L’11 maggio la polizia di Kathmandu ha arrestato 500 donne che manifestavano contro la repressione cinese in Tibet. La notizia sui giornali e le agenzie di stampa italiani ha avuto poco spazio e nessun approfondimento. Su queste manifestanti portate ai centri di detenzione nepalesi, è subito calato il silenzio.Quattro giorni fa a Kathmandu la polizia nepalese ha arrestato 500 (per l’agenzia Reuters 562, per Rai net news 600) donne tibetane che manifestavano contro la repressione cinese. A questa assurda repressione della {{prima manifestazione anti-cinese di sole donne}}, i giornali e le agenzie di stampa italiani hanno dedicato quella che in gergo giornalistico si definisce “una breve”. Non più di 10 righe. Questo la dice lunga non solo sull’informazione che arriva da Paesi non liberi, ma anche sull’attenzione che i mass media riservano alle notizie considerate distanti da noi.

Uno dei primi insegnamenti che riceve l’aspirante giornalista durante i corsi di giornalismo fa riferimento proprio alla “vicinanza” della notizia: quel che si insegna è che più una notizia è vicina geograficamente più merita spazio, perché si dà per scontato che il lettore la “senta” di più. Se così fosse veramente chi dedica spazio e voce alle news che arrivano da altri continenti dovrebbe far altro.
_ Certo è che la maggior parte dei media oggi si comporta così.

Non deve stupire dunque se quel che è arrivato in Italia delle donne nepalesi, è che queste 500 (562? 600?) manifestanti sono state trascinate con la forza sui cellulari della polizia mentre gridavano “Vogliamo liberare il Tibet” e che per fermare queste “pericolose rivoluzionarie” sono intervenuti agenti in assetto anti-sommossa.
_ La polizia – raccontano le poche righe – ha assicurato che “libererà le donne più tardi”, nessuno ha raccontato altro.
_ Quel che si sa è che il primo gruppo è stato fermato subito dopo essersi incontrato in una delle vie principali di Kathmandu, il secondo mentre ancora preparava gli striscioni. Quel che rimane è la domanda di una delle arrestate, una donna di 70 anni: “Non stiamo protestando contro il governo nepalese e non abbiamo fatto nulla di violento. Perché ci fermano?”.
_ Lo vorremmo sapere anche noi.