“Gesto incivile…. di intimidazione…frutto di una cultura oscurantista e violenta…”? Rimandiamo al mittente le parole con cui Francesco Filini (assessore alle Politiche Sociali del Municipio IV- Roma) ha risposto alle scritte apparse sui muri della sede municipale in P.zza Sempione. Scritte con cui alcune donne residenti al IV°, hanno voluto esprimere contrarietà all’approvazione, da parte del Consiglio Municipale, della proposta per la riforma dei consultori pensata da Olimpia Tarzia. Riformare i consultori nel modo in cui vorrebbe la consigliera della Regione Lazio e co-fondatrice del Movimento per la vita, non restituirebbe affatto ruolo sociale al consultorio ma servirebbe solo a far sentire ulteriormente in colpa la donna che decidesse di abortire, e a farle scegliere la strada dell’aborto clandestino.

Ribadiamo che la{{ corretta informazione}} su ogni sistema anticoncezionale è l’unico strumento per prevenire l’aborto, una informazione che dovrebbe essere veicolata fin dalle scuole per educare le ragazze ad una scelta consapevole della maternità. Ma {{parlare a scuola di sesso}}, {{prevenzione di gravidanze e malattie}}, per un centrodestra – questo sì oscurantista e bigotto – è {{ancora un tabù}}.

Ma ci credono davvero che tutte le donne che si rivolgono al consultorio per richiedere l’interruzione volontaria di una gravidanza (Ivg), lo facciano perché all’origine di questa scelta – sempre e comunque dolorosa -, ci siano motivazioni di carattere economico?

E comunque, la donna dovrebbe essere messa nella condizione di sentirsi libera di scegliere, senza che {{associazioni legate a chiesa e parrocchie }} – legittimate dalla riforma Tarzia ad entrare nei consultori – facciano pressioni di carattere morale e religioso per convincere la donna del contrario, o le offra tutele momentanee perché porti avanti una gravidanza anche se indesiderata.
La donna che vorrà abortire, a quel punto, per evitare pressioni e vergogna, sceglierà{{ la clandestinità}}.

E allora ricordiamo che{{ i consultori sono nati dalle lotte delle donne}} per la salvaguardia della salute e della libertà di scelta; per il diritto alla prevenzione ed a una chiara informazione sui metodi contraccettivi; per combattere la piaga dell’aborto clandestino, causa di morte e invalidità per centinaia di donne. E ancora, come donne, ribadiamo il nostro diritto a reddito, casa, istruzione di qualità, salute, asili e prevenzione, a prescindere dalla nostra scelta riproduttiva.

Centro Donna L.I.S.A – Via Rosina Anselmi 41
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Roma, 14 novembre 2010