Su proposta della World Social Agenda, tre circoscrizioni di Trento hanno coinvolto le proprie comunità e i ragazzi in una riflessione per adottare uno stile di vita sostenibile, rispettoso dell’ambiente e in difesa dell’acqua come bene comune. Le circoscrizioni di Ravina e Romagnano, Povo, Centro Storico e Piedicastello hanno proposto tre diverse iniziative con un unico comun denominatore: garantire la sostenibilità ambientale. Da una proposta della Fondazione Fontana all’interno del percorso della World Social Agenda 2009, le tre circoscrizioni di Trento hanno promosso alla propria comunità, incontri, giochi e percorsi partecipati, per contribuire a realizzare in prima persona il settimo Obiettivo del Millennio, nella convizione che le sorti del nostro pianeta dipendono anche da noi.

“{{ {Ri-ambientiamoci} }}!”, è stato il motto del primo incontro pubblico organizzato dalla circoscrizione di Ravina e Romagnano, in collaborazione con la scuola elementare, la consulta dei ragazzi, le associazioni e gruppi del territorio circoscrizionale.
_ Nella serata aperta alla cittadinanza, Dario Pedrotti, tra i fondatori di Trentino Arcobaleno e Fa’ la Cosa Giusta-Trento, ha offerto una panoramica sulle esperienze e le buone pratiche già avviate nel territorio trentino che riguardano alimentazione bio e filiera corta, riciclo e riuso, mobilità sostenibile, risparmio energetico e molto altro.

Pedrotti, ha sottolineando la gravità nell’utilizzare più risorse di quelle che il pianeta sa rigenerare, ha cercato di mettere a fuoco le motivazioni che spingono o meno ognuno di noi ad attuare comportamenti ambientalmente sostenibili. Invitando i cittadini a contribuire con i gesti di tutti i giorni a migliorare l’ambiente, ha ribadito l’importanza della corretta diffusione di informazioni e la condivisione nei gruppi e nelle reti. L’incontro ha dato ‘avvio ad percorso che porterà le diverse realtà della Circoscrizione di Ravina e Romagnano nel 2010 all’adozione di azioni ambientalmente sostenibili.

Al Polo Sociale di Povo, anche i bambini hanno imparato buone pratiche per contribuire con mamma e papà: spegnere la luce, differenziare i rifiuti, riparare la bicicletta, risparmiare l’acqua. “in gioco per il settimo obiettivo del millennio” è stato il titolo dell’iniziativa che ha coinvolto i bambini dai 6 ai 13 anni in un pomeriggio di giochi e laboratori per salvare l’ambiente con piccoli e importanti gesti: si poteva impastare una golosa merenda fai-da-te, partecipare e salvare l’ambiente con il gioco dell’oca Povopoli, venire in bicicletta per imparare nel Bici-Pit-Stop a cambiare, ad esempio, una gomma. I più grandi hanno partecipato al progetto My Ideal City per una città a dimensione di uomo e conoscere come in Kenya si combatte la deforestazione con il documentario [Tree is life->http://www.treeislife.org/].

Protagonista della riflessione partecipata alla Circoscrizione Centro Storico Piedicastello è stato proprio l’oro blu. Molte le perplessità e le domande dei cittadini sul ‘decreto Ronchi’ ([Decreto legge 135/09->http://www.parlamento.it/parlam/leggi/decreti/09135d.htm]) approvato con voto di fiducia alla Camera dei Deputati il 18 novembre scorso che di fatto sancisce la privatizzazione dell’acqua.

Nell’incontro pubblico dal titolo “l’acqua e’ un bene di tutti. E domani?”, Chiara Campana, Paolo Negri della Cooperativa Quater e Francesca Caprini dell'[Associazione Yaku->http://www.yaku.eu/] hanno dialogato con i cittadini sulle prospettive locali della gestione dell’acqua con uno sguardo al contesto nazionale e ai movimenti internazionali per il diritto all’acqua.

{{Paolo Negri}}, ha percorso e spiegato in dettaglio le tappe che dal 1994, con la [Legge Galli->http://www.ambientediritto.it/Legislazione/ACQUA/Legge%2094%20n.36.htm], sono sfociate nella preoccupante domanda odierna sulla privatizzazione dell’acqua. Attraverso la visione del servizio della La7 di “Exit” su Publiacqua, la società per azioni che gestisce privatamente il servizio idrico fiorentino si è colto come il risultato della privatizzazione nella capitale toscana è chiaro: meno si consuma più si paga, ribaltando lo slogan “efficienza, efficacia, economicità” dei privati nella gestione del servizio idrico.

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Francesca Caprini}}, della Associazione Yaku, ha ricordato che l’acqua è un bene di tutti, pubblico e non deve essere soggetto alle regole di mercato o alla sete di profitti delle multinazionali. Un problema internazionale che vede attive numerose popolazioni come qulle in Bolivia e Uruguay dove la battaglia contro il gruppo Suez per l’oro blu è stata vinta dai contadini, dai più poveri.
_ Molte città europee, come Parigi, stanno oggi facendo marcia indietro dopo anni di speculazione privata e rendono nuovamente pubblico il servizio idrico.
_ L’Italia sta andando invece nella direzione opposta mentre il Governo, che ha agito con un silenzioso “colpo di mano”, ha tenuto nel cassetto più di 400 mila firme raccolte per la [Legge d’iniziativa popolare per l’acqua pubblica->http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article=211].

{{Chiara Campana}} ha sollecitato i partecipanti al dialogo e all’azione. “Si deve dire no alla privatizzazione del servizio idrico: con la campagna nazionale “[Salva l’acqua->http://www.petizionionline.it/petizione/campagna-nazionale-salva-lacqua-il-governo-privatizza-l-acqua-/133]”, la raccolta firme e con la capacità organizzativa della popolazione non deleghiamo ma riprendiamoci ciò che è nostro” – ha detto. “Noi in quanto cittadini del Bacino Idrico delle Alpi abbiamo anche maggiore responsabilità sull’acqua, che deve rimanere fuori dal mercato”.

– {Articolo già pubblicato sul sito Unimondo.org}