QUESTO L’APPELLO CONGIUNTO DI 18 ORGANIZZAZIONI

– A Buon Diritto Onlus, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, ASGI, CNCA, Centro Astalli, CIR Consiglio Italiano per i Rifugiati, Emergency ONG, Salesiani per il Sociale, INTERSOS, Medici Senza Frontiere, Médecins du Monde Missione Italia, Medici per i Diritti Umani, Save The Children Italia, SenzaConfine, Terre des Hommes – sulla vicenda dei migranti a bordo delle due navi delle Organizzazioni Sea Watch e Sea Eye, ai quali non è ancora stato garantito l’approdo in un porto sicuro.

Chiediamo con urgenza all’Italia e agli altri Stati membri dell’Unione europea di attivarsi senza ulteriori tentennamenti affinché i 49 migranti da giorni bloccati in mare, tra i quali diversi minori inclusi bambini molto piccoli, possano immediatamente sbarcare in un porto sicuro e ricevere l’assistenza umanitaria a cui hanno diritto e le cure di cui hanno bisogno”. “Non è possibile attendere oltre – continuano le Organizzazioni – il meteo è in peggioramento ed è semplicemente inaccettabile che bambini, donne e uomini vulnerabili, che hanno già subito privazioni e violenze durante il viaggio, restino per giorni ostaggio delle dispute tra Stati e vedano ingiustamente prolungata la loro sofferenza senza che dall’Europa giunga un richiamo di tutti alle proprie responsabilità”.

Nuovo appello dei medici della nave Sea Watch : “Abbiamo a bordo tre bambini che vomitano in continuazione, a rischio ipotermia e disidratazione”. Dodicesimo giorno in mare, onde alte tre metri e temperature poco sopra allo zero

 Luigi de Magistris, primo cittadino di Napoli. “La preoccupazione per le condizioni delle persone che avete sottratto al mare mi spinge, a nome dell’intera città di Napoli, a chiederle formalmente di voler girare la prua verso la nostra città, certi che sarete accolti nel nostro porto”. Questo quanto scritto in una lettera che il sindaco ha inviato al comandante della Sea Watch e che la ong rilancia sui social. “Se poi la protervia del ministro – aggiunge riferendosi a Salvini – dovesse spingersi fino a impedirle di entrare, sappia che abbiamo già disponibili 20 imbarcazioniche, in sicurezza raggiungeranno Seawatch3 per portare a terra le persone che lei sta ospitando”.

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Articolo di Alessandra Ziniti su Repubblica.it

Sea Watch e Sea Eye in balia del mare in tempesta, Malta concede l’ingresso in acque territoriali ma solo per ripararsi

Onde alte tre metri, maestrale a venti nodi, temperatura che di notte arriva a 2-3 gradi, condizioni meteo in ulteriore peggioramento per i prossimi due giorni. E 49 persone in balìa del mare in tempesta ormai da 12 giorni, che vomitano continuamente, a cominciare dai tre bambini di 1, 6 e 7 anni a bordo.

Le due navi da ieri sera sono in acque maltesi per cercare riparo, le autorità de La Valletta hanno dato l’autorizzazione ma solo per restare ridossati ed eventualmente per i rifornimenti, ma non per entrare in porto.

I medici della Sea Watch e della Sea eye, ancora in attesa che qualcuno si decida a concedere l’autorizzazione ad entrare in un porto del Mediterraneo per sbarcare i migranti soccorsi, sono sempre più preoccupati.

“Per persone malnutrite e in condizioni di salute molto precarie come quelle che abbiamo a bordo – dicono – la disidratazione come causa del mal di mare è un rischio molto grave e può mettere anche a rischio la vita soprattutto se associata all’ipotermia”.

La Sea Watch nel mare in tempesta   I ponti della piccola nave sono invasi dall’acqua e quindi l’equipaggio della Sea Watch è costretto a tenere tutti i migranti sottobordo all’interno di spazi estremamente ristretti e in condizioni di promiscuità. A preoccupare i membri dell’equipaggio della Ong è anche la tenuta psicologica dei migranti che,a 12 giorni dal loro soccorso, cominciano a non comprendere più quello che sta accadendo e sta diventando difficile controllarli.

Le due organizzazioni umanitarie che hanno preso a bordo i migranti non sono a conoscenza di passi avanti in una ipotetica trattativa che, al momento, non sembra nessuno stia conducendo. Sea Watch e Sea Eye hanno da giorni la disponibilità di 30 città tedesche ad ospitare i migranti ma dal governo non è arrivata alcuna richiesta ufficiale né all’Europa né ad altri paesi per la concessione di un porto sicuro. E le due navi, ormai a corto anche di generi di prima necessità e di farmaci, cercano riparo dal maltempo a sud di Malta.

Dopo l’appello di Unhcr e Oim, oggi anche Msf è intervenuta. “Abbiamo operato per più di tre anni nel Mediterraneo e sappiamo cosa significa per persone vulnerabili affrontare questo tipo di viaggio – ha dichiarato Ruggero Giuliani, medico e vicepresidente di Msf – Con le condizioni meteo in peggioramento e considerando le rigide temperature invernali è necessario trovare una soluzione rapida. Facciamo appello alle autorità europee ed italiane affinché si trovi al più presto un porto sicuro per questi naufraghi. Facciamo appello alla società civile italiana, affinché alzi la voce su questa situazione inaccettabile e sulla richiesta di politiche più umane che allevino le sofferenze delle persone. Chi fugge ha bisogno di protezione. La tutela della vita delle persone al primo posto, poi i dibattiti politici su chi accoglie”.

Onde alte tre metri, maestrale a venti nodi, temperatura che di notte arriva a 2-3 gradi, condizioni meteo in ulteriore peggioramento per i prossimi due giorni. E 49 persone in balia del mare in tempesta ormai da 12 giorni, che vomitano continuamente, a cominciare dai tre bambini di 1, 6 e 7 anni a bordo.

Le due navi da ieri sera sono in acque maltesi per cercare riparo, le autorità de La Valletta hanno dato l’autorizzazione ma solo per restare ridossati ed eventualmente per i rifornimenti, ma non per entrare in porto.

I medici della Sea Watch e della Sea eye, ancora in attesa che qualcuno si decida a concedere l’autorizzazione ad entrare in un porto del Mediterraneo per sbarcare i migranti soccorsi, sono sempre più preoccupati.