Laura Boldrini

Oggi  Laura Boldrini a Studio 24 la trasmissione condotta da Roberto Vicaretti, ha voluto sottolineare l’importanza che il centro sinistra trovi su alcuni punti fondamentali un accordo che veda mondi come quello del lavoro, del sindacato, dell’ecologia, del femminismo, della tutela dei diritti…  confluire in una battaglia politico culturale che riesca a sconfiggere comportamenti oscurantisti come quelli rappresentati , ad esempio, dal ddl Pillon. Alla fine Boldrini ha ricordato la petizione, lanciatasu Change.org su il ‘revenge porn’  che ha raggiunto 100mila adesioni per ottenere finalmente una legge contro il ‘revenge porn’.  Una forma di ritorsione violenta contro quelle donne che vedono in rete foto o filmati intimi che le riguarda. Boldrini, già a dicembre del 2018, aveva  annunciato un tavolo di espert* per elaborare, entro quest’anno, una proposta di legge bipartisan per combattere questo fenomeno.

Questo il testo della mozione che ha raccolto 100.000 firme:

ll revenge porn è la pratica, sempre più diffusa nella Rete, che consiste nella pubblicazione – o nella minaccia di pubblicazione, anche a scopo di estorsione – di foto o video intimi senza il consenso della persona interessata, spesso in risposta alla chiusura di una relazione.
Un fenomeno umiliante e lesivo della dignità, che può condizionare la vita delle vittime anche nella ricerca di un impiego e nei rapporti sociali, ma non solo. 

Di quanto può essere esplosiva una tale miscela – scrive Matteo Grandi in “Far Web. Il lato oscuro dei social” – abbiamo già avuto un triste esempio con un caso di cronaca italiana che si è concluso con il suicidio della protagonista. La vicenda è quella di Tiziana Cantone, che si è tolta la vita il 13 settembre 2016, dopo che un suo video hard era diventato virale in Rete.” 

Il revenge porn è riconosciuto come reato in Germania, Israele e Regno Unito, e in trentaquattro Stati degli Usa. In Italia, invece, non esiste alcuna legge specifica sul revenge porn. 

L’unica possibilità riconosciuta alle vittime è fare riferimento alla normativa sui reati di diffamazione, estorsione, violazione della privacy e trattamento scorretto dei dati personali, che non recepisce, però, la gravità e la peculiarità del fenomeno.

Per questo chiediamo anche nel nostro Paese l’introduzione di una legge ad hoc.

Occorrono azioni di prevenzione della violenza di genere e di educazione civica digitale rivolte alla popolazione generale. 
Occorre responsabilizzare in modo tangibile i gestori delle piattaforme e delle applicazioni attraverso le quali si effettua il revenge porn.  
Occorre punire gli autori di reato, occorre dotarsi degli strumenti per fermarli.
Occorre tutelare e sostenere adeguatamente le vittime, fatte oggetto di una vera e propria violazione e persecuzione, per permettere loro di tornare alla condizione di tranquillità cui tutte e tutti abbiamo diritto.

Insieme in Rete
I Sentinelli
Bossy

Un fenomeno sommerso, che negli ultimi anni sta prendendo piede anche in Italia dove non esiste una legislazione che condanni e punisca questa forma di violenza. La petizione su Change.org ha raccolto 100mila firme. E’ così che Laura Boldrini si è fatta carico di portare il problema in Parlamento per ottenere finalmente una legge contro il ‘revenge porn’. Con questo termine ci si rifrisce a reati diversi: diffamazione, stalking, pedopornografia, cyberbullismo.

La stesura di questa  proposta di legge,  vuole tenere insieme tra aspetti fondamentali: la legge si propone di essere repressiva, nei confronti degli aguzzini, ma anche di fornire un’educazione digitale e di genere; e nello stesso tempo la legge punta ad assicurare un’assistenza ad adolescenti e donne, la cui autostima spesso si frantuma per la cinica diffusione in rete di una foto,  “Spesso il ‘revenge porn’ è anche un modo per intimidire le donne, che provano a far carriera o a emergere nella vita pubblica”, ha commentato Laura Boldrini. “È un mondo feroce basato sull’odio.” Quando il conduttore le ha ricordato che anche il Movimento 5 stelle sull’argomento ha la sua proposta di legge firmata dalla senatrice Elvira Lucia Evangelista, Laura Boldrini ha sottolineato che non c’è nessun problema nel  portare avanti questo lavoro assieme.  Sono proprio i 5 stelle a sottolineare l’importanza delle proposte che arrivano dalla società civile. Le 100.000 firme alla petizione sono  una dimostrazione che dimostra quanto sia importante la partecipazione e il protagonismo da parte di persone impegnate contro culture violente e oscurantiste.