Nella preparazione dell’assemblea di Firenze (28 aprile 2012) sul Manifesto per un soggetto politico nuovo, sono state elaborate alcune schede. Questa, di Giuliana Beltrame, affronta, in’un ottica femminista, il tema della laicità.E’ possibile impegnarsi per l’affermazione del principio generale di laicità della sfera pubblica e delle istituzioni senza rimettere in discussione alla radice i modelli e le dinamiche di potere che governano gli stati ed il mondo intero ?

E’ possibile pensare ad un nuovo modello politico di relazioni tra cittadine, cittadini e Stato senza porre al centro alcune correlazioni, quale quella fondamentale tra laicità, libertà e diritti ? Tra diritti e corpi, tra laicità e diritto all’eguaglianza cioè ad un processo individuale e collettivo per sovvertire le strutture personali e sociali che hanno determinato l’ineguaglianza e costruito sistemi di potere sociali ed economici escludenti e asimmetrici?

Per farlo bisogna mettere in chiaro che meno le “chiese”, le religioni, in quanto organizzazioni (qualsiasi forma anche temporale di religione ..e quella nuova e più invadente pare essere quella imposta dai c.d. “mercati”) potranno esercitare potere ed influenza sugli apparati pubblici, e attraverso di essi ed i mezzi di comunicazione di massa sulla società intera, più ci sarà spazio per l’espansione delle libertà e dei diritti di ciascuno, a cominciare da quelli delle donne, cartina di tornasole per i diritti di tutti.

Sul corpo delle donne, sulla soggettività femminile, condizionata dalle diverse forme religiose (anche quelle di ispirazione economica), da sempre converge un particolare interesse privato e pubblico inerente alla sessualità ed alla riproduzione; allo scopo di controllarla Stati e uomini hanno affermato la supremazia della legge sull’autonomia delle donne.

La laicità si misura sulla libertà, la libertà e il diritto all’uguaglianza delle donne sono dunque il baluardo necessario contro l’invadenza nella sfera pubblica e privata di ogni fondamentalismo e spinto mercatismo nostrano e altrui.

Il processo di laicizzazione della sfera pubblica, nel nostro Paese è rimasto largamente inattuato, incompleto e spesso contraddittorio; in uno Stato che molto spesso legifera sotto la pressione dei c.d. “mercati” ed in sintonia con una predominate, istituzionalizzata, temporalizzata credenza religiosa (il modello decisionale non cambia), sono tutelati e privilegiati solo coloro che aderiscono a tale visione del mondo.

In uno stato compiutamente laico le leggi dovrebbero introdurre tutele e procedure per consentire a chiunque, senza distinzione alcuna, la possibilità di vivere una vita degna, di sposarsi, divorziare, convivere, scegliere le modalità di procreazione o di non procreazione, di disporre del proprio stato di salute e del proprio corpo in vita e in morte.

La strada da percorrere nel nostro Paese è ancora lunga.
Ci aspetta molto lavoro da fare.