imagesLa polmonite della candidata alla Casa Bianca e le osservazioni in materia, rimbalzate freneticamente sul web e sui giornali, vanno ben oltre la diagnosi medica.
La verità eè che nel sentire comune una donna malata è una scarpa vecchia, un soggetto fragile, con cui essere empatici magari, ma che non offre alcuna garanzia di leadership. Un individuo bisognoso di cure a sua volta.
Se a star male fosse stato un uomo la situazione si sarebbe capovolta. La sua malattia, se pur temporanea, avrebbe fatto gioco alla sua corsa elettorale. Si sarebbe detto che si trattava di un candidato forte che continuava a combattere la sua battaglia per aiutare il Paese, nonostante gli acciacchi della sua salute.

Per la Clinton invece è diverso. Il suo malessere è diventato subito sinonimo di fragilità, motivo di preoccupazione dentro e fuori il Partito Democratico, calo nei sondaggi.
La ragione di questo doppio approccio è ben nota, si chiama maschilismo ed è un “batterio” che non puo’ essere distrutto con soli 40 anni di rivendicazioni dei movimenti delle donne. Servirà molto più tempo. La storia delle mentalità impiega millenni a mutare, nonostante l’impianto legislativo sia cambiato in modo significativo.
Certo un forte “antibiotico democratico” assunto quotidianamente da politici, giornalisti e intellettuali vari potrebbe aiutare.
Ma questo non basterà.
Servirà una vaccinazione culturale in tutti i luoghi di formazione, a cominciare dalle scuole e dalle università, per far conoscere il pensiero della differenza ai giovanissimi.
Per far crescere nuove generazioni che intendano le relazioni uomo-donna come dialogo democratico e non come dinamiche di violenza e sopruso.
Servirà una presidente donna e democratica come Hillary Clinton per far fronte a questa emergenza, per migliorare la società occidentale che fa la guerra ai burkini, ma non ai gretti pregiudizi che giudicano bimbe di 13 anni, stuprate dal branco, come “fonte dei loro guai”.
Servirà Lei per fare tutto questo. Lei che da sempre si è battuta per i diritti delle donne, lei che consapevolmente ha accettato compromessi come avrebbe fatto “il piu’ forte degli uomini” per poter correre come presidente degli USA.
Auguriamo a Hillary Clinton una pronta guarigione, e soprattutto le auguriamo di vincere le elezioni statunitensi per rompere il soffitto di cristallo e per fare la STORIA (sostantivo femminile).
A tutti i maschilisti ancora presenti in questo secolo, sempre piu’ rari e sempre piu’ soli, auguriamo invece, (parafrasando il grande Eduardo De Filippo) una vita lunga ma con qualche malattia.