Il 26 marzo a Roma Manifestazione nazionale per pubblicizzare l’acqua, per la difesa dei beni comuni, dei diritti e della democrazia e, perché no, anche contro il nucleare!
Marco Bersani dell’Attac Italia così scrive ricordando quanto il diavolo sia in grado di fare le pentole ma non i coperchi. Fin da ora è bene che parta una capillare mobilitazione perché a giugno vinca di nuovo il referendum contro il nucleare!

Mentre {{il Forum Nucleare}} spendeva 2 milioni di euro per presentare un’ingannevole campagna sul nucleare come una discussione da salotto tra una mossa di scacchi e l’altra; mentre il prof. {{Veronesi }} dichiarava che avrebbe dormito senza alcun problema con le scorie radioattive sotto il letto (non risulta al momento pervenuta l’opinione dei condomini); mentre {{Kikko Testa}} si sbracciava tra un dibattito e l’altro a spiegare le magnifiche sorti e progressive del nucleare e del suo conto corrente da quando ha abbandonato l’ecologismo, la realtà, ancora una volta e con tutta la sua drammaticità, si premurava di spiegare cosa significa concretamente la scelta nucleare.

Il terremoto che ha stravolto il Giappone ha provocato un’esplosione dentro un reattore nucleare a Fukushima, provocando una nube radioattiva, l’evacuazione di 140.000 persone e il ricovero immediato di oltre un centinaio di persone; nel frattempo, anche il sistema di raffreddamento di altri due reattori dello stesso complesso nucleare dimostra anomalie non ancora risolte e foriere di ulteriori drammatiche preoccupazioni.

Di fronte a tale scientifica dimostrazione del fatto che {{le centrali nucleari sono intrinsecamente insicure}}, per cui ogni consesso civile dovrebbe fare l’unica scelta di buon senso possibile –
l’ abbandono di una strada energetica obsoleta, insicura, diseconomica e pericolosa- riparte la campagna ideologica dei nuclearisti sulla base delle ormai vetuste dichiarazioni -da noi non potrebbe mai succedere – le nuove centrali non comporterebbero questi problemi – e comunque in Giappone non è successo nulla di grav etc. etc.
Non succederà certo un’inversione di rotta del Governo e dei poteri forti.
Ma quello che può succedere è {{la ribellione popolare}} a chi non esita a destinare 40 mld di euro per una tecnologia che rimette l’energia, la sicurezza e la democrazia nelle mani dei soliti noti.

Il popolo dell’acqua ha convocato per il prossimo {{26 marzo a Roma una manifestazione nazionale per la ripubblicizzazione dell’acqua e per la difesa dei beni comuni, dei diritti e della democrazia.}}
Sarà la manifestazione di quanti lottano per la vita e contro la sua consegna ai profitti dei mercati finanziari.

Dovrà essere il luogo dentro il quale anche {{l’opposizione antinucleare}} dimostri la propria capacità di presenza diffusa e reticolare, la propria radicale alternativa verso un modello energetico “pulito, territoriale e democratico”, il proprio insopprimibile desiderio di futuro per il pianeta, le generazioni presenti e future.

Tutte e tutti assieme, allegri e determinati, attivi per non divenire radioattivi, pronti a {{sommergere con tre valanghe di SI ai referendum della prossima primavera i poteri forti della privatizzazione dell’acqua e del ritorno al nucleare.}}

Tutte e tutti in piazza, perché tra la Borsa e la vita, abbiamo scelto la vita e la speranza di futuro.