Al ministero dell’Ambiente, alla “tutela del territorio e del mare”, Renzi ha voluto un commercialista bolognese fans di Casini: quello che un giorno lascia, schifato, Berlusconi e il giorno dopo anela a starci insieme. Non risulta che si sia mai interessato, il commercialista, di problemi come la limitazione del consumo di suolo e di acqua bene comune, cioè pubblica. Intanto si attende che il neo primo ministro racconti a noi cittadini/e come troverà le risorse per le riforme annunciate un mese dopo l’altro. Ci sentiamo ripetere, da qualche tempo immemorabile, che lo Stato non ha più le risorse sufficienti per continuare a garantire il diritto alla salute ,all’istruzione, alle pensioni in vecchiaia,ecc. ; cioè, in poche parole, lo stato sociale. Poi ci sentiamo ripetere che la tassazione è eccessiva e la crisi economica ha ridotto i consumi e messo in crisi chi, i beni di consumo, li produceva dando lavoro a giovani e meno giovani. Renzi ha dichiarato nei discorsi d’insediamento alla Camera e al Senato, che occorre partire dalla sistemazione in sicurezza delle scuole e poi del sistema idrogeologico fortemente in dissesto anche a causa della cementificazione selvaggia dei territori agricoli, marittimi ecc. Ha accennato ai Fondi europei che andrebbero spesi secondo le direttive stesse. Chissà se Renzi ha letto il libro di Rizzo e Stella (ed. Feltrinelli, 2013) intitolato SE MUORE IL SUD! Se l’ha letto, fa conto di niente. Il libro potrebbe avere come sottotitolo: sperpero di denaro pubblico per interessi politici e privati. Se l’Italia, già segnata da una casta di politici che ha usato il denaro pubblico e favorito interessi privati dalle Alpi alla Sicilia, continua a fare conto di niente per il malgoverno del Sud che, dicono i due autori, è amplificato all’eccesso, come si può immaginare un futuro diverso? Il libro, documentassimo, presenta una situazione da brividi. Stella e Rizzo scrivono che per aiutare i tantissimi meridionali in gamba, si deve trovare “ il coraggio di guardare senza ipocrisie pelose a cosa è ridotto il Mezzogiorno.” Vediamo. Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane siciliane. Su 87 dipendenti ben 55 hanno ottenuto una qualifica dirigenziale o assimilata. Lo stipendio medio degli amministratori nominati dalla politica nel Mezzogiorno è in genere più alto di tutti gli altri. Secondo dati del 2007 è di 40.363 al Centro, di 44.559 al Nord; ma in Sicilia e min Sardegna è di 73.537. L’Astronave, il palazzo che ospita il consiglio regionale calabro, costa ogni anno 77,9 milioni di euro. Il doppio di quello dell’Emilia-Romagna con il doppio degli abitanti. 365 dei 580 dipendenti della Regione siciliana andati in pensione nel 2012, hanno lasciato il lavoro in anticipo a causa di un parente disabile da accudire, approfittando di una legge troppo tardi abolita. Rizzo/Stella si chiedono come mai il divario con il resto d’Italia e d’Europa non si è mai ridotto né durante gli anni dei massicci investimenti della Cassa del Mezzogiorno (nata nel 1950), né con il fiume di soldi arrivato in Campania e Basilicata dopo il terremoto del 1980 e neppure con gli interventi straordinari dal 1986. Le donne: nei 27 paesi Ue (dati Eurostar) il tasso di occupazione femminile si colloca in media al 64 %. L’Italia è al 57 %. Ma al Sud risultano inattive due donne su tre. Ogni cittadino centro-settentrionale spende ogni anno per gli apparati dei propri municipi 113 euro. Nel Sud salgano a 142 e in Sicilia a 186. Rizzo /Stella si chiedono: ” come diavolo venne in mente alle autorità di allora di mettere l’immensa raffineria, oggi per metà dell’Eni e per metà della Kuwait Petroleum Corporation, proprio lì, su una costa all’epoca meravigliosa? In faccia alle magiche Isole Eolie?In un’area ad altissimo rischio sismico?” Non si ripete che il turismo, da quelle parti, risolleverebbe le sorti del Sud e dell’Italia tutta? Il Mezzogiorno ospita 15 siti dell’Unesco, ma dei 380 milioni di presenze turistiche, neppure il 205 si concentra nel Sud. Nel 2012 i turisti stranieri hanno speso in Italia 32 miliardi di euro, ma di questi appena 4 sono andati al Mezzogiorno. A Capua sono stati venduti (2012) per il circuito Anfiteatro 10.659 biglietti, cioè …29 al giorno. I dipendenti da pagare, all’inizio degli anni duemila, erano 72! Reggia di Carditello. I re di Napoli avevano scelto questa campagna per costruire la loro villa che chiamavano “Real Delizia”. Il degrado e l’abbandono regnano su quest’antica magnificenza: si sono portati via anche l’impianto elettrico. La Reggia di Caserta è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. I visitatori paganti sono (2012) 670 al giorno. Che dire del teatro di Pompei ristrutturato