbe beneficiare delle leggi più progressiste, più femministe già in vigore nei vari paesi europei, leggi analizzate in rapporto a cinque argomenti fondamentali per ogni donna: sessualità e procreazione, diritto di famiglia, lotta contro la violenza , lavoro, politica.

L’idea è il risultato di un{{ lavoro svolto da Gisèle con un gruppo di donne giuriste sociologhe, psicologhe, rappresentanti sindacali }} che hanno esaminato le legislazioni dei 27 stati dell’Unione Europea ed hanno scelto un “bouquet”di 14 leggi ritenute migliori. Il “bouquet” è stato approvato nel febbraio 2010 dall’Assemblea francese e poi presentato al Parlamento Europeo dall’Associazione “Choisir la cause de Femme”. Lo studio “{La clause de l’éuropéenne la plus favorisée}” è stato pubblicato nel 2008 da l’Edition des femmes. Nella prefazione Gisèle Halimi si augura che in Europa ci sia un diritto europeo unico, il migliore per ora possibile, per 253 milioni di donne e conclude ”perché io credo, con R.P.Lacordaire, che nel rapporto fra il forte e il debole, la libertà opprime e la legge libera”.

La presentazione del progetto in Italia, come in altri paesi europei, deve mettere in moto l’impegno delle donne, sia a livello di istituzioni nazionali che europee, per superare sia ostacoli ideologici che formali. Infatti dai contatti già presi con le varie istituzioni, pure nel caso in cui “La clause” ha ottenuto consensi, ha trovato un ostacolo nell’articolo 2 del trattato di Amsterdam che prevede ”l’uguaglianza tra donne ed uomini “……

Giuriste/i ci stanno lavorando e tra le quattro modalità con cui si può rendere legge europea “La clause” alla fine dei lavori, presso la Casa internazionale delle donne, quella più semplice è sembrata questa :“Un milione o più di cittadine/i europee/i, residenti in un numero consistente di Paesi europei, possono invitare la Commissione europea a sottoporre una proposta in tal senso al Consiglio e al Parlamento europeo”. Non ci è sembrato impossibile raccogliere un milione di firme tra più di 200 milioni di donne e, forse, numerosi uomini di buona volontà. Al lavoro!

Per saperne di più cciddonne@tiscali.it {Osservatorio di Choisir}.