Ieri in piazza Ambra ha raccontato la sua storia, una storia che si aggiunge
a
tante, troppe, una storia di “ordinaria” violenza in famiglia di cui ogni
giorno le pagine dei giornali sono sempre più piene.Ambra ricaccia indietro le lacrime mentre sul suo volto esplode la rabbia
quando parla della trascorsa domenica di Pasqua, la “santa Pasqua”, quella
che
si dovrebbe trascorrere nella serenità della “sacra famiglia”, ma che invece
si
trasforma in un vero inferno: legnate, insulti, minacce di un marito che
massacra la moglie perché “non c’è la spesa fatta per il pranzo pasquale e
ora
ti arranci tu!” In dialetto palermitano “Ora ti arranci tu” vuol dire “ora
te
la vedi tu, ora te la risolvi tu!”

{{Ambra, lavoratrice precaria delle pulizie nella scuola}}, cosiddetta Ex Pip a
620 euro al mese senza contributi pensionistici e con un straccio di
presunto
contratto prorogato di mese in mese a volte anche di 15 giorni in 15 giorni,
praticamente è l’unica che campa la sua famiglia, il marito è disoccupato e
i
due figli ormai maggiorenni sono entrati a far parte dell’esercito ogni
giorno
sempre più grosso di giovani che a Palermo vanno alla ricerca invano di un’
occupazione. Per arrotondare le entrate il sabato e a volte anche la
domenica
va a fare le pulizie presso privati.

Ambra non si ferma mai, è sempre al lavoro, fuori e dentro casa, 24 ore su
24,
“perché anche la notte mentre a lui gli gira di divertirsi in po’, come se
niente fosse successo, come se i lividi neri delle sue legnate fossero
diventati all’improvviso bianchi, a me il cervello invece mi continua a
macchiniare, senza sosta!”

La vita di Ambra è {{un fascio di rabbia}} che diventa più forte quando pensa ad
alcuni suoi parenti che le dicono di metterci una pietra sopra, di
dimenticare, di capire, di sopportare “i nervi” di suo marito, di farlo “per
amore della famiglia”, “ma questa è una famiglia in cui sono solo una
serva
di giorno e un pupazzo di notte, e io la odio… questa famiglia sempre sulla
bocca dei preti e di Berlusconi non ha davvero alcun senso e ce ne dovremmo
solo liberare…”

Ieri ho ascoltato queste parole, la storia di Ambra, e l’ho {{appresa da una
donna che in quel momento era in piazza a lottare insieme a tante altre
precarie e precari Ex Pip che da giorni a Palermo protestano contro la
precarietà del lavoro}}, “lui mi fa le scenate perché sono in piazza ma
piuttosto
lo butto fuori di casa mio marito!”, e se da un lato attraverso di lei ho
toccato ancora una volta con mano cosa significa doppia oppressione delle
donne, dall’altro è emerso con forza il valore doppio della lotta delle
donne,
una lotta che in cui inevitabilmente la questione di genere si intreccia
alla
questione di classe…

{
Da mfpr palermo}

immagine: movimerntofemministaproletariorivoluzionario.blogspot.com