con il calcestruzzo? Il ministro berlusconiano Sandro Bondi nominò commissario straordinario Marcello Forti, collaboratore di Guido Bertolaso. Dei 79 milioni spesi in due anni (18 dei quali con la gestione Fiori), 55 mila sono serviti per comprare 1000 bottiglie di vino con l’etichetta Villa dei Misteri della cantina Mastroberardino, per un terzo spedite alle ambasciate nel mondo e per due terzi abbandonate in magazzino. Rizzo e Stella continuano costernati: ammesso che lo stato possa farsi carico di tutto “ è accettabile che copra gli stipendi annuali dei dipendenti del ministero dei Beni culturali recuperando dagli introiti per ogni addetto 9251 euro in Toscana, 3387 in Lombardia, 6896 in Campagna, 250 in Liguria e 56 in Molise?” Che dire poi del confronto fra la Sicilia e le Isole Baleari? Le due realtà territoriali si assomigliano, ma le isole Baleari registrano un numero di presenze undici volte superiore. I siti Unesco delle Baleari sono due, la Sicilia ne ha cinque. Anche le Baleari sono state cementificate, ma non come la Sicilia “dove in riva al mare spiccano obbrobri inaccettabili. Come l’oscena Triscina.” Gridano i due autori: ”Troppo comodo, dare la colpa a ‘Roma ladrona’. Troppo comodo, scaricare tutte le responsabilità sul Nord o comunque sugli altri dopo aver goduto di un’autonomia immensa rispetto a tutte le regioni italiane e mediterranee.”. Secondo dati del 2009 c’erano falsi braccianti ogni 294 abitanti in Basilicata, 242 in Sicilia, uno ogni 163 in Campania, 157 in Puglia e 151 in Calabria. Tolti i casi regionali, si precipita a un falso bracciante ogni 49.133. In Lombardia si tratta di uno ogni 4.890.841. Che dire della formazione al lavoro? A Frattamaggiore, dalle parti di Afragola, la società di formazione per figuranti dello spettacolo First Tel, arrivò a ottenere 1.280-000 euro per una “scuola di veline”. Gli enti formativi in tutta Italia “hanno puntato soprattutto a ‘riempire le classi’ in corsi “ poi risultati inutili all’inserimento nel lavoro, ma nel Mezzogiorno “la sgangherata locomotiva ha deragliato”. Gli enti accreditati in Sicilia sono arrivati al numero iperbolico di (2012) di 1600 con 2200 sedi operative. I corsi di formazione sono stati organizzati con i titoli più fantasiosi: “istruttori di Pilates”, “addetti alle torrette d’avvistamento e spegnimento incendi”, o corsi per “ricamatrici sul canovaccio”e per “piegatrici di tessuto”. Ci sono stati corsi 33 corsi varati per cinque allievi, 24 per quattro, 5 per meno di tre partecipanti. “Non c’è evento sportivo, nell’isola, che non sia stato benedetto da una pioggia di soldi europei. Ed ecco 188.000 euro per due edizioni della maratona di Palermo, 517.000 per tre anni al Concorso internazionale di salto a ostacoli, 2,4 milioni per i Mondiali di scherma, 111.000 per gli Internazionali di tennis, 195.000 per le ‘Final four’ femminili di Coppa Italia…”. Per non parlare delle sagre e delle fiere di paese, come il presepe vivente di Custonaci. Ma cosa c’entrano, si chiedano Rizzo/Stella, nell’ottica di Bruxelles? Certo, anche al Nord si sprecano i soldi europei, ma la distribuzione pro capite per area è diversa. Ogni lombardo ha avuto 122 euro di Fesr, ogni calabrese 2865, ogni lucano 3807. Certo, sono euro destinati alle zone più povere, ma se poi si utilizzano per finanziare con 66.140 euro, per la metà europei, la sala scommesse Rio Casinò Palace di Montorio la Vomano in provincia di Teramo? La Slovenia, per fare un esempio, i soldi Ue li investe per le energie alternative, il contenimento delle tasse scolastiche, l’illuminazione pubblica, la qualità del sistema universitario, ecc. La Calabria, tanto per fare un altro esempio, con quei soldi ha finanziato la sponsorizzazione della nazionale di calcio di Marcello Lippi dal 2008 al 2010. Lasciamo stare, non continuiamo con la lettura del libro e ritorniamo all’Italia che sta scivolando inesorabilmente verso la situazione già occupata dalla Grecia. Lo scrive Barbara Spinelli (La Repubblica, 26 febbraio): “La Grecia prefigura il nostro futuro prossimo se le politiche del debito non mutano; se scendono ancora le spese sociali.” Si riferisce al fatto incontestabile che dopo sei anni di crisi in Grecia lo stato sociale non garantisce più l’accesso gratuito alla sanità con conseguenze catastrofiche. Le morti bianche dei lattanti sono aumentate fra il 2008 e il 2010 del 43 %. Il numero dei bambini nati sottopeso è cresciuto del 19 % e quello dei morti nati del 20. Muoiono più frequentemente i vecchi e si estende l’Aids perché la distribuzione di siringhe monouso e profilattici è bloccata. E’ ritornata la Tbc assente da 40 anni e la malaria perché mancano soldi per debellare le zanzare.