Le pratiche di appropriazione dei segni del sesso opposto sono state da sempre maschili Le mutilazioni e scarnificazioni, fisiche o simboliche, hanno da sempre oppresso, e continuano a farlo, il corpo femminile. La televisione, fedele riproduzione della società, trasmette un reality come “La Sposa Perfetta”, in onda su RAIDUE, che in proposito la dice lunga già dal titolo. Se il titolo è agghiacciante, i contenuti non sono da meno. Questa la descrizione del reality show sul sito della RAI: “Per {{dimostrare di essere La Sposa Perfetta}}, ciascuna ragazza dovrà convincere la mamma del proprio prescelto delle proprie abilità culinarie, di possedere una buona visione dell’economia domestica , di saper sbrigare con destrezza tutte le mansioni di casa e soprattutto di essere una buona compagna”.

Sembra di leggere il manuale della perfetta donna fascista, ma il format proviene dalla Turchia. E anche su questo ci sarebbe da riflettere. Donne rinchiuse in una casa sotto gli occhi delle telecamere, che devono aggiudicarsi il pargolo d’oro con il beneplacito di “mammà”. Donne in competizione per ottenere l’agognato principe azzurro, messe l’una contro l’altra per apparire agli occhi di lui “mogliettine ideali”. {{La loro unica aspirazione è essere approvate, investite di valore dal giudizio maschile.}}

{{Viene da chiedersi dove sono finiti decenni di battaglie e di discorsi sull’autodeterminazione della donna}}. Di lotte per diffondere una maggiore consapevolezza della propria condizione di subalternità. Di proposte per una TV di stato che non diffonda immagini discriminanti e stereotipate per le donne. Anni e anni cancellati. Calpestati dalla TV spazzatura, ma per fortuna non ancora del tutto dimenticati. Per lo meno non da tutt@.

Infatti, tanto maschilismo, cattivo gusto e superficialità messi insieme non hanno impiegato molto ad attirare aspre critiche. Da segnalare l’articolo di un’indignata Natalia Aspesi su la Repubblica dello scorso 6 aprile e il comunicato dello stesso giorno della Commissione pari opportunità dell’Usigrai (Unione sindacale giornalisti RAI) e della Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana), in cui {{si chiede esplicitamente alla ministra Pollastrini e al presidente del Consiglio d’amministrazione della RAI di arginare tale deriva televisiva}}.

Con un reality come “La Sposa perfetta” si arriva a mistificare l’essenza stessa dell’identità femminile. {{La pretesa “femminilità” delle aspiranti sposine non è altro che una forma di compiacenza nei confronti delle attese maschili}}, reali o supposte, in materia d’esaltazione dell’ego dei futuri mariti e delle loro madri, incarnazione dello stereotipo della suocera-strega.